FELTRE Le associazioni feltrine Famiglia Feltrina, Mano Amica, Il Filo di Arianna, Rotary Club Feltre, Lions Club Feltre Castello di Alboino e Feltre Host e Leo Club Feltre hanno scritto una lettera aperta sul tema della sanità locale e, in particolare, la prossima nomina della nuova direzione generale dell’ULSS 1 “Dolomiti”.
IL PRESIDENTE DI FAMIGLIA FELTRINA ENRICO GAZ
LA LETTERA
Le Associazioni scriventi hanno da tempo avviato una comune riflessione sulla situazione della sanità locale. In una lettera aperta presentata lo scorso inverno è stato evidenziato come sarebbe illusorio immaginare che le criticità attuali cessino con la fine della pandemia. Di fatto, stiamo già continuando a vivere un’altra “epidemia”, data dall’invecchiamento della popolazione, dallo spopolamento e dal calo delle nascite, con la conseguente esplosione della cronicità e dei problemi ad essa correlati. Il nostro territorio, demograficamente fragile ed oro-geograficamente disagiato, rappresenta una frontiera di questo “contagio”. Risulta quindi indispensabile ripensare in modo profondo l’attuale organizzazione socio-sanitaria, per renderla più coerente con i reali bisogni della popolazione. Il nostro territorio, proprio per le sue consolidate e irrisolvibili criticità, dovrebbe diventare spazio di sperimentazione di nuovi modelli assistenziali, più incentrati sulla persona, meno orientati al “sanitario con erogazione di prestazioni”, e più rivolti alla “salute e benessere dei singoli e della collettività”. La prossima nomina di una nuova Direzione Generale rappresenta l’occasione per scelte coerenti con queste pressanti esigenze, le quali richiedono un approccio comunitario nelle risposte, dove le attività non siano più mirate unicamente alla diagnosi e alla cura dei singoli, ma anche alla valorizzazione di tutte le risorse locali, sociali, scolastiche, lavorative, associative, di vicinato, per promuovere la salute nei luoghi di vita, per gestire le cronicità, avvalendosi di varie forme di collaborazione e cooperazione, in modo da contrastare le diseguaglianze in salute con la promozione di una diffusa sensibilità sociale. In quest’ottica, per far sì che gli auspici portino ad una accelerazione importante di un percorso troppo spesso solo annunciato, riteniamo indispensabile che la responsabilità apicale dell’Azienda sanitaria sia affidata a dirigenti che ben conoscano le specificità del nostro territorio e la cui formazione professionale attesti una effettiva conoscenza delle peculiarità proprie della sanità in montagna. Per costruire, entro gli ospedali e nel territorio, una sanità attenta e partecipe ai bisogni delle persone e delle comunità di montagna diventa imprescindibile che le istituzioni sanitarie locali trovino una guida radicata nel territorio e di provata e reale conoscenza di quanto lo caratterizza. A sostegno e supporto delle istituzioni, in questo momento di importante trasformazione, rivolgiamo pertanto questo pubblico appello confidando in un suo seguito concreto.
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