di RENATO BONA
Il benemerito Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali da decenni impegnato nella valorizzazione della cultura non solo locale, nel giugno del 1997 dava alle stampe con la tipografia Centro arti grafiche di Limena di Padova il volume, piccolo nel formato ma grande nei contenuti, di Vittorio Bolcato: “Le chiese di Borca di Cadore”, impreziosito dalle fotografie del caro amico Bortolo De Vido purtroppo scomparso. In copertina la riproduzione della facciata della Parrocchiale. Il parroco dell’epoca, don Osvaldo Bortolot, ed il Consiglio parrocchiale, nella breve prefazione spiegavano che: “Questa breve guida delle chiese e delle cappelle di Borca di Cadore esce, anche se un po’ in ritardo, nella ricorrenza dei 300 anni dell’erezione in Curazia della chiesa dei santi Simone e Giuda Taddeo (1694-1994) e in quella dei 250 anni della consacrazione dell’attuale chiesa parrocchiale (1745-1995) riedificata dopo la frana del 1737”. Concludevano con l’augurio “che la comunità di Borca possa proseguire il suo cammino di fede e di speranza come hanno fatto coloro che ci hanno preceduto”. Ed ecco in sintesi una carrellata su questa splendida realtà di Borca di Cadore: Chiesa dei Santi Simone e Giuda Taddeo di Borca. Fu costruita subito dopo la frana del 1737 con la prima pietra benedetta dal pievano Bartolomeo Zambelli il 22 aprile 1738 mentre la consacrazione è del 10 agosto 1745 ad opera del patriarca di Aquileia, Daniele Delfino. Il terreno su cui fu edificata, nella località Giei, era stato donato dai nobili Sagredo. I lavori “che prostrarono per anni l’economia della comunità, furono eseguiti dall’impresa Mattio Promperg di Badia. L’interno è in stile neoclassico di ordine ionico, quattro le cappelle per altrettanti altari. Sopra la porta di destra una lapide ricorda i restauri del 1938 mentre sul pavimento in pietra di Castellavazzo un sepolcro ha la scritta che tradotta dal latino dice: Simone De Luca, curato per sé e i suoi successori e sacerdoti invoca il riposo”. Va aggiunto che per l’altare maggiore la Regola sottoscrisse il contratto con l’intagliatore Giuseppe Cherobin di Valle di Cadore il 24 aprile 1746. Ma l’artista morì e quindi nel dicembre 1748 l’incarico fu affidato a Pietro Talamini Boluze di Vodo che purtroppo venne a mancare un anno dopo e pertanto toccò a Gio Batta del Fabro di Pieve; la pala fu realizzata dal pittore veneto Pietro Antonio Novelli. Gli altri altari: Sant’Antonio Abate e San Sebastiano, del Cherobin, con tela di Giuseppe De Lorenzi da Tolmezzo; altare della Madonna: risale al 1782 ed è impreziosito da 4 Angeli dello scultore Valentino Panciera Besarel; altare di San Giuseppe o della buona morte, pure del Cherobin, con due tele del De Lorenzi; infine: altare della Dottrina cristiana o dello Spirito Santo, del Boluze con tela del Novelli. Ci sarebbe molto altro da dire, e ci riserviamo di tornare su questa realtà di Borca, ma in questa occasione proponiamo una rapida carrellata sulle altre chiese: San Rocco a Cancia: fu consacrata il 19 agosto 1626 dal vescovo Eusebio Caio; l’altare ligneo e dorato è dedicato ai Santi Rocco e Sebastiano; pregevole il dipinto della Vergine coi due Santi, commissionato nel 1664 allo scultore Antonio Giacobi di Pieve. Chiesa di San Lorenzo a Villanova, costruita tra il 1659 ed il 1684. Nel 1814 le frazioni di Taulen e Marceana con la loro chiesa di san Lorenzo andarono distrutte da una frana e soltanto nel 1891 il progetto di ricostruzione poté realizzarsi grazie ad una cospicua donazione di don Tommaso Varettoni, nipote del pievano di Candide, Osvaldo Varettoni. L’edificio ha il campanile incorporato. Chiesa di san Canciano: prima notizia sulla chiesa distrutta risale ad inizio 1400. La frana del 7 luglio 1737 si abbatté con violenza anche su questa chiesetta distruggendola. Le comunità di Borca e San Vito scelsero un nuovo sito per costruirvi il nuovo edificio sacro che era officiato in occasione delle rogazioni. Chiesa del villaggio di Corte di Cadore: la costruzione prese il via nel 1958 e la chiesa venne consacrata dal vescovo di Belluno Gioacchino Muccin il 21 agosto 1961. L’altare maggiore è stato progettato da Carlo Scarpa. Cappella di Santa Teresa d’Avila in canonica. Ricavata bel 1988 al pianoterra della casa canonica nella via Tommaso De Luca è officiata nei mesi invernali. Gli arredi sacri sono quelli appartenuti alla cappella delle Carmelitane. Concludiamo con la Cappella del Cts Dolomiti Pio X che i padri Cavanis di Venezia ricavarono in unico vano abbattendo le pareti del Palace Hotel Des Dolomites. Nel 1992 furono installate le nuove artistiche finestre che illustrano in un breve ciclo di otto quadri la storia della Salvezza. Cappellina del cimitero: costruita negli anni Cinquanta ha un Crocifisso dipinto dal bellunese Mario De Donà che occupa tutta la parete absidale, pavimento e altare in marno. Grotta della Madonna di Lourdes in Sottiera. Nel 1940 all’inizio della guerra il parroco don Luigi De Vido si fece promotore della costruzione di una grotta a Sottiera, lungo la strada che da Villanova porta ai piani di Tiera, all’interno della quale, sull’altare, vi è una pregevole statua della Madonna di Lourdes benedetta dal vescovo Giosuè Catarossi “presente una moltitudine di fedeli giunti anche da altre parrocchie”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Le chiese di Borca di Cadore, Frescura e Wikipedia):la copertina del libro-guida; l’autore dei testi, Vittorio Bolcato; quello delle immagini, Bortolo De Vido; la parrocchiale; l’altar maggiore con la pala dei Patroni; l’altare dei Santi Antonio abate e e Sebastiano; l’altare della Madonna; altare di San Giuseppe; altare della Dottrina Cristiana; la pala dell’altare Spirito Santo dipinta dal Novelli; statua della Madonna di Loreto; chiesa di San Rocco a Cancia; chiesa di San Lorenzo a Villanova; chiesa di San Canciano; chiesa del villaggio di Corte; cappella di Santa Teresa d’Avila in canonica; cappella del Cts Dolomiti Pio X; affresco all’interno della cappella del cimitero; statua della Madonna di Lourdes nella grotta ricavata in Sottiera.