LE NOSTRE ORME
E’ li che ti portavo lungo quell’arenile
a ucciderci di baci là sopra quel pontile,
mentre le nostre orme a coppia sulla rena
la luna illuminava con la sua faccia piena
nelle bollenti notti di quella dolce estate
quando mi regalavi il tempo delle fate
e noi sincopavamo a piedi nudi i passi
sulla battigia liscia schivando aguzzi sassi.
Se il vento poi increspava del mare la risacca
le spalle nude tue schermava la mia giacca
e lì stretti noi due sopra quel ligneo ormeggio
di baci e di carezze ripetevam solfeggio.
Ahimè, arrivò l’inverno a far di noi dileggio,
finì la calda estate e noi vivemmo il peggio!
Fragile il nostro amore come quella banchina,
e tu t’allontanasti, mai più t’ebbi vicina,
portata via da un vento gelido e inumidito
squartante quel legame creduto un dì granito!
Ed io ci son tornato ancora là in battigia
ad osservar l’attracco una mattina grigia:
Dio mio, che turpe angoscia vederlo collassato!
Lui come il nostro amore perduto e naufragato!