BELLUNO Maria Rita Gentilin, segretario bellunese dello SPI CGIL, con una lettera aperta esprime le preoccupazioni sulla seconda ondata del Covid-19 in provincia di Belluno
Lo SPI CGIL di Belluno vive con grande apprensione e malessere questa seconda ondata dei contagi che colpiscono ancora più duramente le persone anziane. La carenza del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari, ne mancano 130 in totale, 85 operatori e 45 infermieri, determina un sovralavoro e al tempo stesso una minore assistenza alle persone in cura. Determina inoltre situazioni di estrema gravità come quella accaduta nella RSA di Cusighe dove l’assistenza è venuta a mancare totalmente. La stessa assistenza territoriale è parziale per mancanza di operatori e medici tant’è che di quattro Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, solo una è sul territorio, quella che opera nel feltrino. L’Usca di Belluno sembra finalmente pronta. Dovrebbe prendere in cura anche situazioni come Rsa disabili , i malati covid a domicilio e i malati nelle rsa. Possiamo capire che gli operatori siano introvabili, sia a causa del contagio sia a causa della quarantena e che pertanto non possono essere in servizio, ma qualcuno dovrebbe indicare dove recuperare le risorse umane che servono a fronteggiare le carenze. La seconda ondata risulta essere più aggressiva della prima in cui non c’erano i dpi. Ora i dpi ci sono e le istruzioni per l’uso pure ma si ha la sensazione che non sia appropriata la gestione. L’elevato numero di contagi (4769 che ad oggi si dimostrano il 2,4% della popolazione.) ad Auronzo, dove si è optato per uno screening di massa, a Longarone dove si sono chiuse le scuole fino al 12 gennaio, nell’area Zoldano e nell’area Alpago amento di positività, come nel Cadore Comelico prima e ora senza tregua, hanno messo in allerta la popolazione di tutta la Provincia. Abbiamo già scritto che le risorse sono state stanziate dal Governo e trasferite sul territorio e dovono essere utilizzate per rafforzare e attivare i nuovi servizi messi in programma. Le risorse dei Piani di Zona, straordinari proprio per via della pandemia, sono fondamentali per i distretti. Gli anziani da10 mesi all’interno delle Case di riposo senza abbracciare un loro caro. La vita in questo periodo trascorsa in solitudine e con il senso di angoscia oltre alla malattia. Una nuova attrezzatura consente ora, posizionata in una zona “Abbracci” di poter toccare e abbracciare un congiunto. Auspicabile che sia messa a disposizone in ogni Rsa. Infine non possiamo più tacere sui decessi 4 o 5 anziani muoiono con patologia covid quasi ogni giorno Dato ultimo totale: 92 decessi in case di riposo e 91 in ospedali. Un fine vita in assoluta solitudine e un distacco dai familiari senza nessun conforto. Un conforto che manca anche a chi resta.
Maria Rita Gentilin
Segretaria Spi Cgil Belluno