“FINTI” MORTI, TELEGRAMMI INVENTATI COME SUCCESSO PER DUE VOLTE NELL’AGORDINO. IL PD CRITICA LE CONDOGLIANZE DI ZAIA ALLE PERSONE ANCORA VIVE.
VENEZIA “I dati sensibili delle persone andrebbero maneggiati sempre con la massima cautela; a maggior ragione quando si tratta di vita e di morte. Invece continuano ad arrivare segnalazioni di telegrammi di condoglianze a familiari di persone vive spediti per errore: se Zaia e il suo staff non sono in grado di farlo, allora meglio sospendere gli invii, prima che qualcuno nel ricevere il messaggio di cordoglio si senta male davvero”. È questo l’invito del consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni dopo i casi avvenuti nelle ultime settimane, riportati anche sui media, di telegrammi spediti dal presidente della Giunta ai familiari di persone ricoverate per Covid-19 in ospedali o Rsa, ma ancora vive. Casi su cui il Pd in Regione ha presentato un’interrogazione “Non si tratta di un singolo sbaglio ed è verosimile che gli episodi apparsi sulla stampa non siano in realtà gli unici. Su questioni del genere non si può agire, seppur in buona fede, con pressappochismo e faciloneria. Parliamo di persone che non hanno contatti diretti con i propri cari ricoverati in isolamento nelle strutture né ricevono notizie aggiornate in tempo reale sul loro stato di salute. Apprendere da un telegramma il decesso di un padre o una madre è devastante, anche se poi fortunatamente si rivela una ‘fake news’. Chiediamo alla Regione di intervenire affinché casi del genere non si ripetano, altrimenti l’unica alternativa è quella di stoppare i telegrammi”.
DAL NOTIZIARIO DEL 10 DICEMBRE
SENTITE CONDOGLIANZE DAL PRESIDENTE MA IN QUELLA CASA NON E’ MORTO NESSUNO