comunicato stampa congiunto di Uneba Veneto, Lega Coop, Confcooperative / Federsolidarietà, Uripa e Anffas Veneto, rappresentanze di categoria di centinaia di strutture in Veneto. E’ un appello a Zaia alla collaborazione e alla coprogettazione, in risposta a quanto affermato da Zaia in conferenza stampa sabato e in vista dell’incontro in videoconferenza delle 5 associazioni con Zaia e Lanzarin che sara’ probabilmente la prossima settimana.
“Non molleremo mai” e “Siamo pronti a progettare insieme nuovi servizi per l’emergenza”: il messaggio di Uneba Veneto, Uripa, Confcooperative Federsolidarietà, Lega Coop e Anffas. Il loro stupore per le parole da “passo indietro” del governatore nella conferenza stampa di sabato 28. A breve il vertice con Zaia e Lanzarin in videoconferenza
VENEZIA “Le nostre case di riposo sono la casa di nonni e genitori di decine di migliaia di veneti. Donne e uomini che hanno costruito il Veneto di oggi. La difesa della loro vita e la protezione della loro fragilità sono un dovere morale di tutti. Alla Regione Veneto chiediamo di essere un alleato che condivide con noi l’impegno a favore dei più fragili, non un regolatore che nel momento dell’emergenza fa un passo indietro”. E’ il messaggio forte ed unito rivolto alla Regione Veneto da Uneba Veneto, Uripa, Confcooperative Federsolidarietà, Lega Coop e Anffas, cioè le associazioni di categoria degli enti pubblici, non profit e privato sociale che gestiscono la stragrande maggioranza delle strutture residenziali per anziani e persone con disabilità in Veneto: decine di migliaia di posti letto, cioè accoglienza per donne e uomini e supporto fondamentale per le famiglie; occupano decine di migliaia di lavoratori, per tacere dei preziosi volontari. “Alleiamoci- è l’invito delle 5 realtà- perché i più fragili del Veneto hanno bisogno di tutti noi. Lo ribadiremo nella videoconferenza con il presidente Luca Zaia e l’assessore alle politiche sociali Manuela Lanzarin dei prossimi giorni. Abbiamo fatto richiesta di incontro già giovedì 26, ricevendone pronto riscontro”. NON “AUTONOMI DALLA REGIONE”, MA “ALLEATI CON LA REGIONE” A spingere le associazioni di categoria ad intervenire, le parole del presidente Zaia nella conferenza stampa di sabato 28 marzo. “Quelle parole di Zaia ci hanno stupito- continuano Uneba, Uripa, Anffas, Lega Coop e Federsolidarietà-. E non ci hanno confortato – se non parzialmente – le sue precisazioni nella conferenza stampa di domenica 29. Perché affermare con tanta insistenza che le ‘case di riposo non sono di gestione regionale (…) e sono a gestione totalmente autonoma’ quando è la Regione a dare le norme per il funzionamento delle strutture e a fissarne, con il meccanismo delle autorizzazioni e degli accreditamenti e delle quote sanitarie, le condizioni di mercato?” “Noi non siamo qui per attribuire colpe alle istituzioni, ma per agire insieme, perché solo insieme possiamo proteggere gli anziani fragili”. LE MASCHERINE DEVONO ESSERE PER TUTTI “Dire, come fa Zaia, che ‘nessuno vietava alle case di riposo di riempirsi i depositi di mascherine’ è quasi come rimproverare i cittadini per non essersi comprati dei respiratori a fine 2019. In condizioni standard, in una struttura residenziale per anziani – che è sociosanitaria, non sanitaria- le mascherine non si usano quasi mai. Ora c’è l’emergenza. Ed è successo che le mascherine acquistate dalle strutture siano state requisite e dirottate sugli ospedali”. GESTIONE DEI MALATI,TAMPONI, RECLUTAMENTO DI OSS E INFERMIERI: SERVE COLLABORAZIONE In ogni caso, l’emergenza ha molte altre dimensioni. 1-La gestione delle persone malate di Covid 19: mandarle nelle case di riposo, dove come Zaia ha sottolineato ci sono le persone più vulnerabili al contagio, sarebbe mettere un cerino in un pagliaio. 2-I tamponi da fare a tutto il personale e gli ospiti delle nostre strutture, a tutela gli uni degli altri: la campagna è solo all’inizio, come lo stesso Zaia ha detto. 3-Le carenze di personale: molti dei nostri enti hanno perso, proprio in questo periodo di emergenza, operatori sociosanitari e infermieri passati a lavorare negli ospedali. Per rinforzare un alleato nella lotta al Coronavirus se ne indebolisce un altro? Serve, invece, una strategia comune di sanità pubblica e settore sociosanitario, anche privato, per formare e trovare OSS e infermieri. PROGETTIAMO NUOVI SERVIZI PER L’EMERGENZA “Durante la videoconferenza, noi di Uneba Veneto, Anffas, Confcooperative Federsolidarietà, Lega Coop e Uripa proporremo alla Regione di progettare assieme nuovi servizi anche temporanei, per supportare le famiglie, i territori – e di conseguenza il servizio sociosanitario regionale, attualmente in affanno – in questa fase di emergenza”. ”Perchè i nostri ospiti sono fragili ma le nostre strutture e i nostri valori sono per loro un baluardo su cui fare affidamento. Siamo pronti a fare la nostra parte, come molti dei nostri enti fanno da decenni se non secoli. Un solo, piccolo esempio: di fronte alla forzata chiusura alle visite dei famigliari, tantissime strutture hanno attivato servizi di videochiamata e videomessaggio, per tenere vivi gli affetti”. “Ci teniamo a ribadire, infine, il nostro riconoscente GRAZIE a donne e uomini che lavorano nelle strutture residenziali per anziani”. “Governatore Zaia, non scenda dalla nave dei più fragili! E in ogni caso, noi non molleremo mai!”
VERONA – Un minuto di protesta in difesa della vita.
Un minuto per la vita: il grido del non profit Uneba in difesa della dignità degli anziani più fragili Da lunedì 30, e ogni giorno finchè dura l’emergenza Covid 19, le strutture residenziali per anziani aderenti a Uneba si fermano simbolicamente alle 10 Un minuto di sosta per gridare: “Veneto, non lasciar morire i tuoi anziani”! E’ l’iniziativa lanciata da Uneba Verona e fatta propria da Uneba in tutto il Veneto. Uneba è organizzazione di categoria del settore sociosanitario, assistenziale ed educativo, con circa 85 enti associati in Veneto,quasi tutti non profit di radici cristiane. “Proponiamo – spiegano Uneba Verona ed Uneba Veneto- a tutti gli enti che gestiscono strutture residenziali per anziani in Veneto di fermarsi per “Un minuto per la vita” ogni giorno alle 10 a partire da lunedì 30 marzo alle 10. Un modo per lanciare un grido, simbolico ma reale: la vita va difesa fino alla fine. Tutelare la salute dei più fragili, come gli anziani non autosufficienti accolti nelle strutture, è un dovere di tutti. Ma non tutti ancora fanno la propria parte Le strutture per anziani sono di tutti i veneti, e oggi sono come polveriere in tempo di guerra. “Per “Un minuto per la vita” ci fermiamo tutti: gli anziani e i lavoratori. Con noi si fermino anche i famigliari e i volontari, seppur dalle loro case visto che l’epidemia ha costretto le strutture a chiudersi al proprio interno, mettendo sulle spalle degli anziani anche il peso della distanza dai propri cari. Ci fermiamo per un minuto, ad ascoltare l’inno di Mameli, simbolo della nostra unità come comunità. Della determinazione nostra a difendere i nonni di tutti, i medici di tutti, gli infermieri di tutti, gli operatori sociosanitari i tutti, i lavoratori di tutti: i veri eroi di questa triste emergenza”. “Un minuto per la vita” verrà riproposto ogni giorno fino al termine dell’emergenza