di RENATO BONA
BELLUNO Siamo alla terza proposta delle dieci relative a sentieri da visitare, illustrate nel libro “Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno” edito nel 1997 per l’Amministrazione provinciale di Belluno da Charta di Milano, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza Belluno e Ancona. Il volume-guida, curato dallo storico Paolo Conte con testi di Simonetta Chiovaro e pregevoli fotografie del bellunese Mauro De Santi (ed altre di: Stefano Renier di Venezia; Cristiano Velo e Lucio Dalla Giustina di Feltre; Luciano Solero di Sappada; ministero della Difesa), e presentazione curata dal presidente della Provincia Oscar De Bona e dalla responsabile dell’assessorato ai Beni culturali prof. Nicoletta Comar, era stato ufficialmente presentato il 20 dicembre di 24 anni fa a villa De’ Manzoni ai Patt di Sedico. Questo terzo itinerario si snoda dal Viale di Cart-San Liberale per portare alle Ville Vellaio e Villalta e quindi alle Ville Damello, Bertòn e Bianco e poi, nella località San Silvestro, sempre a Cart, alla Villa Villabruna, proseguendo per la località Case Bianche che propone Villa Dei-Rosada prima che a Grum si possa ammirare Villa de’ Mezzan e nella località Lusa la Villa omonima, per concludersi ad Arson, sempre a Feltre, con un’altra Villa Lusa. La Chiovaro prima di soffermarsi sulle singole ville ricorda fra l’altro che: “I nobili, durante il periodo invernale vivevano in città: a testimonianza di ciò rimangono i numerosissimi palazzi del centro storico di Feltre che non a caso portano gli stessi nomi delle ville di campagna. La famiglia si trasferiva in villa all’inizio della bella stagione e restava sino a raccolti terminati, per seguire i lavori dei campi” quindi aggiunge: tutte le ville edificate lungo il viale di Cart godono di una felice esposizione con la fronte principale rivolta verso sud e protette dai venti: d’estate una ricca vegetazione, invece, mitiga il caldo. Nella stagione primaverile o autunnale, quando l’assenza delle foglie rende meno fitta, la barriera vegetale, la suggestiva composizione urbanistico-ambientale determinata dalle ville del Viale di Cart è ben visibile ed apprezzabile dalla strada statale che collega Feltre a Belluno, all’altezza del Casonetto. Ed eccoci a VILLA VELLAIO ora VILLA ERMINIA, XVIII secolo: struttura piuttosto complessa, con Alpago Novello che non esclude una precedente costruzione in presenza di un massiccio impianto murario ancora ben leggibile nella grande cantina. L’edificio sembra suddiviso in due settori: il primo verso l’interno del giardino con classica impostazione tripartita della villa dominicale, il secondo più moderno ed originale. Sul retro un grande prato ospita la chiesetta di San Liberale. VILLA VILLALTA: XVI secolo, non visitabile e tuttavia bella la passeggiata che conduce nei pressi, passando per la Vellaio-Erminia. Il portico al piano terra è formato da due sole arcate mentre la loggia del piano superiore ne ha quattro. L’autrice ricorda che Adalgerio Villalta fu vescovo di Belluno e Feltre dal 1257 al 1289: la famiglia si estinse nel 1559. VILLA DAMELLO, XVI secolo: fu di proprietà del canonico Girolamo Damello e nel ‘700 vi risiedette la famiglia Facèn-Òrum il cui stemma è affrescato sopra l’ingresso principale. Alle “eleganti mensole del balcone con intagli rinascimentali si sovrappone un parapetto a liste di ferro dal caratteristico profilo rigonfio”. VILLA BIANCO, XIX secolo: “Dietro la vegetazione risalta la bianca facciata che si sviluppa su tre piani. Le quattro aperture centrali, squadrate e senza cornici, una sovrapposta all’altra, creano un accentuato incolonnamento che enfatizza la parte mediana dell’edificio. Da notare anche i grandi camini a pianta ottagonale allungata”. VILLA VILLABRUNA, XVIII secolo: “Si adagia sulla sommità di una collina in posizione dominante sula vallata. L’ingresso è laterale:la veduta della facciata pè quindi di scorcio, con la chiesa in lontananza. La villa è settecentesca e composta da un corpo principale più alto affiancato da due minori ali rustiche. Si tratta di un edificio poco scenografico ma curato nei dettagli che meriterebbe una visione più ravvicinata… Vi nacque nel 1764 monsignor Bartolomeo Villabruna, storico e letterato, fondatore nel 1804 dell’Accademia letteraria degli Erranti, disciolta qualche anno dopo per motivi politici”. VILLA DEI-ROSADA, XVII secolo: anche in questo caso si tratta di un complesso di edifici che in varie epoche si sono aggregati tra loro. Il corpo padronale presenta un allungamento che a sua volta e completato da una lunga ala rustica per formare una composizione a L. Notevolmente trasformata la facciata principale. L’antico proprietario, il conte Jacopo Dei, era collezionista di opere d’arte in parte conservate nel Museo civico di Feltre. Arricchisce il complesso padronale la chiesetta che delimita la corte-giardino. VILLA DE’ MEZZAN, XVII secolo; l’ingresso probabilmente non è quello originale; salone centrale e due stanze laterali per lato collegate dalle tipiche porte in asse. La facciata si sviluppa su tre piani. Imponente il corpo rustico, caratterizzato da un avancorpo centrale, eretto verso la fine del 1700-inizi 1800. Sukl retro della costruzione, la piccola chiesa che delimita una modesta piazza. Eccoci alla prima VILLA LUSA, XII secolo: sorge su un colle dove il torrente Stièn confluisce nel Caorame. Portone d’ingresso in assi di legno inserito in un muro di pietra e dotato di un maniglione batti-porta in ferro: non esiste un campanello elettrico, per annunciarsi è necessario tirare un filo di metallo collegato ad una campanella posta all’interno dell’edificio. E’ sorta inglobando un’antica torre medievale ed è stata destinata ad uso residenziale attraverso molteplici graduali trasformazioni. Quando nel 982 il vescovo Giovanni di Belluno conquistò il castello di Petra Bullada Lusia, la costruzione fortilizia aveva un perimetro molto più ampio dell’attuale. Durante i restauri sono venute alla luce le tracce delle antiche mura di cinta. Chiude l’itinerario proposto la seconda VILLA LUSA, XVII-XVIII secolo: piccola costruzione composta da un corpo principale con un’ala rustica più bassa. Attualmente “si presenta molto trasformata dal tempo e dall’uso promiscuo cui è sottoposta”. Come che sia, “la sua esistenza documenta la potenza raggiunta dalla famiglia dei nobili Lusa, una delle più antiche del Feltrino, proprietaria del castello medievale di Lusa, di un altro localizzato a Pullir e di uno anche ad Arson, strategico punto di avvistamento sul territorio. Il frontone superstite è l’elemento caratterizzante l’edificio. Una coppia di alti camini, a pianta quadrata con copertura a quattro fronti, completa l’insieme.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Le ville nel paesaggio prealpino della provincia di Belluno”): prospetto sul giardino di Villa Vellaio: scorcio del loggiato di Villa Villalta; Villa Damello come appare dalla strada privata d’accesso; Villa Bianco: fronte sud con lo sfondo delle Vette Feltrine; Villa Villabruna e Cappella come si possono vedere dalla strada principale; il complesso della Villa Dei-Rosada; l’imponente facciata sud della Villa De’ Mezzan; ecco come appare in lontananza, dall’abitato di Grum, la Villa Lusa; particolare del loggiato, della cinta muraria e del bastione circolare; un ambiente interno.