di Renato Bona
“L’epoca dei pionieri” è il titolo di un capitolo “storico” del libro “Un secolo in corriera nella provicia di Belluno” realizzato per DolomitiBus da Renato Fabane e Lionello Fiori nel luglio del 2000 con la prezioosa collaborazione di Gianni De Vecchi curatore dell’impostazione del volume, delle didascalie e della revisione dei testi. Hanno contribuito: Provincia, Comune di Belluno, Comune di Sedico, Comitato festeggiamenti Bribano, Circolo bellunese “Berto Gidoni” auto-moto d’epoca; hanno collaborato: Federico Cervo per la trascrizione e computerizzazione dei dati; Angelo e Pamela Fiori chehanno realizzato le foto e la copertina; Loredana Borghetto e Mara Barchet, per la revisione delle bozze. Dopo la presentazione generale del pregevole lavoro, nello scorso servizio, oggi vediamo di sintetizzare quanto scritto a proposito del “Servizio di posta e corriere in Cadore fra il 1800 e il 1900”. Detto che “è noto a tutti coloro che risiedono o si recano in Cadore che la piazza Tiziano a Pieve è stata fino a qualche anno fa un nodo del traffico, un centro di smistamento delle autocorriere in servizio per le varie località” il dott. Grazioso Fabbiani che in proposito ha realizzato uno studio, pone la domanda: “Ma cento anni fa come si svolgeva il collegamento da e per la pianura, da e per la Valle del Boite, la Valle del Piave, l’Oltrechiusa, il Comelico e Sappada?”. E richiana un servizio di Antonio Ronzon, pubblicato nel 1877 nel periodico Il Cadore, dove spiegava che: “Il viaggiatore che fosse partito da Conegliano coll’omnibus (a cavallo) circa a mezzogiorno, giunto a Ponte nelle Alpi alle sei pomeridiane, in un’ora si può collo stesso andare a Belluno per passare la notte ove troverà ogni suo agio al ‘Cappello’ o al ‘Leon d’Oro’. La mattina può partire alle 5,10 colla ‘messaggera’ che incontra a Ponte nelle Alpi, alle sei circa, quella che viene da Conegliano di notte: l’arrivo a Pieve di Cadore è previsto per le ore 11.55”. Viene poi precisato che il tragitto da Pieve a Lozzo veniva percorso in due ore ed altre due ore da Lozzo ad Auronzo. Mentre in un’ora circa la ‘messaggera’ andava da Cima Gogna a Santo Stefano e da qui partivano i collegamenti con gli altri comuni del Comelico e Sappada. Da Pieve una corriera per Tai, Valle, Venas, Vodo, Borca, San Vito percorreva tutta la valle del Boite fino a Cortina (allora in Austria) in circa cinque ore. Grazie al contributo di Fabbiani appare evidente a chi legge che “il tragitto da Belluno ad Auronzo era di complessive dieci ore ed il prezzo era di lire 6,80 per la sola andata. Il che porta a considerare che “Un operaio qualificato poteva guadagnare lire 2 al giorno dopo 10 ore di lavoro, senza assistenza, senza ferie, senza pensione”. Intorno al 1906 a Milano venne costituita la “Società italiana trasporti con automobili” e fu istituita la linea Belluno-Pieve con tre macchine tipo montagna fornite dalla Casa Pickerin e C. di Londra, consegnate nel marzo 1906. Dopo le prove stradali “dall’esito abbastanza favorevole “si dimostrarono adatte a superare le salite di una via inghiaiata, polverosa e fangosa in 2 ore e tre-quarti, Va detto che la salita della “Cavallera” fra Perarolo e Tai richiedeva uno sforzo eccezionale nel superare tre curve molto pericolose e con la strada molto spesso ingombra di carri per il trasporto legname e con pendenza dall’8 al 12 per cento. La Grande Guerra creò problemi nuovi per i trasporti pubblici ma portò miglioramenti notevoli agli automezzi e dal 1927 il servizio della Società automobilistica Dolomiti (Sad) e della Soc. Carnica garantirono collegamenti fra le valli, i passi dolomitici e la pianura. C’è poi, di seguito, il capitolo che si sofferma sul “Primo tentativo di istituire un servizio di trasporto passeggeri con autovetture in provincia di Belluno” col richiamo all’anno 1905 quando la Società italiana di trasporti con automobili di Milano presentò alla Prefettura bellunese domanda “per ottenere la licenza di esercitare un servizio permanente di trasporto passeggeri, bagagli e piccoli pacchi, con vetture automobili lungo le strade nazionali 8 e 9 con tre corse di andata e tre di ritorno da Belluno a Pieve di Cadore, toccando le località intermedie di Ponte nelle Alpi, Fortogna, Longarone, Castellavazzo, Termine, Ospitale, Rivalgo, Perarolo e Tai. Consultata dal Prefetto, la civica amministrazione di Belluno nel 1907 comunicava: “Quest’amministrazioneè pienamente favorevole acché sia accordato alla Società Milanese di trasporti il permesso di attivare un servizio regolare da Belluno a Pieve di Cadore e pure essere opportuna la concessione di adeguato sussidio da parte del Governo (in base alla legge dell’8 gennaio 1905 – ndr.). Le difficoltà tuttavia erano molteplici e complesse e non è dato sapere e la cosa ebbe un seguito. In proposito nel libro di Fiabane-Fiori viene riportato, per concessione di Grazioso Fabbiani che lo conserva nel personale archivio, un documento dell’ottobre 1906 nel quale il Consiglio di amministrazione della Società cerca di spiegare ai soci azionisti quali e quante difficoltà incontri il progetto della linea da e per il Cadore. Esprimendo l’auspicio che le nuove prove che la società stessa “cercherà con ogni sforzo e cura di fare, abbiano a svolgersi tra l’assistenza deferente di tutti gli interessati, uniti con noi in una comunione di fiducia di intenti”. Concludiamo questa nostra incursione in “Un secolo in corriera nella provincia di Belluno” con qualche notizia sulla ditta Marcon di Mestre: Giorgio Marcon detto “Il Capitano” nel 1910 fondò in Viale della Stazione, appunto a Mestre, una ditta di trasporto pubblico di linea in concessione, della quale non sono state reperite né documentazione né storia ma sono state trovate diverse foto che ne testimoniano la presenza specialmente nell’Ampezzano, nel Cadore e nel Bellunese. Risulta che la Marcon fece servizio per circa vent’anni non si sa se con linee stagionali o annuali. Nel 1993 si traformò in “Società anonima Garage Marcon Mestre” e tre anni dopo cessò l’attività per fallimento.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Un secolo in corriera nella provincia di Belluno”): anni 1900-1910: diligenza a cavallo, postale e per trasporto viaggiatori (sistemati anche sopra il tetto); “Giardiniera” della ditta Zanella, tirata da tre cavalli, in servizio postale e passeggeri sulle tratte Agordo-Bribano e Agordo-Belluno fino alla Grande Guerra; anno 1928: vettura che a Cortina andava a prelevare al treno i pazienti da ricoverare all’istituto Codivilla-Putti, che si vede sullo sfondo; anno 1911: le prime vetture Spa del “Garage Marcon” di Mestre in servizio giornaliero sulla linea Belluno-Cadore-Cortina; siamo nel 1910, autovettura Spa 40 hp del “Garage Marcon” in sosta a Borca di Cadore durante il servizio postale e passeggeri Belluno-San Vito di Cadore; anni ’20: due autovetture dell’azienda di Mestre in Piazza Campedel, ora dei Martiri, a Belluno dove aveva anche una sede nella località La Cerva; autocorriere in sosta, siamo negli anni ’30, nel piazzale della stazione di Cortina d’Ampezzo; arrivo a Cortina nell’anno 1929 di alcuni torpedoni della ditta Buzzatti; un’autocorriera Ceirano in servizio sulla linea Agordo-Cortina; siamo nel 1911, autovettura Spa del “Garage Marcon” davanti all’hotel Croce Bianca di Cortina; anni ’60: autocorriera Om Leoncino carrozzata Barbi, della Sad, in servizio sperimentale sulla tratta Lozzo di Cadore-Pian dei Buoi.
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