di RENATO BONA
Nel centenario della morte dell’eroe italo-cileno Arturo Dell’Oro, dal 21 settembre e fino alla fine di ottobre del 2017 Belluno aveva proposto eventi celebrativi a Palazzo Doglioni-Dal Mas, sede di Confindustria Belluno Dolomiti, promossi da Comune e Casa d’Europa Dolomiti con la collaborazione dell’associazione Bellunesi nel mondo, dell’Aero club Belluno intitolato proprio a Dell’Oro, e di istituzioni cilene: il 21 settembre nella sala briefing dell’aeroporto la mostra fotografica “Cent’anni fa: il campo di volo militare di Belluno e Arturo Dell’Oro” quindi nel cortile di palazzo Doglioni Dal Mas lo scoprimento di un biplano “S.E.SA” caccia impiegato nella Grande Guerra, con sorvolo di alcuni aerei storici della prima guerra mondiale e, a seguire, nella Barchessa adiacente al Palazzo, l’inaugurazione della mostra “Sulle ali della memoria, la Grande Guerra”; infine, all’Ossario di Mussoi, nel tempio dedicato ai Caduti per la Patria, dove è tumulato Dell’Oro, la posa di una corona d’alloro. Nella circostanza, Loredana Pra Baldi aveva curato per Casa d’Europa Dolomiti, con il contributo del Comune all’epoca guidato dal sindaco Jacopo Massaro, la realizzazione di un libretto di una cinquantina di pagine (stampa della tipografia Dbs di Rasai di Seren del Grappa; in copertina Arturo Dell’Oro con il suo caccia “Nieuport Ni11”, dedicato all’eroico aviatore. In apertura il saluto di Massimiliano Pachner, presidente di Casa d’Europa Dolomiti, il quale aveva ricordato che il sodalizio “si è attivato, anche con questa iniziativa (dopo quella di un anno prima per ricordare il centenario della morte di un altro bellunese illustre: “Andrea Brustolon, il “Michelangelo del legno”) per concorrere alla promozione e valorizzazione del territorio dolomitico prendendo spunto da eventi storici, cultura locale e personaggi nati o vissuti nei nostri luoghi”. Il sindaco Massaro aveva ricordato che Dell’Oro, volontario nel corpo dell’Aeronautica era morto nel 1917, a soli 21 anni, nei cieli di Belluno dopo uno scontro aereo con il nemico: “E’ un personaggio lontano nel tempo ma che in città è presente con l’aeroporto a lui dedicato e una via a lui intitolata; le sue spoglie hanno riposato a lungo nel cimitero urbano nella sezione militare nella tomba sormontata da un’elica, per poi essere traslato con solenne pubblica cerimonia nella chiesa di Mussoi”. Dal canto suo il console onorario del Cile a Vicenza, Aldo Rozzi Marin aveva rievocato la figura di Dell’Oro, sergente pilota da caccia dell’83. squadriglia del Corpo aeronautico del Regio Esercito, rammentando che “accorse, volontario dal Cile, per compiere i suoi obblighi militarti e partecipare alla Grande Guerra, dimostrando alto sentimento patriottico e grande dedizione al dovere. Impegnato in un asperrimo combattimento aereo, con irrefrenabile slancio attaccò un aereo austriaco e, dopo una lotta nei cieli di Belluno reagì indomito all’inceppamento della mitragliatrice, non esitando a gettarsi con il proprio velivolo contro quello nemico, trovando morte gloriosa” con un’azione che gli valse la medaglia d’oro alla memoria per il coraggio e il valore dimostrati, immolando la sua giovane esistenza all’onore e all’amor di Patria. La memoria della sua audacia è viva non solo in Italia ma anche in Cile”. Il presidente dell’Associazione degli emigranti “Bellunesi nel mondo” Oscar De Bona affermò che l’Associazione “con orgoglio vuole dare il patrocinio a questa lodevole iniziativa che ricorda Dell’Oro in occasione del centenario della sua tragica scomparsa in combattimento, nel nostro capoluogo”. Luca Barbini, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti affermava che il centenario della scomparsa di Dell’Oro “è occasione non solo per ravvivarne la memoria, ma anche per rafforzare i rapporti tra la nostra provincia e il Cile dove Arturo Dell’Oro è nato nel 1896 da genitori emigranti italiani”. L’ambasciatore del Cile in Italia, Fernando Ayala dal canto suo in un messaggio sottolineava che: “… In queste occasioni colgo sempre l’opportunità per ringraziare l’Italia per l’accoglienza data a migliaia di cileni fuggiti dalla dittatura negli anni ‘70, dando loro sostegno morale e opportunità per una nuova vita. Arturo Dell’Oro sarebbe stato orgoglioso di constatare che la Patria che ha deciso di difendere avrebbe in seguito teso con solidarietà la mano al suo caro Cile nei momenti più complessi della sua storia recente”. Gratitudine nei confronti di Dell’Oro esprimevano Jorge Robles Mella, comandante della forza aerea, capo dell’aviazione cilena e Victor Villalobos Collao, generale della brigata aerea e direttore generale dell’Aeronautica civile cilena.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libretto “Arturo Dell’Oro” di Loredana Pra Baldi): la copertina della pubblicazione con l’eroe italo-cileno; emigranti italiani; Arturo giovane aviatore; eccolo a bordo del suo aereo; l’eroe con medaglia d’argento e poi d’oro; a bordo del caccia Nieuport; aereo della prima guerra mondiale in volo; in procinto di volare; i resti dell’aereo di Dell’Oro sulle pendici del monte Pelf; folta partecipazione alle esequie dell’eroico pilota; la prima tomba al cimitero bellunese di Prade; il cippo tuttora esistente; cerimonia di traslazione della salma all’Ossario Sacrario di Mussoi; i resti oggi sono nel Tempio ai Caduti per la Patria; motivazione delle decorazioni al valore; gonfalone dell’Associazione Aeronautica di Belluno; Arturo di fronte alla mitragliatrice “Lewis calibro 77” in dotazione al suo caccia, inceppatasi nell’ultimo duello aereo; a Forno di Zoldo col padre.