Dalla dottoressa Liliana Lora, Medico di Medicina Generale, Segretario Regionale Veneto SMI riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera inviata al Presidente della Regione Luca Zaia.
Egregio Presidente, sono una cittadina Veneta, un medico di medicina generale e mi onoro di rappresentare i miei colleghi, convenzionati e non, in un sindacato che si è sempre posto come propositivo e collaborativo con gli ideali di salute pubblica, universalistica ed egalitaria sanciti dalla nostra Costituzione, nel rispetto della professionalità e delle condizioni di lavoro dei medici. Forse per questo ho fatto molta fatica a trovare le parole per rappresentarle la mia
delusione nel sentire i Suoi toni di questi giorni nei confronti della nostra categoria professionale. Era necessario ((le chiedo) era cosi importante per rafforzare la sua immagine utilizzare i toni e le parole che ha usato? “Rendo obbligatorio per i medici di famiglia …. in caso contrario saranno sanzionati fino anche alla revoca della convenzione”.
E’ il Veneto, o è un mio sogno, ad essere additato come sistema di assistenza territoriale di eccellenza? E se è così da chi pensa dipenda? Siamo noi o no ad aver dato luogo allo splendido progetto delle medicine di gruppo integrate che per decisione regionale sono poi state bloccate nella loro completa realizzazione? Se ora fosse stato un progetto portato a termine il Veneto, egregio Presidente, non avrebbe bisogno di cooptare nessuno, perché il territorio sarebbe in grado di dare la massima risposta senza mettere a rischio colleghi, pazienti e personale collaboratore. Ma adesso siamo ancora noi, i “peones” medici di famiglia, a dare il massimo nel venire in soccorso dei SISP ai quali manca personale e ai colleghi ospedalieri che sono sotto-organico e con carenza di posti letto. Perchè il tracciamento, la informo, ormai è saltato da più di 2 settimane e tutte le azioni necessarie vengono svolte già da noi, non aiutati, non tutelati e non compresi. Non siamo codardi, noi medici di famiglia, non ci nascondiamo per non lavorare, Presidente! riteniamo solamente che ad un professionista (come a qualsiasi persona) si debba rispetto e si chieda collaborazione, dandogli gli strumenti per poterla offrire. La nostra preoccupazione principale è la tutela degli assistiti affetti da qualsiasi patologia (non solo COVID), ma anche dei colleghi. Non possiamo permetterci di perderne ancora per questo. Con i proclama si comanda, non si governa! La collaborazione è sempre stata offerta ed ancora rimane perchè siamo medici ed abbiamo a cuore i nostri pazienti.