A cura di Alessandro Savio*
*attento studioso di storia e tradizioni locali
In Comune di Taibon Agordino (Bl), il 24 ottobre 2018, si è verificato un pauroso e notevole incendio che ha interessato un’ ampiezza di vari chilometri alle pendici delle Pale di San Lucano, dal confine con il Comune di Cencenighe verso Sud- Ovest per propagarsi a monte delle frazioni abitate di Peden,Villanova, Forno di Val e La Merla. Fortunatamente non si sono verificati problemi alle case ed alle persone , nonostante il forte vento, ma anche grazie all’intervento massiccio dei vigili del fuoco con un incredibile spiegamento di persone e mezzi tra i quali elicotteri e canadair . Nei giorni successivi un’altra più grande sciagura ha investito il nostro paese: a causa del vento sono stati cancellati ettari di bosco,si sono verificate esondazioni di torrenti , asportazione di argini,disagi alla viabilità, alle comunicazioni ed alle linee elettriche e telefoniche creando grave apprensione e paura per la popolazione; fortunatamente sono state risparmiate le abitazioni e le persone. In questo frangente ci siamo accorti ancora una volta della fragilità del nostro territorio che ha messo in evidenza gli stessi punti critici delle precedenti alluvioni del 1951 , del 1966 e quella attuale, pur attenuata dalla presenza delle opere di mitigazione e di protezione eseguite dopo gli eventi del 1966, altrimenti sicuramente il bilancio sarebbe stato assai più tragico. A questo punto possiamo fare delle considerazioni in merito a questi fenomeni naturali : innanzitutto bisogna ringraziare tutti i soccorritori ed i volontari che si sono prodigati in questi giorni a favore delle popolazioni colpite , compresi gli amministratori e addetti comunali che si sono dati da fare per il bene della propria gente. Inoltre ci auguriamo che VENGA ELIMINATA LA BUROCRAZIA E SEMPLIFICATE LE NORME . La parola “ burocrazia” intende, in senso astratto, il dominio e l’eccessivo potere della pubblica amministrazione che porta con sè l’improduttiva pedanteria delle consuetudini, delle forme, delle gerarchie, anche a proposito di amministrazioni e organizzazioni non pubbliche , ma che ne ricalcano gli aspetti e soprattutto i difetti. Se torniamo al problema dell’incendio che poteva avere delle conseguenze assai più tragiche, ed anche alla attuale condizione dei nostri boschi, che necessitano sicuramente di una fondamentale viabilità per il recupero completo degli alberi abbattuti, possiamo ben capire l’importanza della presenza di strade silvo pastorali ,forestali, o di penetrazione nel nostro territorio. In particolare , già in tempi non sospetti nel 2010, era stata progettata una pista forestale dalla località “ La Cava di Forno Val” in Comune di Taibon fino alla località “ Coi di Peden” . Tale pista avrebbe avuto un minimo o inesistente impatto ambientale,scarso impegno di manutenzione per le modeste pendenze, ma soprattutto sarebbe stata realizzata a totale carico dei privati senza gravare sulla pubblica amministrazione , ebbene non è stata realizzata per i soliti problemi “burocratici” sebbene in fase progettuale era stata evidenziata l’importanza e la finalità dell’intervento di accesso ai fondi, per recupero del legnatico e legname da opera,per collegamento e passeggiate ed escursioni dalla località di Forno Val alla località Coi Di Peden, ma soprattutto utilissima come strada tagliafuoco nel caso di incendio per avvicinamento ed accesso da parte dei mezzi di soccorso e vigili del fuoco in maniera di scongiurare ed attenuare il pericolo alle abitazioni sottostanti. Siamo tutti a conoscenza che queste zone progressivamente abbandonate dal punto di vista segativo, con la conseguente crescita del bosco stabile, sono state contestualmente lasciate senza rete di strade di penetrazione forestale e le strade esistenti si sono negli anni riempite di fogliame,ramaglie e detriti con crescita di cespugli vari ed alberi. Allo stato di abbandono si è accompagnato anche un evidente degrado ambientale del territorio, con la crescita di vegetazione cespugliosa di sottobosco lungo le strade, sentieri e soprattutto nel greto dei torrenti e dei fiumi, che può provocare, in caso di piena, un effetto diga con le risapute conseguenze. Alla luce di quanto esposto possiamo pertanto affermare che le attuali norme,vincoli e leggi, impediscono o limitano il taglio della vegetazione nei torrenti e limitano la realizzazione di strade o piste forestali che sarebbero di vitale importanza per l’accesso ai fondi da parte dei numerosi proprietari con mezzi meccanici semplici per favorire il ripristino degli originali lavori di economia rurale abbandonata, la coltura boschiva,il prelievo del legnatico,il ripristino di qualche vecchio tabià abbandonato ed il locale sfalcio dei fondi. Questa facilitazione delle norme a sostegno degli interventi sopracitati si tradurrebbe in beneficio territoriale ed ambientale, con le positive ricadute del caso; tale aspetto dovrebbe essere AUSPICATO , PROMOSSO, E SOVVENZIONATO DAGLI ENTI TERRITORIALI DI COMPETENZA in tutta l’area dolomitica bellunese.
FOTO ANNI 20