Cittadino onorario di Belluno (una via porta il suo nome) , è effigiato in un medaglione bronzeo di Franco Murer “Cittadino onorario di Belluno, Maggiore dell’esercito britannico, partecipò attivamente alla Resistenza nel 1944 quale capo della missione alleata che operò i collegamenti con la divisione partigiana ‘Nino Nannetti’. Creò i presupposti per la liberazione di Belluno”. E’ quanto si legge in “Toponomastica di Belluno”, pubblicazione del Comune che risale al 1990, ad indicare la via Tilman, cioè: la terza diramazione a destra dalla via F. Pellegrini alla via A. di Foro. C’è uno straordinario volume – curato dallo scrittore bellunese Roberto Mezzacasa: “La via Tilman. Da Falcade ad Asiago sui sentieri dei Partigiani”, guida storica ed escursionistica propiziata dal Cai di Asiago e da quello di Falcade,edita da Nordpress di Chiari in provincia di Brescia per la collana “campo base” diretta da Marino Manuelli, e stampata nel giugno 2002 dalla bresciana Color Art di Rodengo Saiano – che illustra la nobile figura del valoroso inglese Harold William Tilman, maggiore di artiglieria dell’esercito britannico, impegnato nel Bellunese per gestire la distribuzione di armi, munizioni, vestiario e cibo paracadutati nella zona e forniti dagli Alleati tra il settembre del 1944 e l’aprile del 1945. Prima di soffermarci su Tilman, rendiamo il giusto merito a Roberto Mezzacasa, l’autore dell’opera (oltre 200 pagine, moltissime splendide immagini) riportando quanto scritto nel retrocopertina: “Nato in provincia di Belluno nel 1945, abita a Bologna dal 1980. Da anni si occupa di ricerca storica che conduce sia ‘sul campo’ che in archivi e biblioteche, E’ membro del consiglio direttivo dell’Archivio storico della Camera del lavoro di Bologna. Ha pubblicato ‘Da Asiago a Falcade sui sentieri della Grande Guerra 1915-1918 – Percorso Ottone Brentari’ (Nordpress editore, 1998) e ‘Servizi segreti alleati e brigate partigiane nel Veneto’ (Il Prato editore, 2001). Ha inoltre curato le ristampe delle opere ‘Ricordi di guerra’ di Angelo Manaresi, e ‘Guerra per crode’ di Giovanni Sala ed Antonio Berti”. Ed ora – con l’ausilio della libera enciclopedia Wikipedia – vediamo chi è stato Harold William Tilman detto Bill: “Nato nella contea del Cheshire in Inghilterra, da una benestante famiglia di mercanti, può senza difficoltà essere definito l’ultimo vero esploratore ed eroe romantico nel senso più ottocentesco del termine. Ancor prima di compiere 18 anni fece carte false per partecipare alla prima guerra mondiale; riuscì ad arruolarsi nella Royal Artillery e fu mandato a combattere sulla Somme, guadagnando due Militar Cross per coraggio in azione. Dopo la guerra divenne piantatore di caffè, ma presto l’unica ragione per restare nelle colonie africane di Sua Maestà Britannica divennero le montagne. Insieme ad Eric Shipton, con il quale formerà una delle più famose coppie d’alpinisti nella storia di questo sport, scalarono il Monte Kenya nel 1929, il Kilimangiaro e il Ruwenzori. Alla fine della sua esperienza nel continente nero, pensò bene che sarebbe stato più interessante attraversare il continente in bicicletta e imbarcarsi sulla costa occidentale”. Ancora: “Grazie alla meritata fama, Tilman fu incaricato di organizzare il primo serio tentativo di conquistare l’Everest dopo la sfortunata spedizione di George Mallory del 1924. Nel 1938 la spedizione giunse, senza l’aiuto dell’ossigeno, fino a circa 8150 metri. L’arrivo della seconda guerra mondiale impedì a Tilman di organizzare quella che probabilmente sarebbe stata la conquista della montagna, dal momento che la spedizione del 1938 fornì le informazioni geografiche e climatiche necessarie per un attacco definitivo. Ed ecco la seconda guerra mondiale col nostro che di nuovo si arruolò come volontario, combattendo da ufficiale di collegamento dietro le linee nemiche in Albania, Jugoslavia e nel Veneto. In particolare fu attivo con i partigiani della Divisione Nino Nannetti stanziati nell’area del Cansiglio-Alpago (Missione Simia): lo scopo era di valutare e organizzare i lanci degli approvvigionamenti degli alleati, le possibili vie di fuga sulle montagne per i prigionieri e la latitanza per i piloti alleati abbattuti. Per un periodo fu nella brigata Garibaldina Antonio Gramsci di Feltre; si meritò, fra l’altro, la cittadinanza onoraria di Belluno. Dopo la guerra lasciò perdere la montagna per dedicarsi a campagne di esplorazione in Pakistan, Xinjihang, Kirghizistan, Tibet, Karakorum e Nepal. Nel 1977, quasi ottantenne, capitanò una spedizione in Antartide ma durante la seconda tappa della traversata, tra Rio de Janeiro e Stanley, nelle isole Malvinas la nave scomparve: era l’1 novembre 1977 e non si ebbe più notizia di nessun membro dell’equipaggio. Secondo il Royal Geographical Society venne dichiarato morto nel 1979. Concludiamo illustrando come si articola la “Via Tilman” su un tracciato di circa 190 chilometri con dislivello complessivo in salita di 9 mila metri e quello in discesa di poco superiore. Tappa 1: da Falcade a Garès per Forcerlla della Stia; 2: da Garès a Rivamonte Agordino per Forcella delle Cesurette, Valle di San Lucano, Soccòl, Voltago; 3: da Rivamonte Agordino a Casèra Campotorondo per Forcella Franche, Tisèr, Pattine; 4: da Casèra Campotorondo al Rifugio Boz per Casèra Erera, Forcella dell’Omo, Casèra Cimonega, Col dei Bechi, Passo Alvis; 5: dal Rifugio Boz al Rifugio Dal Piaz per Passo Finestra, Sasso Scàrnia, Piazza del Diavolo, Passo Piétena; 6: dal Rifugio Dal Piaz a Seren del Grappa per Passo di Croce d’Aune, Monte Avena, Arten, Caupo; 7: da Seren del Grappa all’albergo Forcelletto per Ponte d’Avièn, Pontera, Val dell’Albero, Prasolan; 8: dall’albergo Forcelletto al rifugio Scarpon per Monte Pertica, Rifugio Bassano, Cima del Monte Grappa; 9: dal Rifugio Scarpon a Carpanè, Valstagna, per Monte Asolone, Col della Berretta, ex albergo Finestron, Col Moschin; 10: da Carpanè ad Asiago per Valstagna, Calà del Sasso, Col del Rosso, Bertigo, Zocchi
. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “La via Tilman):Tabella col nome e via Tilman a Belluno; l’autore Roberto Mezzacasa; la copertina del prezioso volume; Cime d’Auta viste da Caviola; il cippo all’inizio della “Via Tilman”nella valle del Focobon, col medaglione in bronzo con l’effige di Tilman, donato da Franco Murer figlio di Augusto; Vittorio Gozzer, a sinistra, con Tilman nell’aprile 1945; John Ross e Tilman nell’immediato dopoguerra; l’abitato di Zocchi; il cippo di Col del Rosso che ricorda i caduti della Grande Guerra; il paese di Bertigo verso la conclusione della Via; il Sacrario militare di Asiago dove la “Via Tilman” giunge al traguardo.