BELLUNO Primo maggio, Festa del Lavoro. A Belluno la manifestazione di sindacati a cui ha partecipato anche il Presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin.
L’INTERVENTO DI ROBERTO PADRIN
SANITA’: Ringrazio i sindacati per aver focalizzato l’attenzione di questo primo maggio sulla sanità e sui lavoratori della sanità. Il luogo in cui ci troviamo è particolarmente significativo perché tutti sappiamo quanto le case di riposo siano state (e in certo modo siano ancora) uno dei simboli della crisi pandemica. I nostri anziani sono stati colpiti in maniera massiccia dal virus e le case di riposo hanno dovuto adottare sistemi di sicurezza che hanno impedito ai loro ospiti di avere contatti con l’esterno, con figli, familiari, amici. I nostri anziani con tenacia ci hanno mostrato ancora una volta quanto il sacrificio e l’impegno siano fondamentali nel superare le crisi, compresa quella che stiamo vivendo. Ma anche l’impegno e il lavoro degli operatori della sanità si sono dimostrati imprescindibili. E oggi più che mai ci ricordano che senza salute, senza sanità, non può esserci neanche lavoro. Del resto, sanità e lavoro sono due diritti fondamentali della persona. LAVORO: Oggi celebrare il lavoro e i lavoratori è difficile. Dopo il lockdown e un anno intero di pandemia, cominciamo a registrare consistenti e innegabili segni di malessere, di crisi economica e corriamo il rischio di veder diventare le difficoltà dei lavoratori veri e propri drammi sociali all’interno delle nostre comunità. Il momento è complesso, ma ne usciremo. Da bellunesi, rimboccandoci le maniche e con la solidarietà. Quella solidarietà che Provincia e sindacati hanno unito nel Fondo Welfare e che nelle ultime settimane sta raccogliendo le donazioni dalle buste paga dei lavoratori, a favore di famiglie in difficoltà. Certo, la solidarietà interna al nostro territorio è uno strumento eccezionale – e tutti sappiamo quanto siano campioni di generosità i bellunesi -. Ma non basta. Ecco perché abbiamo bisogno che il Recovery Plan e tutto quello che verrà dopo il Covid abbia un occhio di riguardo per il lavoro. Dobbiamo salvaguardare il lavoro e creare un nuovo sviluppo, sostenibile e a misura di territorio oltre che dei singoli uomini e donne che compongono le nostre comunità. Il lavoro come valore è fondato anche nella nostra carta costituzionale. E non possiamo ignorarlo. CRISI AZIENDALE: La salvaguardia del lavoro passa anche dalla difesa dei posti di lavoro. E in questo non possiamo dimenticare che ci sono due situazioni particolarmente spinose nel nostro territorio. Acc e Ideal Standard stanno vivendo situazioni differenti ma simili. Entrambe le aziende sono in difficoltà e hanno al loro interno donne e uomini, lavoratrici e lavoratori, giustamente preoccupati per il loro destino. Si tratta di stabilimenti storici che costituiscono un vanto del nostro territorio, con produzioni che negli anni hanno rappresentato il fiore all’occhiello della manifattura bellunese. Oggi rappresentano la linea di difesa da cui cominciare a ricostruire la cultura del lavoro nel nostro territorio. Fatta di persone, del loro impegno quotidiano, della loro professionalità e non di fondi stranieri che spolpano l’osso prima di andarsene da un’altra parte. Se potremo ancora celebrare il 1° maggio, in futuro, sarà perché avremo difeso il valore dei lavoratori e di quello che sanno fare.