Inverno 2019-20 e cambiamenti climatici
di Claudio Pra
RADIO PIU Piove anziché nevicare, con le temperature che si mantengono ben al di sopra dello zero anche a quote elevate. E’ il trend andato in scena finora sulle nostre Dolomiti. E’ vero, l’inverno è ufficialmente appena cominciato, ma non c’è da stare allegri. A dire il vero in questo periodo la neve era scarsa o assente anche in altre annate, ma perlomeno il freddo si era già fatto sentire, permettendo alle località sciistiche a quote medie e basse di preparare le piste per Natale grazie all’innevamento programmato. Cosa che quest’anno diventa ardua se non impossibile. Eppure nella prima decade di novembre una consistente nevicata aveva imbiancato il paesaggio anche al di sotto degli ottocento metri, mettendo in moto con molto anticipo gli impianti di qualche località. Ma in seguito le temperature alte hanno riportato la pioggia, rovinando il manto nevoso dai 1600-1700 metri in su. Ecco quindi palesarsi sotto i nostri occhi, insieme a tanti altri avvisi piccoli e grandi, gli effetti del riscaldamento globale che anno dopo anno si fanno sempre più chiari. In questo contesto, facendo finta di niente, si sente ancora qualcuno parlare di ampliamento dei caroselli sciistici o della creazione di nuovi collegamenti, ignorando, oltre ai segnali, le previsioni dei climatologi che da anni sostengono che il riscaldamento globale confinerà la neve abbondante attorno ai duemila metri di quota. Al di sotto ci potrà essere l’inverno nevoso ma molto più spesso inverni scarsi o scarsissimi di neve. Finora la neve artificiale ha ridimensionato la problematica, ma le temperature in aumento pongono dubbi anche su questo rimedio. Se non si prende coscienza di ciò si continuerà a investire denaro per nulla e si rovineranno zone che invece con lungimiranza permetteranno in futuro di continuare ad attrarre turisti sulle nostre splendide montagne.
servizio audio con Luca Mercalli, noto meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico