BELLUNO La grande promozione con la rassegna dell’Ascom “A tavola con Dolomieu 1988-1989” “Una grande pentola di rame nella quale ribolle la polenta appesa sopra il fuoco di un camino: è l’immagine più emblematica della cucina veneta ed anche, naturalmente, della cucina di montagna”:ì. Un’immagine che unisce uomo e cibo in un rapporto quasi sacrale ma che richiama anche alla mente l’ospitalità delle genti venete, quel loro ritrovarsi attorno ad un camino acceso. In montagna tutto questo significa anche solidarietà, amicizia, il fuoco del camino aiuta il dialogo, un sorso di grappa unisce gli animi. La cucina delle montagne venete è nata cucina povera, di gente che stringeva i denti, e si è mantenuta tale. I suoi ingredienti sono semplici: la polenta, la cacciagione, i funghi, i formaggi. Ma negli anni c’è stato chi ha saputo portare questa cucina a livelli di grande raffinatezza, senza intaccarne le caratteristiche, valorizzando proprio certi piatti che rischiavano di andare dimenticati…”. Così l’assessore al turismo della Regione Veneto, Jacopo Panozzo, presentava “A tavola con Dolomieu 1988-1989” rassegna gastronomica delle vallate bellunesi promossa ed organizzata dall’Ascom, ed il libro edito per l’occasione (caratterizzato da un testo introduttivo di Bartolomeo Zanenga; ricerca iconografica e coordinamento gastronomico di Gianluigi Secco, progetto editoriale e coordinamento grafico di Eronda Graphic Design studio & Belunat, stampa di Grafiche Antiga di Cornuda) e concludeva: “Questa pubblicazione intende essere un riconoscimento a questo sforzo. Duecento anni dopo la scoperta geologica sulla composizione della roccia di queste montagne, l’invito è quindi quello di accomodarsi ‘A Tavola con Dolomieu’ per gustare piatti straordinari in uno scenario irripetibile. Un volume, quello edito allora, a proposito del quale Carlo Terribile, presidente dell’Ascom bellunese ebbe a dire: “Non vuole essere un ricettario né, tanto meno, una storia della cucina: ma sta a testimoniare l’impegno di quanti, ristoratori, artisti, collaboratori e ‘sponsor’, hanno creduto in questa manifestazione, ardito abbinamento tra i sapori della cucina e i colori della pittura, realizzando indirettamente anche un valido strumento di promozione turistica! Dopo la duplice presentazione, il mirabile contributo (sul quale contiamo di tornare – ndr.) di Zanenga che partiva dall’interrogativo: “Ma cosa mai avrà mangiato Déodat (Dieudonné) Sylvain Guy Tancrède de Gratet, signore di Dolomieu, nelle sue scorribande attraverso queste nostre valli dolomitiche?”, e quindi l’elenco delle ricette proposte dai locali partecipanti all’iniziativa, con l’abbinamento del piatto ricordo di “A tavola con Dolomieu” “illustrato” da artisti di vaglia: “Pinza da Noze” (torta antica da sposa) di Franco Fiabane, ristorante Al Borgo; “Patora” di Gianni Pezzei, ristorante albergo Dolada; “Lasagne da fornel” (tagliatelle alla valladese), albergo ristorante Val Biois; “Capriol co le scarogne” (capriolo allo scalogno), di Gino Mellere, ristorante Baita a l’Arte; “Coda e ciòpa sopida” (coda e collo in umido), di Renato Bristot, ristorante Alle Alpi; “Menestra de sciòs e sbulìe” (minestra di chiocciole e ortiche) di Aldo De Vidal, ristorante pizzeria Il Portico; “Caoret su l speo (capretto allo spiedo), di Lalla Ramazzotti Morassutti, ristorante tipico La Fasolera; “Casunziéi de zuca” (casoncelli di zucca), di Rinaldo Balzan, Hotel Corinna; “Gnoc de puina” (gnocchi alla ricotta affumicata) di Luciano Piani, ristorante Tabià; “Cauriol co l denever” (capriolo al ginepro) di Maurizio De Lotto, Hotel Cima Belprà; “Pes in conza” (pesce di lago marinato), di Vincenzo Munaro, locanda San Lorenzo; “Frico” (sfogliatina di formaggio) di Olga Riva Piller, Hotel Belvedere; “Cunicio a le verdure” (coniglio alle verdure) di Brunetta Cornaviera, albergo ristorante gelateria Rosolin; “Pestuzada dolze con salsa de brusciei” (spezzatina dolce con salsa di mirtilli) di Italo Squitieri, ristorante da Beppe Sello; “Cervo co le giasene” (cervo ai mirtilli) di Franco Murer, Hotel alla Posta; “Anera co le moie” (Anatra ai lamponi), di Riccardo Schweizer, ristorante Sporthotel Arabba; “Menestra da orz” (minestra d’orzo), di Claudio Nevyjel, Hotel Milano; “Menestra de rane” (zuppa di rane), di Giovanni De Bettin, Monaco sport Hotel; “Polenta encartufolaa e carn de fea” (polenta tartufata con carne di pecora) di Francesco Piazza, albergo ristorante Croce d’Aune Lionello; “Gnoche de Auronze” (gnocchi all’auronzana con erbe) di Vico Calabrò, Hotel Juventus; “Lasagnétes négres” (lasagnette scure) di Gino Silvestri, ristorante Al capriolo; “Conicio co le castegne” (coniglio alle castagne) di Nazareno Corsini, Ristorante Ferrovia; ”Scufiòt noseladi” (pasta alle noci) di Mauro Corona, albergo ristorante da Benito; “Panada de la Regina” (pancotto della Regina) di Chiara Buttignon, ristorante Piol; “Pestarei da sagra” di Eronda, ristorante locanda alla Vigna; “Boconi da festa” (bocconi di festa), di Paolo Cavinato, antica locanda Al Cappello; “Risi e fasòi co l bòn” (riso e fagioli conditi) di Luigi Voltolina, ristorante tipico Al Sasso.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni dal libro “A tavola con Dolomieu”): la copertina del libro edito in occasione della rassegna gastronomica delle vallate bellunesi; parete della cucina di casa Bona con diversi dei piatti realizzati per la Rassegna dell’Ascom bellunese; il piatto di Franco Fiabane; quello di Giuliano De Rocco; di Lalla Ramazzotti Morassutti; di Brunetta Cornaviera; di Franco Murer; di Vico Calabrò; di Paolo Cavinato.