di Renato Bona
Concludiamo la riscoperta di Longarone prima della immane catastrofe del 9 ottobre 1963, ammirando ancora una volta l’ottimo lavoro di Elda Deon Cardin (“E’ lontana da me ogni velleità letteraria: questo vuole essere solamente un semplice omaggio al mio paese natio. Ringrazio Gioachino Bratti” per il sensibile interessamento; Giuseppe De Vecchi per le informazioni tecniche e storiche; Marino Perera per la presentazione; Eliana Olivotto per aver concretamente collaborato all’attuazione del progetto; i collezionisti Anna Bonato, Benito Pagnussat, Bruno De Toffol, Eliana Olivotto, Giovanni Battista Polla, Giuseppe De Bona, Giuseppe Monti di Sopra; Grazia Talamini Gava; Luigi Dall’Armi; Nadia Rovelli Molin Pradel; Nerina e Carla Pra Baldi; Ostelvio De Bona, Umberto Fasolo per aver messo a disposizione le preziose cartoline; Thomas Pellegrini per la consulenza sulla grafia dialettale; Roberto Savelli della tipografia Niero e le sue maestranze, per la professionalità; Punto Immagine di Vittorio Veneto per la fedele riproduzione fotografica; Fabrizio Olivotto per la realizzazione grafica del logo Pulchra; tutte le persone che, a qualsiasi titolo mi sono state vicine), autrice del libro “Così lontano, così vicino…” che raccoglie cartoline del paese e dintorni dal 1890 al 1940, stampato nel dicembre 1998. Lo facciamo col capitolo intitolato “Le Ville e i Palazzi” nel quale la prima immagine proposta è quella di Longarone – Caserma Militare, 1900, di P. Breveglieri Belluno, collezione Edc, con questa dicitura: “Eccoci in Piazza Margherita, la più grande del paese. Al centro troneggia la Caserma Militare che, nel corso degli anni, vedremo assumere varie funzioni: caserma militare, caserma automobilisti, cooperativa di consumo, scuola professionale, sede delle poste e farmacia. A sinistra un vespasiano”. Ecco quindi una duplice immagine intitolata “Longarone Municipio” di Breveglieri, collezioni Gdb e Bdt, la prima del 1905 l’altra del 1919, per le quali è scritto: “Il Palazzo Mazzolà, costruito nel ‘700, ora sede del Municipio. Sul tetto spuntano due dei quattro comignoli ‘a mazza di tamburo’, fungo dal lungo gambo e dal grosso cappello. La famiglia Mazzolà proveniva da Venezia. Qui curava i suoi interessi avendo preso in affitto i boschi della ‘Regola di Longarone, Igne e Pirago’”. Ancora il Municipio con una foto di Burloni Belluno, del 1930: “Il Palazzo Mazzolà visto dal parco, con la bella scalinata ed il balcone in pietra di Castellavazzo. Nel 1920 Giuseppe Deon, nonno della scrivente, prestò il suo servizio alla comunità come sindaco”. Breveglieri autore anche della foto intitolata: “1905 Longarone – Scuole comunali”, collezione Gdb, con l’annuncio: “Di fronte alle scuole c’è un’osteria, dove un elegante divanetto impagliato invita a sedersi”. Stessi autore, soggetto ed anno, collezione Bdt: “Si è sparsa la voce che è arrivato il fotografo. E allora tutti in posa per essere immortalati. E’ del 1939 l’immagine delle elementari, editore il veneziano Vittorio Stein, collezione Edc, con didascalia che domanda: “Quanti bambini sono entrati in questa scuola?” e precisa: “Di fianco alla scuola, la casa di Puzzini e Pippolo”. Ed eccoci alla serie delle ville. Di Breveglieri, collezione Edc, anni 1905 e 1909, due immagini della Cappellari, di cui si legge: “Ancora oggi si può ammirare Villa Cappellari, abitata dalla gentile signora Anna Bonato. Il medaglione sul timpano raffigura Veneranda Sacchet Cappellari (1849-1890) in abito con tralci di rose. Sotto, al piano nobile, due ritratti sbiaditi dal tempo dell’architetto Mengoni a sinistra e di Talacchini a destra” e: “Un grande giardino circonda la villa, come fosse la cornice di un cammeo. Oggi di questo giardino resta ben poco”. Della stessa villa ecco Vittorio Stein, Venezia, collezione Ab. proporre un’immagine sotto la quale è scritto: “La ‘dependance’ a destra è stata ingrandita negli anni ’20 al fine di ottenere una sala da ballo per i figli del signor Bonato”. Breveglieri, collezione Edc anche per: “1917, Longarone, via Mezzaterra” con didascalia: “La bella cancellata di ingresso alla Villa Mac Malcolm è aperta e invita a percorrere la strada nel verde del parco”. Di Breveglieri, collezione Gbp è: “1919 – Longarone – Strada nazionale”: “Siamo sulla strada che porta a Villa Mac Malcolm. Sotto le statue del portale alcuni ragazzi fanno ‘le belle statuine’. Un carro si è fermato e tre uomini guardano l’obiettivo”. Stessi fotografo e collezionista per “1919 – Longarone (m. 474 s.m.) Panorama della Borgata e lo Spitz Gallina (m. 1547)” con dicitura: “A destra una bicicletta è appoggiata al muretto. Sotto il ponticello la linea ferroviaria. La strada che porta alla Villa Mac Malcolm è fiancheggiata da una ringhiera arricchita da sculture opera di maestri scalpellini locali”. Avanti con edizioni Matilde Nicola, Longarone, collezione Ida, per: “1928 – Longarone – Strada Malcolm” con stringata didascalia: “L’elegante ringhiera è stata decapitata degli ornamenti di frutta”. Di nuovo Breveglieri, collezione Bdt per “1910 – Strada degli Stab. Malcolm (Longarone)” dove si legge: “Quanta fatica per questi buoi: la strada è in salita! A sinistra la casa dei custodi della Villa Malcolm che si scorge ‘alla Punta’”. Breveglieri e Edc per: “1914 – Longarone – Giardino Villa Malcolm”: “Fa caldo alla villa e le signore sono in cerca di refrigerio”; stessi fotografo e collezionista per “1922 – Longarone – Giardino della Villa Malcolm-Padoan” e didascalia che spiega: “Vestiti lunghi e cappelli a larghe tese per queste due signore sedute sulla panchina. Una statua femminile versa dell’acqua nella vasca”. E pure per “1902 – Longarone – Villa Malcolm” così illustrata: “Sulle terrazze, sui balconi e sull’entrata, tutte le donne di casa osservano la partenza dell’automobile guidata da Cesare Arduini, classe 1884, patente n. 1”, e per “1912 – Longarone – Villa Padoan Malcolm”, didascalia: “Amanda Goldschmith e Lina Nono in posa in una giornata d’estate”. Breveglieri e Edc anche per “1915 – Longarone – Villa Malcolm”: “L’orologio segna le dodici. La carrozza è pronta per una gita in paese, il custode saluta togliendosi il berretto”, nonché per: “1915 – Longarone Villa Malcolm” con la precisazione: “E’ l’una e dieci alla Villa. La vettura guidata dallo chauffeur Cesare è rientrata per il pranzo. Sulla scalinata due fantesche attendono gli ospiti”. Le due ultime immagini sono rispettivamente di edizioni Matilde Nicola, foto Giulio Marino, collezione Odb: “1927 – Longarone Villa Malcolm” con dicitura: “E’ tempo d’estate a Villa Malcolm. Le signore si riparano con l’ombrello dal sole. Alla ‘Punta’ è stato costruito il ponte che unisce a Codissago”; e di C. Modiano e C. Milano, collezione Gdb per: “1905 – Longarone – Villino Protti” di cui è scritto: “Da notare la caratteristica scala esterna di legno tipica delle abitazioni di montagna ed il cornicione a merletto”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Così lontano, così vicino…” di Elda Deon Cardin): Caserma militare; Palazzo Mazzolà ad inizio del secolo; 1905: Scuole comunali; Villa Cappellari; strada che porta a Villa Malcolm; panorama della Borgata e lo Spitz Gallina; strada degli stabilimenti Malcolm; giardino di Villa Malcolm; parte l’auto di Cesare Arduini, classe 1884, patente numero 1; Villa Padoan Malcolm; carrozza pronta per una gita; la vettura condotta dallo chauffeur Cesare è rientrata per il pranzo; estate in villa: le signore si riparano dal sole con l’ombrello; il Villino Protti.
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