I consiglieri di minoranza Daniela Templari, Silvia De Dorigo Delmonego, Claudio Sorarui dopo aver appreso il diffondersi del Coronavirus e che i territori Fodom ne sembrano, per ora, esenti chiedono di adottare provvedimenti d’urgenza nella salvaguardia della Salute Pubblica.
IL DOCUMENTO INVIATO IN COMUNE
Lo Stato attraverso le ordinanze ministeriali ha dato indicazioni chiare per ostacolare l’espandersi del contagio e salvaguardare la cittadinanza. Nelle valli limitrofe i casi dichiarati sono ormai una triste realtà, si stanno adottando forme di prevenzione del contagio al fine di limitarne la diffusione. Al punto che, alcuni Sindaci della vicina Val Gardena stanno valutano la possibilità di adottare misure altamente restrittive. In qualità di rappresentanti di una buona parte della cittadinanza fodoma chiediamo al Sindaco, e all’Amministrazione tutta, di tener in seria considerazione la possibilità di adottare analoghe misure, al fine di salvaguardare la salute della popolazione e l’incolumità di chi lavora nei nostri esercizi commerciali (in questo momento preoccupati per le loro famiglie), affinché non diventino essi stessi mezzi di contagio involontario. La possibilità di incrementare l’economia del territorio risulta ormai altamente compromessa e non saranno questi ultimi periodi di stagione, ad alberghi semivuoti, a salvarne l’esito. Infine, è necessario guardare al futuro e pensare a non compromettere la reputazione del territorio che già staziona nell’immaginario collettivo ed individuale dei turisti che fruiscono dei servizi e delle bellezze estive e invernali di questo Comune, nonchè dei territori limitrofi. Il turista non conosce confini e vede i territori in modo olistico. Non possiamo sottovalutare il fatto che in questi giorni il “Robert Koch Institut” responsabile del controllo delle malattie infettive in Germania, con sede a Berlino, abbia definito il Sudtirolo zona rossa, invitando la cittadinanza ad evitare di scegliere queste destinazioni come luogo di soggiorno o vacanza; e siccome la nostra economia vive di riflesso alle valli limitrofe non possiamo esimerci dal tenere in considerazione questa esternazione che ci procura non poco danno a livello di immagine. È noto, infatti, quanto l’immagine di una destinazione sia importante al fine di riuscire a trasformare l’offerta in domanda, il danno prodotto da un eventuale incremento del contagio nelle nostre zone potrebbe avere conseguenze gravose se non incalcolabili a livello economico. Una chiusura anticipata, dettata da responsabilità e trasparenza verso la popolazione e tutti gli altri stakeholder, risulterebbe come una soluzione adeguata al fine di riportare la destinazione dentro uno standard di sicurezza. In questo momento, questo territorio risulta estraneo a qualsiasi tipo di contagio ed è mantenendo pulita l’immagine da salvaguardare a livello turistico che l’economia trarrebbe molteplici vantaggi nel cercare di risollevarsi. L’ ulteriore procrastinare di questa situazione ad alto rischio non risulterebbe lungimirante. Chiediamo quindi che venga presa in considerazione la possibilità di optare per la scelta di una quarantena volontaria, di limitare l’affluenza turistica alla valle, decretando la chiusura temporanea di alberghi e impianti sciistici al fine di evitare contagi controproducenti, per noi e per i visitatori che tanto ci apprezzano. Condividendo, date e termini di chiusura con i territori limitrofi e seguendo le direttive governative, in modo da rimandare all’esterno un’immagine di unitarietà che gioverebbe nell’immediato e ponendoci a livello globale nella posizione di territorio capace di scelte coraggiose e difficili ma consapevoli e rispettose nei confronti dell’altro. Questo permetterebbe di ripartire all’inizio di una stagione estiva con un’immagine pulita ma densa di valori etici e morali che aiuterebbero a ricomporre l’idea di un territorio responsabile e attento alle problematiche del benessere di cittadini e turisti. Inoltre sarebbe inopportuno macchiarci di sciacallaggio turistico nei confronti delle valli limitrofe correndo, oltremodo, il rischio che tutte le Dolomiti possano essere etichettate zona rossa: a questo punto le conseguenze per l’economia sarebbero disastrose. Il fare cartello ci porrebbe in una posizione di parità che innalzerebbe la credibilità di tutti gli attori coinvolti.