di RENATO BONA
“…Qualcuno ha scritto che per un uomo sono le due sole date importanti: quando si è cominciato a vivere e quando si è conclusa la vita. E’ vero, se riferito alle date, ma quello che davvero conta per ciascuno è ciò che si è realizzato tra quelle due date: soprattutto quello che si è fatto di bene, ciò che siamo riusciti a compiere per la crescita nostra, della nostra famiglia, della comunità in cui viviamo. La data di morte infatti non ha posto la parola fine per i nostri cari e i nostri compaesani deceduti: a parte il fatto che sappiamo bene che ciascuno di noi è chiamato ad una vita immortale con Dio, i nostri vecchi continuano a vivere in mezzo a noi. Vivono in quello che hanno fatto per la famiglia e per il paese; vivono in ciò che ci hanno lasciato in eredità, sia materiale sia soprattutto spirituale e di valori”. Quanto precede è stato scritto dal caro amico prof. Don Lorenzo Dell’Andrea nel capitolo intitolato “Volti e tradizioni” del libro “Selva di Cadore come era” (‘Selva da nosakàn’ in ladino) realizzato nel novembre 1993 (stampa a cura della bellunese tipografia Piave) grazie all’Union de i Ladiñ de Selva. Restiamo dunque nel capitolo presentando un’altra serie di immagini fra quelle proposte dall’autore. La prima (raccolta Pietro Toffoli) ci mostra Margherita Dell’Andrea in Torre (Ita de Pino) di L’Andria e ci ricorda che: “Il fazzoletto era usato comunemente nella vita quotidiana. Quello delle feste era variamente colorato a seconda dell’età e delle circostanze (festa, lutto, ecc.) e veniva posto sulla spalla (sulla testa infatti si portava il cappello); ma in chiesa il fazzoletto veniva portato sulla testa per coprire la capigliatura al posto del cappello che veniva tolto e tenuto tre le mani”. Segue (foto e raccolta Lorenzo Dell’Andrea) quella della coppia Maria Chizzolin (Maria Parona) e Augusto Dell’Andrea (Tromba, 1880-1964) di Toffol, e quindi quella (r. Pietro Toffoli) di Maria Cadorin in Dell’Andrea (Maria de i Foré,1862-1924) a Toffol. Da notare, oltre alle collane e ai ‘piroi’ la pettinatura con le trecce avvolte sulla nuca per poter infilare gli aghi d’argento. Tocca all’immagine (r. Renzo Nicolai) di Rizzieri Nicolai ‘Cerei’ (deceduto nel 1968) in occasione di una manifestazione che si svolse a Belluno nel 1939: parecchi giovani e uomini di Selva per l’occasione vestirono il costume maschile locale, che non era più usato abitualmente, ma che era ancora conservato nelle case. Notiamo che il costume di Rizzieri, anche se incompleto (mancano infatti i pantaloni) presenta il tipico cappello e la giacca con tutte le caratteristiche del costume che attualmente è stato riproposto e rinnovato grazie all’azione della Union de i Ladiñ de Selva. La foto, puntualizza Dell’Andrea, documenta la continuità del costume ladino locale dal 1700 epoca a cui risale il modello che è stato conservato e presentato durante la mostra a Selva dei costumi ladini del 1985 fino ai tempi moderni. Quella che segue, di Espedito Callegari ‘de i Armada’ (f. e r. L. Dell’Andrea) è stata invece scattata in occasione della sagra dei Carmini del 1987. Dalla raccolta di Maria Lorenzini ecco il gruppo composto da: Agostino Chizzolin con la moglie Maria Buogo e i figli Angelo, Cirillo, Marina e parenti, che festeggia il Natale attorno all’albero. Da notare la ‘stua’ con il grande Crocifisso in legno dal quale pende una corona del rosario. Altro gruppo (f. Fedele Chizzolin, r. Union Ladiñ de Selva) quello che propone: Maria Sottroi in Martini (1892-1976) con i suoi figli negli anni ‘20, da sinistra: Rosalia, Giuseppe, Almerindo, Iginio, Filippo, Flavio, Elsa e Cesare. E veniamo a Novella Dell’Andrea in posa con i nipoti Piai: Pietro, Maria, Luigia in piazza san Lorenzo. Quello più numeroso ci mostra invece: Lorenzo Dell’Andrea ‘de Costa’ con la moglie Margherita Zuliani e i figli Maria, Bianca, Giulia, Celso, Elsa e Milena. Più numeroso, e di soli adulti, il gruppo con: il dott. Antonio Bressan (con i tipici pantaloni alla zuava) con la maestra Margherita Dell’Andrea e, da sinistra: la maestra Marisa Leoni quindi Maria Nicolai ‘de Davide’, Palmira , Adelia , Tilia tutte Dell’Andrea, Dina Sottroi, Carmela e Nerina Tognetti, Arcangelo Monico, la signora Bressan, Rosa Nicolai. Non era giusto mancassero ed ecco quindi due immagini di preti: quella (r. Maria Lorenzini) di don Giovanni Bedont parroco di Santa Fosca di Pescul fino al 1948 che “pur nella sua semplicità ha lasciato un profondo ricordo” (fra l’altro accudiva personalmente alla mucca, portava il latte alla latteria facendo la fila, andava nella ‘cesura’ a falciare, senza trascurare “i doveri religiosi e il pensiero di Dio”); e quella (f. Fedele Chizzolin, r. Union Ladiñ de Selva) di don Giovanni Vidale, parroco di San Lorenzo di Selva dal 1916 al 1924 qui ripreso nel sagrato della chiesa. Concludiamo questa “passerella di selvesi” con le immagini di Maria Balestra e nipoti Milena Dell’Andrea e Vinicio Buogo sul poggiolo della casa di Costa; di Flora De Marra (a sinistra) e Angela Toffoli negli anni ‘20, nel ‘palanzin de l tabie de i Zoprién) a L’Andria; poi il gruppo con: Maria Balestra, Margherita ed Elisa Zuliani, Romano Chizzolin (in piedi), Gabriele Zuliani, Dino Dell’Acqua, Almerido Zuliani (seduti) davanti alla casa di Costa poi distrutta da un incendio. Ultimo, ecco il gruppo ripreso in occasione di una riunione di cacciatori, dove si riconoscono: Ugo Dell’Andrea, Angelo Del Zenero, Vitale Pampanin, Urbano Callegari, Paolo Serafini, Adelmo Nicolai, Lorenzo Dell’Andrea, Pietro Piai, Francesco Nicolai, Giorgio Pirollo, Gerardo e Aristide Dall’Acqua, Marcello Martini, Corrado, Celso fu Lorenzo e Luciano, tutti Dell’Andrea.