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FALCADE Se c’è una cosa che non fa difetto a Bepi Pellegrinon, alpinista, scrittore ed editore di Falcade è sicuramente la memoria unita a un viscerale attaccamento al suo paese e alla sua gente oltre che alla grande passione per la montagna. Così, dopo aver portato alla ribalta guide, alpinisti e montanari della Valle del Bióis (2018), i protagonisti dello sviluppo del settore alberghiero e turistico a Falcade (2019) e insegnanti e maestre fra ‘800-‘900 a Falcade e Caviola (2020), era un atto dovuto che rendesse omaggio al villaggio natale con il nuovo e documentato «lunario» (come sempre arricchito di un prezioso corredo iconografico, valorizzato dalla stampa delle Grafiche Antiga di Crocetta del Montello). Continuando in tal modo, da esperto cultore della storia dolomitica e in particolare della sua valle, un interessante excursus storico-culturale delle vicende del luogo a cavallo dei due ultimi secoli. È quindi a “Còl de Rif, cuore di Falcade”, che dedica quest’anno il sempre originale Calendario 2021 nel quale, oltre a una settantina di significative foto d’archivio, con puntuali didascalie, dipana la storia di personaggi e famiglie fra lavoro ed emigrazione della borgata, formata ancora vero il 1500 su un conoide detritico “dagli umili pionieri del tempo, dediti all’agricoltura, alla legna dei boschi, al lavoro in miniera che vi costruirono il primo agglomerato di case, un misto fra legna e muratura”. Lo chiamarono Còl de Rif perché sorto e bagnato dalle rive di un ruscello, che poi non mancò di creare grossi problemi, luogo per certi versi centrale anche per la vita socio-economica di Falcade. L’avvincente e dettagliata narrazione di Pellegrinon, impressa per temi in otto pagine, inizia proprio da qui con il ricordo della vita perigliosa del nonno materno Giuseppe Marcolin e dell’osteria in piazza (ricordata pure dal Brentari) gestita per anni dalla madre Carmela, dove spesso “era come essere a teatro” con tanti simpatici aneddoti che “meritano di non essere dimenticati per non dissipare un patrimonio di vite vissute” e per ricordare con affetto tante figure del passato: personaggi caratteristici ma autentici che hanno arricchito il vivere quotidiano del paese. A cominciare dall’eloquente volto di Angela Valt “giostra” (1887-1968, “tabacòna”, prezioso l’elenco dei soprannomi e dei nomignoli riferiti a singoli o famiglie) che giganteggia sulla copertina. Ma poi dei tanti altri, che è impossibile riportare ma che compongono il mosaico dell’interessante ricerca sviluppata negli altri argomenti: la farmacia d’altri tempi (“spezierìa de ciasa” in cui s’ingegnavano le donne con prodotti naturali), l’elogio della capra (sinonimo di un’economia agricola povera), i tanti emigranti da Còl de Rif (la particolare odissea di Giovanni Murer, incontrato per caso in America), l’incredibile episodio delle “Brigate rosse a Falcade” del 1972 (una carnevalata, con risonanza mediatica nazionale, finita in una beffarda bolla di sapone) e ancora Giacomino e “i fàore” e l’arrivo della luce nel 1912, la Cooperativa di consumo del 1904, un “casèlo” per la lavorazione del latte già dal 1878 e tanto altro che vale senz’altro la pena di sfogliare il lunario e tenerlo in casa come compagnia per tutto l’anno.Anche in questo caso un’opera a tema, fuori dagli stereotipi del genere, utile a far capire il valore della storia di una comunità, dello stare assieme, dell’amicizia e della solidarietà che sono state doti necessarie alla “sopravvivenza” e lo sono tuttora anche se le condizioni sono migliorate. Valori che hanno fatto di Còl de Rif un angolo di umanità «perché – conclude Pellegrinon – chi ha avuto la ventura di nascere e vivere in questo luogo, fra queste montagne, accanto a persone generose e originali, sa che questi valori non potranno mai essere dispersi e dimenticati».
Foto:
FALCADE – La copertina del calendario 2021 della Nuovi Sentieri di Bepi Pellegrinon.