di RENATO BONA
Si intitola “Documenti di storia. Cadore Zoldo e Alpago”l’interessantissimo volume curato da Aldo Belli per l’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali e dato alle stampe nel giugno del 1978 con la tipografia Piave. Si tratta di una raccolta di diari (il primo risale al 1810, l’ultimo è del 1947) in cui il tema principale sono le invasioni, anche se non mancano pagine dedicate all’emigrazione, al costume e a calamità varie; gli autori sono: Giovanni De Sandre Colombo (1798-1871), segretario comunale di San Vito, di cui Belli riporta due scritti: “Cronaca dell’anno 1809” e “Note sugli avvenimenti del 1848 a San Vito”; Giovanni Belli, nodaro e sindaco di San Vito (1769-1850): non è noto dove sia finito il suo diario che era posseduto dal maestro Gabriele De Sandre Colombo ed era stato prestato a vari appassionati; Antonio De Lotto (San Vito 1878-Belluno 1978), durante l’invasione del 1917 era parroco a Lamosano, in Alpago poi passò a San Gregorio nelle Alpi e quindi a Belluno come penitenziere nella cattedrale; Nicolò De Sandre Colombo (San Vito 1865-Padova 1919), segretario comunale: suo il diario della “Invasione austriaca 1917-18 a San Vito” di cui il curatore del volume ha visionato una copia dattiloscritta dal figlio dell’autore, maestro Gabriele; Augusto Serafini insegnante prima alle elementari di Fusine in Zoldo e poi a Vodo; Aldo Belli ha potuto fare copia fotostatica del diario originale prestatogli dal figlio di Serafini, Serafino, togliendo peraltro lunghe pagine di riflessioni politiche, patriottiche e moralistiche “che non interessano il nostro scopo di raccogliere notizie sulla vita della nostra gente nei momenti più drammatici”. Infine Giuseppe Menegus Pella, carpentiere (San Vito 1869-1956) la cui figlia suor Maria Arcangela, per 50 anni in servizio al “Cottolengo” di Torino, ha fornito copia del diario in realtà “una memoria, scritta in 15 giorni dalla fine di gennaio ai primi di febbraio 1947, che si articola in due parti: la vita da emigrante e la parentesi della guerra mondiale ed alcuni episodi di vita sanvitese come: l’acquedotto di Serdes, la nascita del lago di Musigo, lavori nelle malghe. Il curatore del libro precisa che “per rendere omaggio a colui che ha salvato dalla dispersione ed ha commentato alcuni di questi diari, ho aggiunto alla fine un ‘Ricordo di Renato Pampanini, letto da Giovanni Fabbiani in occasione dell’inaugurazione della scuola media di San Vito, e ricorda che hanno collaborato per la realizzazione del libro: Marco De March, per la ricerca di illustrazioni del diario di A. De Lotto; Leriana Viel, per ricopiare il diario dello stesso De Lotto; Antonella Bortot, per la revisione del diario di G. Menegus; Gino Fiori, per la ricerca del diario di A. Serafini, e Ivo De Lotto. Rivolgendosi al lettore, Aldo Belli conclude puntualizzando: “Questa raccolta non è nata per portare dati nuovi ai cultori di storia locale, ma per fornire alla popolazione dei documenti utili per conoscere su fonti di prima mano i costumi e le vicende dei nostri vecchi. Mi auguro che con questo spirito siano accolti ed anche che questa pubblicazione serva a rintracciare gli originali smarriti e magari anche altri scritti di carattere locale”. Esprime quindi un ringraziamento “soprattutto al prof. Fabbiani senza del quale questa raccolta non sarebbe nata” e specifica di aver depositato presso la Biblioteca cadorina di Vigo di Cadore copia integrale dei testi ridotti e riveduti. Ci avviano a concludere questo servizio su “Documenti di storia. Cadore Zoldo e Alpago”, elencando i capitoli del volume: “Cronaca della guerra dell’anno 1809 in Cadore” di Giovanni De Sandre Colombo; “Le ripercussioni della campagna d’Italia del 1809 a S. Vito del Cadore”, “La frana del monte Antelao del 1814”, “Un episodio del 1826 che fece mutare alle donne l’antico costume sanvitese”, “La difesa del 1848 a San Vito secondo le note del segretario comunale Giovanni De Sandre Colombo” (di cui, nell’ultima di copertina si può leggere: “Il 9 maggio 1848, alle ore 5 di mattina, si sentirono il suono a storno delle campane e lo sparo della guardia sul monte Sentinela, e tutta la gente si misero in fuga, piccoli e grandi si rifugiarono a Ciastél, ma la massima parte in Colgianilai e Salvela”); “La difesa del 1848 a San Vito secondo il notaio Giovanni Belli”, tutti di Renato Pampanini; “Invasione austriaca 1917-1918 a San Vito” di Nicolò De Sandre Colombo; “Ricordi della invasione austriaca a Vodo e in Zoldo (1917-1918)” di Augusto Serafini; “Diario dall’8 novembre 1917 al 21 novembre 1919 a Lamosano d’Alpago” di Antonio De Lotto De Francés; “Memorie della mia vita ai nipoti” di Giuseppe Menegus Pelà; “Ricordi di mio padre” di suor Arcangela Menegus; “Ricordo di Renato Pampanini” di Giovanni Fabbiani.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Documenti di storia. Cadore Zoldo e Alpago” curato da Aldo Belli con foto di proprietà di Giovanni Fabbiani e Gino Fiori): la copertina del libro; Renato Pampanini che ha validamente collaborato per la realizzazione; costumi di Cadore: Oltrechiusa; ragazze cadorine; San Vito dopo l’incendio dell’ottobre 1925; San Vito e a destra Resinego con la frana del 21 aprile 1814; Chiapuzza nel 1860: la casa per metà bianca è quella della famiglia Pampanini; Augusto Serafini; anno 1918: i tedeschi requisiscono le campane di Lozzo di Cadore; don Antonio De Lotto, terzo da sinistra con i compagni di scuola nel 1903; Giuseppe Menegus Pelà nel luglio 1951; sua figlia, suor Arcangela, nel 1970 all’interno del “Cottolengo” di Torino dove svolgeva la sua missione benemerita.