VOLTAGO. «Allora ci ritroviamo il 23 agosto e poi una volta al mese almeno per un anno». Alla fine della fiaccolata-rosario di domenica sera in onore della Madonna di Piandisón, nel giorno del 78° anniversario delle presunte apparizioni, restano una decina di devoti al grande Cristo di Calincrós, il punto da dove la processione formata da una settantina di persone era partita un’ora e mezza prima. Si lasciano contenti, addirittura rilanciando in barba alla chiesa ufficiale che ieri non c’era e che nei giorni precedenti con l’arcidiacono di Agordo, monsignor Giorgio Lise, aveva chiesto prudenza circa i tentativi di riesumare le vecchie questioni legate alle apparizioni. «Siamo saliti senza guardie svizzere e senza baldacchini, ma non abbiamo mica recitato una messa nera», dice Cesira Zanon, quasi a voler mettere in chiaro che quelli saliti su al famoso sasso non sono poi così fuori dalla retta via. «Non vogliamo riesumare niente», dice un’altra, «l’abbiamo sempre fatta e sempre la faremo. Anche stasera chi voleva venire è venuto e chi ha voluto stare a casa è stato a casa». Di certo, però, e anche gli organizzatori lo riconoscono, i manifesti che per la prima volta hanno pubblicizzato un evento che si ripete dal lontano 1937 hanno sortito l’effetto sperato. «Sì», ammette Gabriele Riva, «c’è più gente rispetto all’anno scorso». «Forse», abbozza un altro», è anche l’effetto delle parole di don Lise». Parole che avevano messo in guardia dalla «ricerca spasmodica» o dal «tentativo di risuscitare cose straordinarie ed eclatanti, che colpiscono emotivamente» con un chiaro riferimento a chi starebbe scavando per riaprire vecchie questioni. Domenica sera, però, di questo non si è parlato. Una processione fatta per la maggior parte da donne, ma anche da uomini e ragazzi, si è avviata per la ripida strada che porta a Piandisón, la località a monte dell’abitato di Voltago. In mano una fiaccola. Molti sono di Voltago, o residenti o oriundi, ma c’è anche un gruppetto da Agordo. Guidati da Claretta Santomaso, Gabriele Riva e Luigi Della Lucia, i devoti recitano il rosario. Tra una “decina” di Ave Marie e l’altra ci si ferma, si leggono dei passi delle Scritture, si intona un canto alla Madonna e si riparte. L’ultimo mistero si chiude proprio al Sasso. Le litanie, un Salve Regina, una preghiera di papa Giovanni Paolo II e poi basta. Ognuno torna a valle e depone la fiaccola. «Mi ha colpito il silenzio che c’era», dice Gabriele Riva. «È stato molto bello, mi è piaciuto molto», aggiunge Claudia Tolpeit che nei giorni scorsi aveva risposto a don Lise rivendicando il diritto di trovare a Piandisón pace e benessere. «Quando vai su», evidenzia una donna, «trovi sempre qualcuno e non ci vanno mica solo i vecchi. L’altro giorno ho trovato due venticinquenni che sono in villeggiatura a Rivamonte. Erano saliti al Sas a pregare». Certo ai devoti dispiace, se non addirittura brucia, il fatto che il rito non sia stato officiato da un sacerdote. «In passato», dicono, «alcuni preti venivano su a dir messa e a recitare il rosario. Adesso non più». Evidentemente anche la chiesa ufficiale si divide sulla questione. Così come dividono i fatti del 1937. Per non dire di quelli più indietro ancora. «Si dice che 150 anni fa», racconta una delle memorie storiche del paese, Giannina Riva, «la Madonna sia apparsa su un sasso su sotto l’Agnèr. È per quello che quella zona si chiama Costa de la Madòna. Poi il sasso è venuto giù e si è fermato a Piandisón». In molti poi si interrogano ancora sulla possibilità che la Madonna torni a Voltago. «Io lo spero», dice Giannina Riva. Gli altri per ora non si esprimono.