Nel centro di Nogarè, ridente frazione di “Belluno città splendente”, la piazzetta è dedicata a Luigi Lollino che – lo spiega la targa stradale citata nel fascicolo “Toponomastica di Belluno”, edito nel 1990 dal Comune – fu “vescovo di Belluno nel 1596 ove morì nel 1625. Eruditissimo lasciò la sua ricca biblioteca al Capitolo dei Canonici e una notevole somma a favore dei giovani poveri e dei seminaristi”.
Per saperne di più abbiamo consultato la Libera enciclopedia Wikipedia che nel proprio sito telematico spiega che il nostro “Nacque sull’isola di Creta da Paolo di Luigi e da Franceschina Muazzo; entrambi i genitori erano membri del patriziato veneziano ma le loro famiglie vivevano da generazioni nella colonia di Candia. Incerta la data di nascita: gli studi più attuali tendono a dar credito ai biografi più antichi, che la fissavano tra il gennaio e il febbraio 1552 (Lucio Doglioni parla del 14 febbraio), confutando la più recente tesi di Luigi Alpago Novello che la posticipava al 1557. Il Lollino trascorse sull’isola i primi vent’anni della sua vita. Fu il padre a destargli l’interesse per la letteratura classica, prima greca e poi latina, trascurando d’altra parte lo studio della lingua italiana, e fu in contatto con intellettuali greci quali Melezio Pigas, e forse Margunios. Ebbe inoltre la possibilità di viaggiare attraverso l’arcipelago greco e visitò le Cicladi, Zacinto, Cefalonia, Itaca, ma anche l’Illiria e la Dalmazia”.
Ancora Wikipedia: “Fu durante la guerra turco-veneziana (non è chiaro se dopo la caduta di Cipro, nel 1571, o l’anno precedente) che i Lollino decisero di ritornare a Venezia e, vendute le proprietà candiote, si stabilirono dapprima a Ca’ Venier e poi in un nuovo palazzo sul Canal Grande nel circondario di San Vidal. Qui Luigi poté dedicarsi totalmente agli studi e nel 1576 fu pubblicata la sua prima opera poetica, l’egloga ‘Laurus’in morte di Lorenzo Giustiniani”. Il sito treccani.it/enciclopedia cita Lollino anche con il nome Alvise e dopo averne ricostruito l’appassionata attività di uomo di lettere, sottolinea come nonostante le molteplici ottime relazioni, e a fronte di un’esemplare carriera episcopale, può stupire che gli non abbia conseguito la porpora cardinalizia, ciò che i biografi motivano con la sincera modestia e il sereno distacco da ogni ambizione del Lollino, che non volle recarsi a Roma, malgrado le insistenze dell’Aleandro e di Francesco Barberini, per concludere: “La morte del fratello Giovanni, il 24 gennaio 1624 e a breve distanza dell’amico fraterno Ottaviano Bon (in cui onore compose alcuni esametri nonché una biografia edita in traduzione: ‘Vita del cavaliere Ottaviano Bon”) colpirono profondamente il Lollino la cui salute era già da tempo afflitta da ritenzione urinaria e altri malanni, sicché in data 9 novembre 1624 egli fece testamento (il testo in Alpago Novello, “Lavita”, 1933 e 1934). Morì a Belluno la notte del 28 marzo 1625”.
E veniamo alla nomina a vescovo avvenuta il 29 luglio 1596: Luigi Alvise Lollino ricevette la consacrazione a vescovo di Belluno il 18 agosto successivo per l’imposizione delle mani di papa Clemente VIII. Anche da presule, il fine umanista pur rimanendo sempre fedele al suo ministero. continuò a dedicarsi agli amati studi letterari. Morì a Belluno come detto sopra il 28 marzo 1625. E proprio a Belluno, come detto, gli è stata intitolata la piazza di Nogarè. Porta il suo nome anche il liceo nell’ambito del Seminario Gregoriano, a sostegno del quale nel 2017 si è costituita l’Associazione “Amici del Liceo Lollino” per svolgere un’azione di supporto e di collaborazione con questa prestigiosa ed antica scuola, fra l’altro promuovendo eventi culturali per tutta la Città. Una ragguardevole Biblioteca, all’interno delle strutture del seminario, è pure dedicata al Vescovo Lollino del quale – come rammenta lo storico Flavio Vizzutti nel suo libro “La Cattedrale di Belluno”edito a cura del capitolo della basilica cattedrale nel maggio del 1995 per i tipi della tipografia Piave – “Sopra la porta principale spicca il magnifico stemma lapideo del vescovo Luigi Lollino, costituto da un sontuoso cartoccio arricchito da un mascherone,da testine angeliche, da putti a figura intera, da ghirlanda di frutta e da ridondanti motivi a caulicoli. Sotto, in una solenne cornice è contenuta la lapide dedicatoria in latino che, tradotta, dice: “Luigi Lollino, patrizio veneto, principe dei dotti, patrono delle giovani, generosissimo; arricchì gli arredi del tempio, favori le aspirazioni degli studenti, aiutò i matrimoni delle ragazze povere, quale splendido distributore di ricchezze. Al padre in tutto benemerito, restauratore di questa basilica, il Collegio dei Giureconsulti in esecuzione testamentaria, costruì nel 1628”. Nella pagina 221 dello stesso preziosissimo volume, è pubblicato un grande “Ritratto del vescovo Luigi Lollino”, olio su tela 100×82, parete di destra della cripta, opera di Francesco Frigimelica Il Vecchio,1621. Vizzutti riporta anche (Protti, 1935, n. 38) questa “fotografia” del personaggio: “In ogni campo esercitò il Lollino a Belluno zelo,carità, generosità perché le severe cure letterarie e i ludi venatorii non lo distraessero dall’uso assiduo e illuminato dell’ingegno e della ricchezza. Erige la chiesa ed il monastero di Santa Chiara; largisce duemila ducati per istituir cattedre: spende in vita per abbellire il duomo e per arricchire la sua diletta sposa, la Cattedrale di Belluno, lascia capitali anche nel testamento col quale provvede a dotar donzelle maritande e chierici, e lascia al Capitolo bellunese dei canonici la libreria con gli suoi armari (eccettuati i manoscritti greci legati alla Vaticana, ove ancor si conservano”).
NELLE FOTO (Wikipedia, Renato Bona, riproduzioni dal libro “La cattedrale di Belluno” di Flavio Vizzutti): ritratto del vescovo Lollino; lo stemma lapideo del presule sopra la porta principale del Duomo bellunese; la tabella e la piazza che a Nogarè portano il suo nome; la sede del Liceo Lollino nella Piazza Santa Maria dei Battuti.