Era nato nel 1750 nella villa di famiglia a Pasa di Sedico “Discendente da un antichissimo ed illustre casato le cui origini si ricollegano al patriziato di Antivari, il conte Luigi Zuppani nacque nell’avita dimora estiva di Pasa di Sedico il 1. ottobre 1750 ed iniziò gli studi presso la scuola cittadina retta dai Gesuiti, distinguendosi prontamente per l’intelligenza e l’impegno, tant’è vero che nel 1766 il suo nome è il primo nell’elenco degli ‘optimates’”. Così, citando Garberoglio 1992, lo storico prof. Flavio Vizzutti, nel suo ponderoso quanto prezioso volume “La cattedrale di Belluno. Catalogo del patrimonio storico-artistico” evidenzia, dalla pagina186, la figura e l’opera di quello che sarebbe stato per 22 anni il vescovo conte illuminato di Belluno e Feltre (era stato ordinato sacerdote il 17 dicembre 1774). Che fu, tra l’altro, coraggioso protagonista in prima persona dell’opposizione al regno italico di Napoleone che era succeduto a quello austriaco nel 1806. Attività che gli costò l’arresto il 12 luglio 1809 e la condanna a Venezia, da parte della Corte di giustizia civile e criminale, a tre anni di prigione in quanto ritenuto responsabile di “perturbazione dell’interna tranquillità dello Stato” (Protti 1900). Scontata la pena, Luigi Zuppani tornò a Belluno dove, malgrado enormi difficoltà (intanto dal l815 era stato ripristinato il governo austriaco) avviò nell’ex convento di San Pietro “una scuola di lettere per tutti i volonterosi ed una di teologia per i chierici”. Ricordato che il Comune di Belluno gli ha intitolato la strada che da via Carrera porta a Piazza Piloni nel centro storico, facciamo un passo indietro: Luigi proseguì gli studi a Bologna, laureandosi in “ambo le leggi” ma non riuscì ad entrare nella Compagnia di Gesù per la soppressione dell’Ordine nel 1773. Tornato a Belluno, fu incardinato nel clero diocesano dove – ricorda Vizzutti citando Miari, 1843 – non tardò a dar prove del singolare suo impegno e degli studi con profitto percorsi, che essendosi allora istituite in Belluno le pubbliche scuole… presso queste e come maestro ed in qualità di rettore si acquistò fama”. Divenuto canonico della cattedrale nel 1793 fu eletto vicario capitolare in virtù delle sue doti morali ed intellettuali. Anche per l’impegno profuso in favore dei giovani, l’imperatore Francesco I nel gennaio 1816 preconizzò mons. Zuppani vescovo delle diocesi riunite di Belluno e Feltre e la nomina seguì nel 1819. Da allora e per oltre 4 lustri, alla cura pastorale aggiunse un impegno straordinario per l’apertura e riorganizzazione del seminario, seguendo in prima persona gli studi dei seminaristi. Meritata dunque l’onorificenza della Corona di ferro concessa dall’imperatore austriaco. Gregorio XVI, il primo pontefice bellunese della storia (il secondo è stato il “Papa bellunese del sorriso” Albino Luciani, asceso al soglio pontificio col nome di Giovanni Paolo I), dal canto suo lo nominò prelato domestico assistente al soglio e conte romano. Flavio Vizzutti conclude il ricordo di Luigi Zuppani sottolineando che: “A testimonianza dell’alta statura morale e spirituale di questo vescovo, morto il 26 novembre 1841, rimane tra l’altro il suo testamento con il quale beneficò ancora il seminario, il Capitolo delle cattedrali di Belluno e Feltre, i camerieri, i coloni, i derelitti lasciando per ultimi proprio i parenti al fine di nulla togliere ai più umili”. C’è da dire che nella sala del Capitolo della Cattedrale bellunese è conservato (in precedenza era nella casa del cameriere di Zuppani, il bellunese Angelo Glober che poi ne fece dono al Capitolo) un “Ritratto del vescovo Luigi Zuppani”, olio su tela 65×52, del 1838, opera del pittore bellunese Girolamo Moech (1792-1857). Ci trasferiamo sul sito: baliatodaicoi.altervista, perché oltre ad aver postato una immagine della villa Zuppani di Pasa di Sedico, riferisce di una “Circolare del 1. febbraio 1839 sul digiuno quaresimale” proprio del vescovo Zuppani. Copia dell’antico documento, un manifesto 44 x 55, stampato dalla tipografica “Belluno, tipografia Tissi”, con cui il presule si rivolgeva “al dilettissimo nostro popolo” per annunciare: “… Concediamo licenza a tutti gli abitanti delle Città e Diocesi di Belluno e di Feltre a Noi soggette di poter cibarsi di carni nell’unica commistione per tutta la Quaresima prossima ventura, eccettuati il dì delle Ceneri, il Mercoledì, Venerdì e Sabato delle Quattro Tempora, le vigilie della Santissima Annunciata, e del Patriarca S. Giuseppe, e i quattro ultimi giorni della Settimana Santa, ne’ quali si dovrà far uso de’ soli cibi quaresimali, e da oglio: nei Venerdì poi, e ne’ Sabati Quadrigesimali e in quelli non meno di tutto l’anno è permesso l’uso di uova e latticinii…”. E proprio a proposito della villa dove nacque il vescovo Zuppani ricordiamo che, in virtù di una donazione della scomparsa (il 23 maggio 2000) contessa Francesca Romana Zuppani, (decisione che era stata confermata con sentenza della Corte d’appello di Venezia del 2012) è divenuta, con i terreni circostanti, proprietà della Provincia di Belluno per scopi scientifici e culturali. Da tempo Palazzo Piloni punta al recupero di questo complesso che secondo Dario Dall’Olio di Dolomiti Arte “E’ il miglior esempio di villa rinascimentale della Valbelluna, integrata ad un antico borgo rurale, con la chiesetta di San Lorenzo riccamente affrescata dai dipinti di Marco da Mel”. Infine non possiamo trascurare il sito anavillabruna.it che riporta nei “Cenni storici su Villabruna” tratti da Folclore feltrino di don Antonio Vecellio, la notizia che “venne eretta in Curazia nel 1610 e che nel 1800 venne riedificata su disegno dell’architetto locale Antonio Villabruna e fu consacrata il 28 ottobre 1821 da sua ecc. il Vescovo Don Luigi Zuppani”. NELLE FOTO (da “La Cattedrale di Belluno” di Flavio Vizzutti; dal sito baliatodaicoi.altervista e libera enciclopedia Wikipedia; di Renato Bona): il dipinto di Moech col Vescovo Zuppani; la tabella stradale e la via Zuppani; la villa di famiglia a Pasa di Sedico; la copertina dell’allocuzione di mons. Villabruna per l’ingresso di Zuppani nella Chiesa di Feltre; quella di una Canzone dedicata al presule; il primo papa bellunese, Gregorio XVI, che nominò Zuppani prelato domestico assistente al soglio e conte romano.