DAL GIORNALE RADIO PRINCIPALE DI RADIO PIU, GIANNI SANTOMASO
IL SALUTO DI DON MARIO ZANON
L’OMELIA DI MONSIGNOR GIORGIO LISE
Siamo qui ad accompagnare all’incontro con Dio, padre ricco di misericordia, la nostra sorella Loretta. Una persona che, con indomita fortezza e sagace lungimiranza, ha profuso le sue doti e dedicato grandi energie al servizio della comunità civile in ambito amministrativo per tanti anni, anche come Sindaco di Taibon per due mandati: con lei – è stato detto – la Comunità era davvero in buone mani!
Contemporaneamente e, in maniera più diretta in questi ultimi anni, si è spesa generosamente nell’ambito di tante Associazioni di Volontariato, a cui si è dedicata con una invidiabile freschezza di azione e di idee, disponibile fino all’ultimo a servire la sua comunità agordina, oltre ogni campanile; ricordo solo l’impegno nel GAV, la vicinanza concreta all’AUSER, la sua partecipazione alla nascita della Pettirosso-Agordino, la collaborazione nell’Università Adulti-Anziani di Agordo, nella difesa dell’Ospedale e nell’Associazione Bellunesi nel Mondo.
Della vita di Loretta – per i suoi familiari, per noi, per chi l’ha conosciuta – resta dunque l’esempio del suo adoperarsi a favore della comunità, ma soprattutto resta il ricordo di una una donna che, mi sento di dire, ha incarnato le beatitudini evangeliche appena ascoltate: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”; “Beati gli operatori di pace”, (ricordiamo il suo impegno tenace e attento al bene della comunità, anche con il contributo di risorse personali); “Beati i puri di cuore (da tutti è stata sempre riconosciuta a Loretta una esemplare onestà d’animo); “Beati gli afflitti” (le sofferenze che ha vissuto in questi ultimi mesi, nella visione cristiana sono come un seme prezioso che non mancherà di portare abbondanti frutti di bene). Ecco: alla fine della nostra esistenza (e Loretta me lo ricordava spesso) noi tutti dovremo presentare al Signore i “buoni frutti” fatti maturare nel nostro cammino terreno. E’ quindi importante vivere i giorni che il Signore ci dona, mettendo a disposizione del prossimo, fino in fondo, le capacità e i talenti che il Signore ci affida, rispondendo in questo modo al disegno che Dio ha su ciascuno di noi. A questo disegno Loretta ha risposto, oltre che con la sua generosità, anche con una fede che potremmo definire ad un tempo: semplice e forte. Allora, chiediamo al Signore, oggi, la grazia che questa nostra società riscopra la bellezza di una solidarietà vera perché quotidiana; sappia ritornare con forza all’attenzione alla persona, alla vita; ricerchi continuamente la realizzazione di una sempre migliore giustizia ed equità sociale. Ai familiari – marito, figli e nipoti in particolare – e a tutti coloro che piangono la scomparsa di Loretta, ricordo le parole cariche di speranza dell’Apostolo Paolo: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”. Di fronte al dolore e alla morte non siamo soli; c’è qualcuno che non abbandona mai, il Figlio di Dio che ha voluto farsi uno di noi. Ecco: mentre offriamo il nostro suffragio per Loretta – certi che ora è lei in “buone mani” (quelle di Dio) – e mentre chiediamo per chi è nel dolore, il dono della serenità interiore, vogliamo impegnarci a coltivare nella nostra vita, costi quello che costi, la virtù della speranza cristiana. Sarà questa speranza, la molla che ci spinge a donarci agli altri, in spirito di servizio, lì dove il Signore ci chiederà di essere attivamente presenti. Loretta lo ha fatto e ci è stata di esempio: cercare di imitarla, sarà il modo migliore – anche se non unico – per mantenerne viva la memoria. Così, impegnandoci a vivere per gli altri, avremo la ferma speranza che, un giorno, saranno rivolte anche a noi le consolanti parole di Gesù, con le quali, ne siamo certi, è stata accolta Loretta, al termine della sua vita laboriosa e feconda: “Vieni, serva buona e fedele, entra nella gioia del tuo Signore”.