******
FALCADE Sabato scorso si è tenuto a Caviola un convegno che ha approfondito le problematiche legate alla presenza del lupo nell’area del Bellunese. Organizzato dall’associazione Quad in quota e patrocinato dal Comune di Falcade, rappresentato alla serata dal sindaco Mauro Salvaterra, l’evento ha toccato argomenti di grande interesse alla luce degli avvistamenti quotidiani anche in ore diurne che avvengono a Falcade da mesi. E infatti la sala era gremita e la diretta Facebook è stata molto seguita. I relatori hanno fornito informazioni di ogni genere. Con il coordinamento di Barbara Annoni, è intervenuto Zaccaria Tona dell’associazione Fardima degli allevatori della pecora alpagota. Evidenti i danni subiti dagli ovini bellunesi negli ultimi anni, oltre 700 capi ammazzati dal lupo e rinuncia all’attività da parte di molti piccoli allevatori. Michele Nenz, vicedirettore di Coldiretti Belluno, ha illustrato la situazione dei lupi in provincia con la sua rapida espansione, le tipologie di attacchi e i metodi da usare per limitare i danni che esso provoca. Appare però evidente come le reti antilupo e i cani da guardia non siano facile da gestire, abbiano costi importanti, e non sempre offrano risultati ottimali pur essendo le uniche cose che gli allevatori possono adottare per proteggere il loro lavoro. Michele Corti, zootecnico di montagna già professore alla Statale di Milano, ha dimostrato che il lupo, pur con remote possibilità, attacca l’uomo come è sempre accaduto nella storia. Eclatanti gli episodi di Vasto in Abruzzo dove a subire ferite da lupo è stata una bambina di pochi anni. Anche a Sedico è stato denunciato un attacco da lupo da parte di un giovane che ha subito ferite importanti al volto. Franco De Bon, già commissario della Polizia provinciale di Belluno ha illustrato alla platea il quadro normativo grazie al quale il lupo gode di ampia tutela. Graditissima è stata la presenza e l’intervento di Pierantonio Cristoforetti, presidente dell’associazione Andrea Papi, il 26enne ucciso dall’orsa JJ4 in Val di Sole. Importanti le sue parole finali: il popolo dell’arco alpino deve fare rete e solidarizzare per potersi difendere dai grandi predatori ed evitare che episodi come quello accaduto ad Andrea non possano più accadere. In sala molte domande hanno portato alla luce la grande preoccupazione e la paura dei falcadini nei confronti di questo predatore. La limitazione della libertà delle persone è una delle problematiche palesate, oltre al fatto che risulta cruciale la sicurezza delle persone e dei turisti che escono non solo nei boschi, ma addirittura nei centri abitati anche nelle ore diurne. A Falcade la convivenza imposta tra uomo e lupo non sembra esser stata accettata da molti e il sindaco di Falcade, preoccupato, ha dichiarato di non aver alcuna possibilità di intervenire se non deliberando, come ha fatto, il divieto di lasciare cibo fuori dalle abitazioni e invitando tutti a segnalare gli avvistamenti in paese.
*******