L’OPINIONE
di DARIO SCOPEL
Presenza del lupo nel Bellunese e in Veneto: serve una legge “ad hoc” per regolare una questione sempre più complicata.
“E’ giunto il momento di chiudere su una legge nazionale che regolamenti in maniera organica la presenza e la diffusione del lupo, con norme specifiche per il territorio bellunese e veneto. Stiamo assistendo in questi ultimi anni ad una diffusione di branchi del tutto imprevedibile solo poco tempo fa. E il fenomeno, non interessa più soltanto i territori di alta quota, come testimoniano i numerosi avvistamenti e le predazioni avvenuti in Alpago, nel Bellunese, in Valbelluna e nel Feltrino. Si tratta oramai di una questione che interessa su larga scala molte aree del Veneto, ma in particolar modo la nostra provincia, e che richiede un approccio organico, che va oltre gli strumenti attualmente a disposizione. Il tema non è certo quello di aprire la caccia ai lupi o demonizzare una specie (tutelata anche a livello comunitario), ma di stabilire piuttosto su basi scientifiche i criteri per favorire un equilibrio ambientale, che tenga conto delle legittime aspettative di sicurezza, ed anche economiche, degli allevatori e dei cittadini. La Valle d’Aosta, alle prese con i medesimi problemi, ha fatto leva sulla propria autonomia – quella di cui il Veneto ancora non dispone! – per avviare un iter legislativo regionale che consenta di superare, in assenza di una legge nazionale in materia, il Piano di conservazione e di gestione del lupo. E non bastano più al riguardo i pur importanti progetti europei, come il LIFE “Wolf in the Alps”, mentre lo stesso accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e l’Ente di Gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime, con gli stanziamenti relativi, pare insufficiente ad affrontare in maniera efficace un problema in crescita esponenziale, che va ben oltre gli indennizzi previsti. Mi auguro he la Regione si attivi subito in maniera decisa per l’approvazione di un nuovo testo a livello nazionale; sebbene il Veneto non disponga al momento di autonomia legislativa in materia, è assolutamente urgente che vengano previste disposizioni specifiche per le nostre aree montane e per le nostre valli. Alla nostra popolazione e agli operatori del comparto agricolo servono subito le tutele e le sicurezze di cui anno bisogno; più di qualche allevatore – soprattutto di ovini -, oramai sfinito dalle numerose predazioni subite ha già manifestato l’intenzione di abbandonare. Auspico quindi un dialogo più proficuo col nuovo ministro Patuanelli, per maggiore azione e meno ideologia rispetto al predecessore”