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BELLUNO Il call center stipula erroneamente un contratto aziendale di energia anziché ad uso domestico e paga l’errore: 1200 euro. La disavventura a lieto fine per una signora residente nel Bellunese che aveva aderito nel 2014 ad un’offerta per la fornitura di energia elettrica da un call center abilitato di Enel Energia. Effettuato il contratto, con decorrenza agosto 2014, alla signora cominciano ad arrivare bollette elevatissime di 300/400 euro a bimestre per consumi di energia elettrica di una normale abitazione. Inutili le sue proteste con l’assistenza clienti di Enel Energia, che conferma la correttezza delle bollette emesse. La questione si trascina fino allo scorso anno quando la signora si rivolge all’Associazione a tutela dei consumatori “Io mi tutelo” con sede a Feltre.
“Quando iniziamo ad esaminare le bollette – spiega Andrea Brumurelli fondatore dell’Associazione – ci accorgiamo subito dell’anomalia del 22% Iva anziché il 10% previsto nei contratti ‘domestico residenziali’ e quindi avviamo l’iter di recupero delle somme non dovute chiedendo al fornitore il ricalcolo delle bollette compresa l’Iva al 10 anziché al 22%. Dopo una serie di verifiche di rito emerge infatti che il call center aveva erroneamente stipulato con la signora un contratto di tipo aziendale anziché domestico. Il contenzioso si risolve quindi positivamente, con le scuse di Enel Energia che rimborsa circa 1.200 euro oltre ad un indennizzo, poiché la risposta dell’azienda arriva oltre i 40 giorni previsti da regolamento”.