FELTRE L’unità operativa semplice dipartimentale “Malattie infiammatorie gastrointestinali”, facente capo al dipartimento di area chirurgica dell’ospedale di Feltre diretto da Umberto Montin, è stata affidata alla gastroenterologa Manuela De Bona. La dottoressa De Bona, professionista molto stimata per le competenze, le doti umane e le capacità relazionali, si è laureata a Pisa nel 1990 e specializzata a Padova nel 1998. Ha iniziato l’attività all’ospedale di Feltre nel 1992. Si è sempre dedicata agli aspetti fisiopatologici e al trattamento delle malattie infiammatorie gastrointestinali, in particolare delle gastriti, della malattia da reflusso gastroesofageo, delle coliti e delle lesioni pre-cancerose. Nel 1996 ha ottenuto il Dottorato di ricerca presso la Scuola S. Anna di Pisa. La Regione Veneto ha riconosciuto nell’ambito delle ultime schede di dotazione ospedaliera il valore dell’attività svolta nell’ambito delle malattie infiammatorie, in particolare quelle croniche intestinali, attribuendo all’ospedale di Feltre una unità operativa dipartimentale. Sono in aumento, e sempre più giovani, i casi di persone con malattie infiammatorie croniche dell’intestino seguiti nell’ambulatorio dedicato, istituito a Feltre a gennaio 2019, che segue 400 pazienti di cui circa il 50% proviene da fuori Ulss. Queste malattie, la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, rappresentano delle condizioni caratterizzate da periodi di remissione alternati a fasi di riaccensione che influenzano negativamente la qualità di vita degli individui affetti. I farmaci biotecnologici di ultima generazione si stanno rivelando estremamente efficaci per la cura di queste malattie e per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Tra i pazienti seguiti a Feltre, 120 vengono curati con i farmaci biologici e, di questi, 80 usufruiscono dell’ambulatorio infusionale all’ospedale di Feltre. Da gennaio 2019, infatti, è stato attivato un ambulatorio infusionale per somministrare i farmaci biotecnologici in un ambiente confortevole e protetto e con la presenza di un infermiere specialista che ha seguito un percorso formativo dedicato. Anche durante l’emergenza COVID l’ambulatorio ha continuato a funzionare, garantendo la continuità delle cure.