BELLUNO Con un comunicato congiunto, le sigle sindacali vogliono fare chiarezza sulla questione della mancanza di personale per il trasporto pubblico locale. Mancano pochi giorni all’inizio della scuola e il personale non basta per sopperire alla necessità.
IL COMUNICATO SINDACALE
Anche quest’estate l’azienda Dolomiti Bus ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme rispetto alla carenza nel trovare personale da destinare al servizio di guida ma non solo. Mancano infatti autisti, certo, ma mancano anche operai in officina, in magazzino e pare vi siano difficoltà anche a reclutare figure di più alta specializzazione. Il grido però fa pari con un silenzio assordante rispetto al perché si sia arrivati a questa situazione non più arginabile. Silenzio colpevole sul perché, quasi quotidianamente, il personale di Dolomiti Bus decida di dimettersi da un’azienda che non dà nessun tipo di risposte alle legittime richieste che i lavoratori, anche attraverso le scriventi Organizzazioni Sindacali, pongono con sempre più forza. Si tratta di richieste di rivedere una contrattazione interna ferma dal 2004, di rivederla dal punto di vista economico: ma davvero si pensa che le indennità concordate 18 anni fa possano avere ancora oggi una qualche forza????? Ma davvero si pensa che un Premio di risultato, legato ad una produttività che stona con la natura di servizio pubblico locale, riconosciuto per lo più in forma di welfare e e oggetto di contrattazione ogni anno, possa davero riequilibrare la perdita del potere di acquisto degli autisti? Ma l’azienda tace anche rispetto alle richieste di revisione della contrattazione dal punto di vista normativo, nell’organizzazione del lavoro. Tace l’azienda rispetto a turni che ormai non consentono più alcuna conciliazione vita lavoro, a orari spezzati, a nastri che superano le 12 ore di impegno giornaliero, ad avvicinamenti a casa sempre più spesso negati “perché non c’è personale”. Tace l’azienda che non dice che ormai non si dimettono solo i nuovi assunti ma stiamo perdendo le professionalità più specializzati, i “vecchi autisti” che avevano scelto questo lavoro per autentica passione e che oggi non trovano più alcuna gratificazione, né economica né professionale. Tace nel non dire di essere costretta a rivolgersi al subaffido, in cui spesso non esiste nemmeno una contrattazione di secondo livello, rischiando così di alimentare fenomeni di dumping sociale in cui l’unico costo ancora riducibile pare essere quello del lavoro. Ma tace anche la politica locale che pare non preoccuparsi davvero del fenomeno e delle ricadute per il territorio e per i propri cittadini. Martedi scorso, in commissione turni, l’azienda ha comunicato che il servizio scolastico prevede 112 turni e solo 129 lavoratori (di cui in parte, oggi impegnati in altre mansioni) per coprirli. A 20 giorni dalla ripresa delle scuole mancano almeno 20 autisti per garantire che il servizio possa essere realmente svolto. Pensando di tranquillizzarci ci è stato detto che sono state coinvolte le Agenzie per il lavoro. La nostra preoccupazione aumenta: davvero siamo costretti ad affidarci a delle agenzie, a lavoratori che, ammesso si trovino, non conoscono il territorio, verrannno necessariamente assegnati nelle zone più agibili costringendo ancora una volta coloro che ancora resistono ad accollarsi trasdferte e servizio “tappabuchi”? E avanti con il ciroclo vizioso di incentivare dimissioni. Ma ci preoccupa anche la situazione dell’officina. Siamo passati da un organico di 18 meccanici circa, alla metà… ci chiediamo come e a che condizioni possa essere garantita la manutenzioen e la riparazione dei mezzi in deposito. A settembre la Provincia, ormai socia di minoranza dopo la gara a doppio oggetto, sottoscriverà con Dolomiti Bus il nuovo programma di esercizio per i prossimi 9 anni (+ eventuali 4). Nelle linee guida si parla di servizio flessibile (si tratta forse del servizio a chiamata?), di investimenti, di clausole sociali a tutela dei lavoraratori. Peccato però che ad oggi, e malgrado le ripetute richieste, sia mancato qualsiasi vero confronto con le Organizzazioni sindacali a riguardo. Quale piano futuro? Quali investimenti? Quale servizio? Non è dato saperlo. Ad oggi a noi vengono solo proposte ipotesi di taglio di linee e chilometri perché mancano lavoratori. Forse per invertire il trend sarebbe necessario parlare con quei lavoratori. Forse per invertire il trend bisognerebbe promuovere più servizio, chiedere risorse aggiuntive per questo territorio, remunerare meglio gli autisti, costruire turni a misura di essere umano e non di macchine. Forse per invertire il trend sarebbe necessario evitare di far scappare chi ancora regge più che continuare a cercare manodopera. Per questo motivo le scriventi OOSS hanno deciso di rivolgersi al Prefetto avviando la procedura di raffreddamento nei confronti dell’azienda. Hanno altresì chiesto che all’incontro partecipino la Provincia di Belluno, proprietaria (seppur ormai di minoranza) di Dolomiti Bus e Ente di Governo e il Comune di Belluno, a sua volta affidatario del servizio di trasporto urbano.
FILT CIGL, FIT CISL, UIL Trasporti e FAISA CISAL
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