SOSPIROLO Ieri sera, intorno alle 20, la Centrale del Soccorso alpino (Suem) è stata contattata dalla compagna di un alpinista che da due giorni stava affrontando la traversata del Mont’Alt. La donna era preoccupata perché l’ultima comunicazione con l’uomo risaliva alle 10 del mattino, quando aveva riferito di aver superato una parte difficile vicino alla cima. Il ragazzo, un trentaquattrenne proveniente da Mogliano Veneto (TV), era partito sabato con l’intenzione di bivaccare alla base della Torre del Mont’Alt. Successivamente, aveva pianificato di scalare in solitaria la Via Castiglioni – Bramani, per poi procedere lungo una cengia che lo avrebbe condotto alla vetta del Mont’Alt e infine discendere dalla via normale.
Di fronte a queste preoccupazioni, ieri sera tre squadre del Soccorso alpino di Belluno si sono attivate per controllare tutte le possibili vie di accesso e discesa dal Mont’Alt. Utilizzando segnali luminosi con torce, hanno cercato di localizzare l’alpinista. Stamattina, intorno alle 6, in accordo con l’equipaggio di Treviso emergenza, i soccorritori si stavano dirigendo verso la palestra del Mas di Sedico per un’operazione di ricognizione dall’alto programmata per le 6:30. Durante il tragitto, hanno avvistato un uomo alla fermata dell’autobus che corrispondeva alla descrizione dell’alpinista disperso. Fermatisi per verificare, hanno confermato che si trattava proprio di lui.
Si è scoperto che, mentre stava proseguendo verso la vetta del Mont’Alt, lo scalatore aveva perso il punto di partenza delle corde doppie in un tratto del percorso. Di conseguenza, aveva deciso di tornare indietro. Nel corso del ritorno, aveva smarrito il suo zaino contenente documenti e telefono cellulare, impedendogli di dare notizie a nessuno. Dopo essere arrivato al Forzelon delle Mughe, aveva quindi intrapreso la discesa verso Casera Nusieda e le Rosse di Vedana, fino a raggiungere la fermata dell’autobus al Mas.