ROCCA PIETORE_MARMOLADA
“Purtroppo oggi siamo qui a celebrare la storia di un paese in malora. Dopo 45 anni di cause e scartoffie per un presunto problema che non dovrebbe esistere, l’ufficio complicazione affari semplici ha colpito di nuovo. Ricorriamo convinti delle nostre buone ragioni contro una rideterminazione di confini da parte dell’Agenzia del Territorio che disattende anche il famoso Decreto Pertini del 1982 e il solenne Protocollo d’Intesa siglato nel 2002 tra Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento e i Comuni interessati”.
Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, intervenendo in apertura dei lavori del Consiglio regionale straordinario, convocato in Marmolada per difendere la parte veneta del ghiacciaio, trasferita in competenza a Trento da un atto amministrativo dell’Agenzia del Territorio.
“E’ anche singolare – ha fatto notare Zaia – come questa Agenzia sia intervenuta modificando i confini mentre è ancora pendente al Tar il nostro ricorso contro la decisione presa da Canazei nel gennaio 2017 di disconoscere il Protocollo del 2002. Sia chiaro a tutti – ha incalzato il Governatore – che della Marmolada non è fregato a nessuno finchè non sono arrivati gli impianti e le piste, e solo dopo è cominciato il valzer di carte e scartoffie. Sono un inguaribile ottimista – ha aggiunto Zaia – e spero si possa aprire una nuova fase di dialogo con gli amici trentini, come fu nel 2002. Certo è che, se si tratta di una questione di business, un accordo non si troverà mai, se invece ragioniamo di storia e identità, lo si trova subito. La partita non è chiusa, e la mozione in discussione oggi, che mi auguro sia votata all’unanimità, non è aria fritta, ma l’avvio della difesa dei diritti dei veneti e dei bellunesi”.
Non è mancato, nell’intervento del Governatore, il riferimento alle storie di eroismo vissute su questa montagna: “oggi portiamo quassù anche, ancora una volta, il ricordo dei caduti della guerra e delle sofferenze che gli uomini in divisa patirono su questi territori impervi. In fondo, questa assurda battaglia sui confini è un oltraggio alla loro memoria.
Allargando il ragionamento ai temi della montagna, Zaia ha rivendicato alla sua Giunta la massima attenzione alle necessità delle terre alte: “Alcuni sembrano non accorgersene – ha detto – ma se oggi si parla di Montagna è per il nostro impegno. Qualcuno ha mai sentito palare – si è chiesto – di mondiali di Sci a Cortina 2021? Della candidatura alle Olimpiadi 2026? Dell’elettrificazione ferroviaria? Del Treno delle Dolomiti?. Nei fatti, non a parole, per noi la Montagna è sinonimo ed elemento di promozione e di identità”.
MARMOLADA. BOTTACIN: “CI SERVE UN’AUTONOMIA VERA”
“Credo che oggi sia una giornata epocale. Siamo qui infatti per raccogliere il grido che parte spesso da questi territori montani”. Lo ha detto l’assessore regionale alla specificità di Belluno Gianpaolo Bottacin intervenendo nel corso della seduta straordinaria del consiglio veneto sulla Marmolada per discutere la mozione relativa al Protocollo d’intesa sottoscritto il 13 maggio 2002 tra Veneto e Trentino Alto Adige sui confini. Bottacin ha sottolineato che la questione si inserisce in un contesto caratterizzato da “un grande equivoco”, cavalcando il quale “qualcuno ha fatto credere che Venezia avrebbe potuto garantire a Belluno lo stesso trattamento delle province del Trentino Alto Adige concedendo l’autonomia amministrativa. Così non è. L’autonomia amministrativa è già stata realizzata in gran parte. In materia di urbanistica, caccia e pesca, traporto locale, canoni idrici la Provincia già decide autonomamente. Ma è una cosa diversa da quella delle province della vicina regione a statuto speciale. Per avere le stesse condizioni l’autonomia amministrativa non basta, nonostante l’attenzione che la Regione pone da sempre al territorio montano”. “Tutte le azioni fatte – ha aggiunto – sono poi inficiate da due elementi. Il primo è quello che ha fatto il governo Monti eliminando i trasferimenti dello Stato: Belluno è passata da 28 milioni all’anno a zero. Il secondo è la legge Delrio che ha spogliato le Province delle materie e tagliato il personale. La Regione ha invece portato da 17 a 40 i milioni trasferiti alla provincia bellunese che vengono usati per colmare il gap creato a livello governativo. Il 53% del bilancio provinciale è ora costituito da risorse regionali, mentre fino al 2011 le risorse regionali ne costituivano il 19%”. “Ciò che ci serve oggi – ha concluso Bottacin – è un’autonomia vera, quella che il Veneto ha chiesto con il referendum del 22 ottobre e non è solo una questione di soldi, anche se l’82% dei tributi oggi va allo Stato, ma anche di regole e di leggi che vorremmo poter fare senza vedercele impugnare dal governo. Abbiamo bisogno di un’autonomia vera perché abbiamo dimostrato di essere un’eccellenza e che potremo fare ancora meglio. La battaglia per il riconoscimento di una maggiore autonomia servirà a superare anche il grande equivoco in cui sta vivendo la provincia di Belluno: se la torta sarà grande per il Veneto, la fetta di Belluno sarà grande. Ma se la torta continua a essere piccola per il Veneto, anche la fetta per Belluno non potrà mai esser grande per quanto sforzi faccia il Veneto. Occorre però pensare in grande anche a livello locale per sviluppare questo territorio, altrimenti sarà inutile guardare al Trentino Alto Adige”.