di LORIS SANTOMASO
AGORDO Quello di giovedì 7 febbraio 1980 è sicuramente un giorno memorabile nella lunga storia del Coro Agordo. Una data che il complesso canoro, oggi presieduto da Gabriele Riva, non poteva non rievocare, sia pur con tristezza e vivo cordoglio, nell’apprendere la notizia della morte del famoso giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo, avvenuta a Roma lo scorso 24 febbraio. All’inizio del suo 15° anno di attività, infatti, il coro diretto dal suo fondatore Salvatore Santomaso, salì alla ribalta delle cronache nazionali per essere stato ospite di una puntata di “Grand’Italia”, la trasmissione di allora di Costanzo, andata in onde in diretta in prima sera su Rai Uno, esibendosi in due apprezzati brani della tradizione popolare agordina. L’invito a partecipare al prestigioso evento, accompagnati anche dal sindaco Armando “Tama” Da Roit, fu merito dell’agordino Francesco Bortolini, giornalista, autore radiotelevisivo e collaboratore di Costanzo, che promosse la trasferta nella capitale del gruppo vocale grazie anche all’organizzazione della Famiglia Piave, degli emigranti bellunesi a Roma, guidata dall’indimenticabile Gigetto Adimico.Fu quella peraltro, una trasferta particolarmente intensa per Salvatore e i suoi cantori che, prima di entrare negli studi della Rai, la mattina del giorno precedente avevano partecipato in Vaticano all’udienza del mercoledì in Sala Nervi di Papa Giovanni Paolo II, offrendogli un canto allorché si intrattenne con loro nel suo passaggio fra i fedeli, e nel pomeriggio erano stati ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, anche in questo caso accompagnati oltre che dal sindaco, dall’arcidiacono monsignor Lino Mottes e da Bruno Zanetti dell’Associazione Alpini. Ma l’occasione aveva pure dato vita, la sera di martedì 5 febbraio, al significativo concerto nella chiesa di Sant’Agostino, assieme al Coro Ana di Roma, diretto da Lamberto Pietropoli, fondatore del Coro Minimo bellunese e autore e armonizzatore di tutto il repertorio del Coro Agordo. L’apparizione a Grand’Italia ha avuto peraltro una singolare simpatica appendice, come ricorda oggi uno dei coristi di allora, che vale la pena ricordare: «Con la regìa fu stabilito di eseguire un solo canto, ma il maestro Dino Siani, che dirigeva il piccolo complesso orchestrale della trasmissione, suggerì al nostro direttore di iniziare subito un secondo brano, grazie all’assist musicale fornitogli al pianoforte. La cosa spiazzò, ma non di tanto, lo stesso Costanzo: la trasmissione era in diretta e non si poteva né tagliare né ripetere. Fu così che, alla presenza di vari ospiti, tra i quali Fausto Cigliano e l’onorevole Valerio Zanone, dopo “Sól nté la Val del Bióis” riuscimmo a cantare anche “O bèl pecoraro”, ricevendo i calorosi e convinti applausi di Costanzo, dei presenti e, il mattino seguente, l’ammirazione dei clienti del bar alla stazione ferroviaria di Padova, dove il coro si era ristorato dopo il viaggio notturno di ritorno da Roma».
Foto:
ROMA – Giovedì 7 febbraio 1980. Foto ricordo del Coro Agordo con Maurizio Costanzo al termine della trasmissione di Grand’Italia.
ROMA – Mercoledì 6 febbraio 1980. Il Coro Agordo in Vaticano all’incontro con Papa Giovanni Paolo II all’udienza in sala Nervi.
ROMA – Mercoledì 6 febbraio 1980. Il Coro Agordo ricevuto al Quirinale dall’indimenticato Presidente della Repubblica.