di Renato Bona
Nel bel libro “I Castelli del Bellunese”, realizzato nel dicembre 1989 con Grafiche Longaronesi dalla Comunità Montana Bellunese e la Libreria Pilotto Editrice di Feltre, a cura di Bruno Fontana e Dario Dall’Olio (architetto, docente, funzionario tecnico del Comune di Mel il primo; artista, scrittore, collaboratore di giornali ed emittenti varie il secondo), il capitolo intitolato “Belluno città fortezza: fra assedi e assalti” fu opera dell’architetto Mauro Vedana, tecnico di Commissione Beni ambientali e collaboratore dell’Istituto italiano castelli. L’allora assessore alla cultura della Comunità Montana Bellunese, Luigino Boito, concludeva il suo saluto affermando: “Da questi castelli emana il fascino di antiche vicende che ci è stato fatto rivivere nel convegno di Mel dagli illustri relatori (Luisa Alpago Novello, Enrico Perego, Mauro Vedana, Mirco Minella, Eldo Candeago – ndr.) cui, nella mia veste di assessore alla cultura mi è gradito porgere il plauso più vivo della Comunità montana Bellunese”. E veniamo alla storia del capoluogo “Tra il Piave e l‘Ardo”. In proposito Vedana ricorda che un tempo, il Piave rappresentava una cintura, una barriera naturale attorno a Belluno e non trascura di dire che la difficoltà di costruire dei ponti ci è nota: rimangono scritti, documenti, stampe, dipinti, che si riferiscono a ponti, per lo più in legno, che mediamente non resistevano più di 50 anni”. A loro ricordo cita il solo arco del più maestoso di essi, in pietra, quello che avrebbe dovuto collegare definitivamente le sponde del Piave, costruito nel 1841, crollato nel 1882. Il Ponte della Vittoria dal 1926 (e prima di questo un ponte a traliccio in ferro 1884-1917) sono gli unici riusciti a risolvere il problema in modo definitivo, perché a campata unica, senza pilastri in alveo”. L’altro accesso a Belluno al lato della città che guarda il torrente Ardo: “Pur non essendoci in questo caso una enorme quantità d’acqua, la barriera è costituita dai dislivelli da superare”. E aggiunge: “In una rappresentazione del 1608, Belluno ci appare come una penisola contornata da un enorme corso d’acqua, con l’Ardo che entra da nord e il Piave che lambisce la parte sud e ovest:si intravedono le mura merlate della parte nord che chiudono il triangolo formato dal nucleo storico”. Quanto a Belluno “Promontorio fortificato” specifica che sulla linea che per Belluno costituisce il limite nord del centro storico sono allineate Porta Dojona, Porta Dante e Porta Castello (ora scomparsa). Tanto che: “Belluno ha le caratteristiche di una ‘città fondata’, pensata secondo le logiche della fortezza classica, in accordo con la leggenda tramandataci dagli storici locali che la vogliono fondata dai Romani”. E a proposito della “Città fortezza” specifica che la prima notizia certa sulle mura di Belluno è riferita alla cinta costruita attorno al 980 dal vescovo Giovanni Tassina. Sul lato nord, a destra e a sinistra vi sono il “Castello” (quadrilatero con 4 torri) ed il “Doglione”. Ancora: “La torre più possente di tutto il sistema difensivo è posta sulle mura sud, è quella di San Marco, esterna alla Porta di Rudo (o Rugo) dalla quale si scendeva a Borgo Piave per accedere al porto fluviale e quindi al ponte ed alla riva sinistra. Dopo tutta una serie di interventi, verso la fine del secolo l’apparato di difesa “è stato rivisto e si presenta efficiente ed adatto a difendere la città secondo le più moderne tecnologie dell’architettura militare del tempo”. I Vedana da quindi spazio all’illustrazione di un ideale percorso tra i resti che ancora si individuano, partendo dal Castello del lato nord-ovest: un quadrilatero con 4 torri angolari ed un fossato verso l’esterno (solo dopo il 1620 viene aperta una porta verso Campitello, ora Piazza dei Martiri); il Torrione, con il suo grande Leone di San Marco; l’angolo mura sud-ovest: ancora visibile nelle vecchie cartoline a sud della zona sovrastante il Ponte della Vittoria; Porta Rugo; Porta Dojona; il Bastione pentagonale, punta di un bastione del 1450-80 circa, al piano terra del palazzo San Marco.
NELLE FOTO (Faceboock e riproduzioni dal libro “I Castelli del Bellunese”): la copertina con disegno di Ornella Fiabane; Mauro Vedana; panoramica di Belluno; stampa del 1608 (Codice Pulini); lo sviluppo della cinta muraria bellunese; ricostruzione di V. Doglioni pubblicata nel 1969; documento riferito ad una controversia del 1705; vecchia cartolina di Porta Rugo; incisione di F. Monaco di Porta Dojona; 1248: assalti di Ezzelino da Romano; 1404; il Castello assalito dai veneziani; 1510: guerra cambraica: assalti veneziani.