Buona affluenza di agordini ma non solo all’incontro di sabato in sala Don Tamis ad Agordo voluto dall’associazione Agordino dove rinascono le Dolomiti in collaborazione con Siamo tutti animali Belluno sul tema dei cani pericolosi e non solo. Dopo la presentazione è stato letto un importante memorandum della presidente del rifugio Apaca Belluno, Paola Lotto, che ripercorre le problematiche storiche della provincia in merito all’abbandono dei cani e loro gestione esortando 3 azioni fondamentali per il territorio:
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- realizzare percorsi formativi per i cittadini
- abbandonare la logica obsoleta dei regolamenti di polizia locale e approvare regolamenti comunali sul benessere animale
- attraverso la conferenza dei sindaci, impegnare l’Ulss Dolomiti ad inserire gli aspetti legati alla violenza sugli animali in qualsiasi progetto che abbia ad oggetto la violenza verso umani (donne, bambini, anziani, disabili), perché è dimostrato che la violenza esercitata sugli animali (pure in età adolescenziale) è predittiva di future devianze anche criminali in cui le vittime sono altri
(l’intero testo è disponibile in calce)
I 4 relatori Cristiano Fant guardia zoofila, Alessandra Marchi avvocato, Silvia Marangoni medico veterinario comportamentalista e Rudy Buosi educatore cinofilo, sono stati molto esaustivi nell’esporre 4 pilastri che costruiscono il mondo della tutela e relazione uomo animale, perché soprattutto di questo si è parlato di relazioni. Da quella costruita con il cane, che deve essere scelto consapevolmente e via via conosciuto e integrato fortemente nei legami familiari e poi sociali della comunità in cui vive, a quella tra umani che deve fondarsi nel rispetto reciproco e nella condivisione delle regole che comprendono anche i cani, a quella con le autorità e i comuni che sono tenute a fare alcuni interventi importanti e non più rimandabili, a quella dell’intervento sui problemi delle relazioni uomo-cane che vanno risolte anche avvalendosi di figure professionali che possono chiarirci molte dinamiche sbagliate che si instaurano con gli animali per scarsa conoscenza delle loro caratteristiche da parte dell’uomo.
il video della serata sarà disponibile al più presto sul canale YouTube dell’associazione Agordino dove rinascono le Dolomiti perchè questi preziosi materiali possano essere consultati e utilizzati.
CONTRIBUTO DI APACA BELLUNO:
Incontro pubblico organizzato dall’Associazione “Agordino dove rinascono le Dolomiti” Agordo, 8 giugno 2019 – contributo di Associazione APACA OdV
E’ da 25 anni che Apaca si occupa di maltrattamento ma soprattutto di abbandono di cani e da oltre 20 gestisce il canile-rifugio della provincia di Belluno, dove sono transitate alcune migliaia di cani, tra cui alcuni con livelli di mordacità ben manifesti.
Fino ai primi anni Duemila, l’unica mordacità ricorrente era sostanzialmente quella espressa dai pastori tedeschi, di cui i bellunesi erano riusciti a impoverire la linea genealogica improvvisando una stagione di monte artigianali che privilegiavano sia la consanguineità, sia il temperamento orientato in maniera esasperata alla difesa. Per molti anni, perciò, il pastore tedesco presente in provincia è stata la razza mordace per eccellenza.
Da una quindicina d’anni le cose sono cambiate, perché nel frattempo i cani da caccia sono entrati in salotto, i maremmani sorvegliano non le pecore ma i giardini delle villette e i border collies come gregge hanno la famiglia. Tutto questo grazie all’affermazione di un’incultura dominante – associata a un business milionario – che veicola un messaggio molto convincente: le razze hanno sì standards molto diversi, ma, alla fine, tutti i cani hanno più o meno gli stessi bisogni e richiedono più o meno le stesse attività.
E, invece, i cani non sono tutti uguali e cercare di renderli tutti esemplari con poche esigenze (passeggiatina, coccole, giochetti e poco altro) può dimostrarsi controproducente oltre che essere etologicamente scorretto. Il compito essenziale di ogni uomo che si accompagna a un cane è, infatti, quello di controllare e non di inibire le doti del cane, comprese quelle più scomode come la vigilanza (perché un cane vigile abbaia!) o l’aggressività (che l’uomo preferisce trasformare sempre in reazione oppositiva, data che ama solo il cane che si oppone e non quello che sa anche rinunciare allo scontro, cosa che i lupi, guarda caso, sanno fare benissimo!).
E’ un grande errore e una menzogna interessata far credere che tutti i cani siano gestibili: ciò che andrebbe fatto, invece, è operare affinché l’unico approccio corretto nella formazione dei binomi sia quello che prevede un cane adatto all’umano e al suo stile di vita e un umano adatto a quello specifico individuo canino.
Per questo motivo è fondamentale diffondere informazioni e cultura cinofila tra i cittadini, puntando a farli diventare non solo soggetti consapevoli, ma anche consumatori responsabili che pretendono allevatori seri e preparati che nulla a che vedere con i tanti cagnari che riempiono i negozietti di animali compresi quelli online, le fiere di paese e le pagine dei social.
Chi ha l’ambizione di occuparsi, a qualsiasi titolo, di cani, sa che ambiente e predisposizione genetica influenzano entrambi il carattere del cane, in un equilibrio che cambia continuamente: è, quindi, logico pretendere che, quando si rileva l’esistenza di una situazione di disagio che coinvolge anche un cane, le istituzioni non si occupino solo dell’umano, ma si prendano cura anche delle sorti del cane. Ciò vale, ad esempio, nei casi di accumulo patologico (diffusi in provincia più di quanto si voglia ammettere) e, naturalmente, nelle situazioni come quelle in cui Kaos era coinvolto, che richiedono non autorità spettatrici ma politiche sociali adeguate.
Noi constatiamo che la prevenzione è stata – ed è tuttora – affidata solo a qualche associazione e a quei professionisti del settore che hanno scelto approcci educativi non violenti: non fanno prevenzione – o almeno non lo fanno con la continuità e la dedizione necessarie – né i veterinari pubblici, né quelli privati, così come totalmente assenti nell’offerta di cultura cinofila sono i comuni,
così come l’ordine dei medici veterinari.
Non è perciò un caso che temi come il possesso consapevole e la sorveglianza preventiva diventino improvvisamente attuali soltanto il giorno dopo eventi come la morte di Kaos, la cui appartenenza di razza ha, però, rischiato di deviare l’attenzione dal vero “focus”, stimolando la voglia di semplificazione e rimettendo in pista teorie abbandonate da tempo, come quella delle razze pericolose. Bene ha fatto, dunque, l’Associazione Agordino-dove rinascono le Dolomiti a proporre una riflessione pubblica.
L’esperienza di Apaca sul fronte della “mordacità” è sicuramente limitata – dato che l’attività del canile-rifugio è incentrata sull’apporto dei volontari, soggetti a cui non è lecito assegnare funzioni di accudimento e men che meno di recupero comportamentale di cani mordaci – tuttavia, a nostro parere, è un dato di fatto che, nell’arco degli ultimi 10 anni, il livello di problematicità della platea dei cani bellunesi si sia alzato in maniera significativa, sia per ragioni prettamente statistiche legate all’aumento degli esemplari, sia, ad esempio, per l’arrivo dai canili del Sud Italia di parecchi esemplari con seri problemi comportamentali, tra i quali la mordacità spicca per frequenza.
Quanto ai pitbull, siamo in grado di testimoniare che i due esemplari sottratti all’affollamento del canile di Palermo da LAV e recentemente ospitati nel nostro rifugio si sono dimostrati esemplari equilibrati, tanto da essere avviati con successo all’adozione. E così è stato anche per la femmina di pitbull che, sempre insieme a LAV, è stata sottratta nei mesi scorsi alla detenzione in uno scantinato e che ora sta seguendo un normalissimo percorso di apprendimento dei fondamentali.
In attesa di una riforma legislativa occorre, secondo noi, che tutti i soggetti portatori di competenze prendano atto della nuova complessità legata al possesso di cani ed assumano iniziative concrete di prevenzione.
Agli amministratori locali ci limitiamo ad indicarne tre:
– realizzare percorsi formativi per i cittadini che possiedono o intendono possedere un cane
– abbandonare la logica obsoleta dei regolamenti di polizia locale e approvare regolamenti comunali sul benessere animale che concorrano a creare un contesto culturale e normativo in grado di stimolare il possesso consapevole e contrastare ogni maltrattamento
– attraverso la conferenza dei sindaci, impegnare l’Ulss Dolomiti ad inserire gli aspetti legati alla violenza sugli animali in qualsiasi progetto che abbia ad oggetto la violenza verso umani (donne, bambini, anziani, disabili), se non altro perché è dimostrato che la violenza esercitata sugli animali (pure in età adolescenziale) è predittiva di future devianze anche criminali in cui le vittime sono altri umani.
Paola Lotto- presidente Associazione APACA OdV