ROMA In questi giorni, a Bruxelles si è tenuto un incontro sul tema dell’incentivazione agli impianti per il mini idroelettrico sui corsi d’acqua naturali, tra i funzionari della Commissione Ambiente, Federico D’Incà, deputato del M5S, Lucia Ruffato di Free Rivers Italia e Vanda Bonardo responsabile Alpi di Legambiente. “All’interno del decreto incentivi – dice D’Incà – cosi come previsto dal M5S, viene finalmente fermata la speculazione sui piccoli torrenti di montagna, grazie a un taglio dell’incentivo per tutta una serie di casistiche che pregiudicano il valore ambientale. L’incontro è stato molto positivo: i tecnici della Commissione ambiente erano a conoscenza della problematica, così come è stato fatto presente negli ultimi anni da parte dei comitati nati ovunque in Italia per proteggere i nostri corsi d’acqua. Sono state comprese tutte le istanze e per questo possiamo esprimere soddisfazione”. Dell’incontro a Bruxelles si dichiara soddisfatta anche Lucia Ruffato. ” Il confronto diretto avuto con i funzionari – ha detto – ha consentito di definire la problematica del ‘mini idro’ e di spiegare come tutti i comitati e le associazioni ambientaliste appoggino la versione originale del decreto incentivi che aiuterà il nostro territorio a salvare i nostri fiumi ”.
LUCIA RUFFATO DALLA RASSEGNA STAMPA LOCALE
ANCHE SE A DISTANZA DI QUALCHE GIORNO UNA RISPOSTA AGLI INTERROGATIVI LASCIATI APERTI NEL NOTIZIARIO DEL 15 MAGGIO 2019 CHE RIPROPONIAMO:
TORNA IL FAR WEST DELLE CENTRALINE, 80 NUOVI PROGETTI PRONTI A PARTIRE NEL SOLO BELLUNESE.
Il governo stando alle dichiarazioni del Coordinamento nazionale tutela fiumi decide di ripristinare gli incentivi al mini-idroelettrico mettendo in pericolo gli ultimi torrenti naturali in nome di interessi privati e di una produzione energetica trascurabile.
Apprendiamo dai media nonché dai contatti intercorsi con i competenti uffici ministeriali che i ministri M5Stelle Di Maio e Costa stanno per ripristinare quegli incentivi al mini-idroelettrico che loro stessi avevano abolito. Incentivi che hanno causato, negli ultimi dieci anni, la devastazione di moltissimi corsi d’acqua naturali e di interi ecosistemi sulle Alpi e sugli Appennini. Si parla, solo nel Bellunese, di circa 80 nuovi progetti per fare energia che di “verde” ha ben poco.
“Esultano i produttori, per lo più società private a cui vengono dati soldi pubblici, pagati in bolletta dai cittadini. Negli stessi giorni, però, le stesse associazioni di produttori chiedono “lo stato di calamità naturale” per gli impianti esistenti, in quanto la siccità ha diminuito le produzioni -afferma Assoidroelettrica in una lettera indirizzata ai Ministri Di Maio e Costa – Sono passati quei tempi in cui idroelettrico era sinonimo di guadagni anche significativi. In pochi anni i numeri in gioco si sono letteralmente stravolti».
Il Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia, che riunisce oltre cinquanta tra comitati e associazioni sulle Alpi e gli Appennini, fa notare che il mini-idroelettrico, oltre ad avere un impatto devastante sugli ultimi torrenti ancora liberi, dà pure un contributo trascurabile al fabbisogno energetico nazionale.