REDAZIONE Riceviamo e volentieri pubblichiamo, lettera firmata da Taibon Agordino
“Caro Direttore, ho letto stamane le ultime notizie dalla martoriata Valle di San Lucano dove vedo ancora molte piante a terra a tre anni da Vaia, pure vicino a strada, in quella irripetibile valle dove i volontari si fanno in quattro per far conoscere e rilanciarla, come ad esempio gli uomini del piodek al lavoro sulla calchera a San Lucano ed è solo un esempio, l’altro sono gli imprenditori di attività ricettive e dei pochi negozi rimasti che dimostrano di crede nel turismo per la Conca Agordina riuscendo a guardare al di là dei loro occhiali.
Ho letto l’articolo di questa mattina ed è vero: da tre anni Col di Pra non ha un collegamento con il paese ed è anche un ulteriore danno al turismo perché la ciclabile a le Torte è un lontano ricordo e con la bicicletta percorrere la condotta della centrale è un azzardo, strano che nessuno si sia ancora fatto male. Vorrei però chiedere all’amministrazione comunale alcune cose, anche se sarebbe opportuno che certe domande le facessero i consiglieri di minoranza che mi pare siano assenti da anni, mai una critica, mai una proposta, mai un segnale che sono presenti anche se non comandano, ma non è certo quello di comandare il loro compito ma di rappresentare le istanze dei cittadini. Ho letto della ciclabile interrotta a Le Torte e tra le righe il riferimento alla zona Peschiere, quella dell’Arena dove sono stati spesi centinaia di migliaia d’euro e difronte c’e’ un bosco a terra, devastato da Vaia, una strada nuova tagliafuoco e nessuna pianta spostata…non saranno mica già finiti i soldi per realizzare la sterrata e ora si dovrà convivere con il disastro post vaia? Come mai la seconda strada non è stata terminata? Mi chiedo infine cosa aspetti il Comune a riaprire le silvo pastorali per Reane e Angheraz, un diritto per i cittadini, sono tre anni che attendono un segnale ma fino ad oggi vedono un’Arena nel luogo sbagliato e impianti sportivi ripetuti difronte ad un ponte sul Tegnas collassato e ad un altro sul Cordevole in via Foch da decenni fermo con le quattro frecce”. (foto archivio radiopiu)
ARCHIVIO RADIO PIU 25 GENNAIO 2020
COL DI PRA – PONT: LA DISTRUZIONE con la collaborazione di MANUEL CONEDERA
OGGI ALLA RADIO
GLI ABITANTI DI COL DI PRA IN CASO DI EMERGENZA NON HANNO UNA VIA DI FUGA ALTERNATIVA ALLA STRADA COMUNALE
TAIBON A tre anni dalla tempesta Vaia gli abitanti di Col di Pra in Valle di San Lucano non hanno ancora una strada di emergenza, una via alternativa alla comunale (spesso soggetta a caduta sassi ma anche esposta al pericolo valanghe) da percorrere in auto oppure a piedi. In località Peschiere infatti il torrente Tegnas ha inghiottito la sterrata che aggirava il lago portando direttamente in località Le Torte che non si raggiunge nemmeno da Paluch via la Busa del Poz perché gli alberi sono ancora accatastati come i bastoncini colorati dello shangai. Verso il lago è stato realizzato un sentiero con la forza del volontariato, ma nessuno più a nord ha ancora spostato le piante in prossimità della condotta, quindi la strada è ostruita, interrotta, bloccata anche per gli animali. Per raggiungere le Peschiere da San Lucano l’unica possibilità (ma non certo per i mezzi a motore) è quella di camminare sopra la condotta dell’acqua che alimenta la centrale idroelettrica di Forno Val. Ma la condotta è arrotondata, scivolosa e soprattutto sarebbe vietato camminarci sopra anche se tutti lo fanno, a piedi, in moto o in bicicletta, perché non ci sono alternative sperando che nessuno finisca mai al di sotto. Rimane il fatto che gli abitanti di Col di Pra in caso di emergenza non hanno una via di fuga percorribile e autorizzata, più volte negli ultimi anni sono stati evacuati dalle loro abitazioni per pericolo di incendio, alluvioni e valanghe. “E’ un problema noto – dice il sindaco di Taibon Silvia Tormen – in questi tre anni abbiamo insistito per risolvere questo problema, per permettere il collegamento dalle Peschiere alla Valle di San Lucano. Una strada da ricostruire e non ci sono altre idee progettuali. Servono parecchi soldi per rifare il ponte, ricostruire gli argini e la strada”. Il ponte sul Tegnas è un “eroe” ha incredibilmente resistito alla furia di Vaia, è ancora in piedi le auto vi transitano sopra ma è evidente che necessita di interventi. I tempi per la ricostruzione della strada non sono certi, tutt’altro perché prima i tecnici vogliono che la zona venga messa in sicurezza dalle piene del Tegnas, a quando quindi il rifacimento degli argini e quindi della strada? E’ ovvio che quella è l’unica zona dove è ammissibile la strada senza sventrare ulteriormente Le Peschiere. Ci sono voluti tre anni per ripiantumare gli alberi, rivedere il verde abituandosi al nuovo ambiente e purtroppo anche a quello difronte, sul versante delle Pale di San Lucano devastato prima dall’incendio e poi da Vaia, dove le piante sono ancora a terra e a quelle rimaste in piedi tremano gli aghi per la minaccia bostrico.
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