SOVRAMONTE Mini manovra finanziaria per assicurare gli equilibri di bilancio. Il consiglio provinciale, riunito oggi a Sovramonte (sono riprese dopo la pandemia le sedute itineranti), ha varato una variazione necessaria ad assicurare la continuità dell’azione amministrativa, nonostante le difficoltà dovute alle minori entrate e alle maggiori spese causate dai rincari energetici. Alla voce delle entrate – Itp e Rc auto – le stime danno 3,5 milioni di euro in meno per il 2022. Sul fronte delle uscite, invece, vengono calcolati circa 500mila euro di maggiori spese per l’energia elettrica e per il riscaldamento di scuole e fabbricati, a causa dei rincari di luce e gas registrati negli ultimi mesi; 800mila euro in più per le materie prime e l’energia elettrica in utilizzo a Veneto Strade; e maggiori accantonamenti dovuti a spese amministrative di vario genere. A fronte di questa situazione, il consiglio provinciale ha deliberato di utilizzare 2,7 milioni di euro di avanzo libero. «Il momento è particolarmente delicato e le prospettive per il 2023 sono tutt’altro che rosee. Abbiamo deciso di congelare qualsiasi tipo di impegno di spesa e speriamo che la crisi siccità non abbia particolari ripercussioni sulle entrate da canoni idrici, che sono fondamentali per le casse provinciali» ha sottolineato durante la seduta consiliare il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Come se non bastasse, le Province – compresa la nostra – hanno già avuto una piccola mazzata con il Decreto Aiuti, che su 80 milioni di euro per gli enti di area vasta ha drenato ben 60 milioni per la Città metropolitana di Roma, lasciando a tutti gli altri appena 20 milioni. L’assemblea Upi ha chiesto al Governo di compensare le minori entrate dei nostri enti e stiamo aspettando. Certo è che in queste condizioni non potremo onorare l’impegno con le Unioni Montane. Stiamo lavorando per reperire le risorse e poter ripristinare da subito – se ci saranno le condizioni – almeno in parte questo trasferimento, fondamentale per gli interventi sul territorio, soprattutto per la difesa del suolo, come abbiamo potuto soprattutto negli ultimi anni, dato che dal 2017 al 2021 la Provincia ha stanziato per le Unioni Montane quasi la stessa cifra arrivata fra il 2008 e il 2016». La mini manovra varata dalla Provincia serve anche per chiudere per il 2022 la convenzione con Veneto Strade, con cui è stata sottoscritta una convenzione. «In sinergia con la struttura di Veneto Strade, sono stati analizzati gli impegni finanziari dal 2008 in poi, calcolando tutte le economie fatte di anno in anno, valorizzando gli interventi e l’attenzione dell’azienda regionale sulle strade provinciali. In questo modo sono state razionalizzate le risorse da versare per il 2022 ed è stato inserito anche un intervento da effettuare sulla Sp251 della Val di Zoldo, strada sempre problematica» ha spiegato il consigliere provinciale delegato alla viabilità, Fabio Luchetta. «Ricordo che la convenzione con Veneto Strade vale 15,1 milioni di euro l’anno, cifra che la Provincia percepiva dallo Stato e che è stata azzerata a partire dal 2014, mentre i chilometri di asfalto da manutentare sono rimasti inalterati. Abbiamo calcolato che se lo Stato dovesse rifondere alla Provincia i mancati trasferimenti, arriveremmo a circa 130 milioni di euro; cifra che ci darebbe ampio respiro su tanti capitoli, non ultimo quello dei contributi alle Unioni Montane». Il consiglio ha preso atto anche della convenzione con la Regione Veneto in materia di caccia e pesca. «Una convenzione che assegna al Bellunese quell’autonomia prevista dalla legge 25 e lascia in capo alla Provincia la gestione del piano faunistico-venatorio e del calendario venatorio» ha spiegato il consigliere delegato, Franco De Bon. «Grazie alla Regione si concretizza un altro piccolo tassello della specificità».
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