BRUXELLES Si è tenuta ieri la discussione in Parlamento Europeo del Minority SafePack, l’iniziativa sostenuta da oltre 1,3 milioni di cittadini europei per chiedere più diritti e protezione per le minoranze etniche e linguistiche. Tra gli interventi, anche quello dell’europarlamentare Herbert Dorfmann che ha sottolineato come per la tutela della stessa Europa sia fondamentale la tutela delle minoranze, invitando la Commissione Europea ad agire. «È fondamentale concretizzare questa iniziativa portata avanti da milioni di cittadini europei e arrivare ad azioni che portino a una maggiore protezione delle minoranze etniche e linguistiche, – sottolinea Dorfmann – La Commissione Europea non può più evitare questo tema: deve finalmente riconoscere le minoranze perché è proprio la diversità di lingue e culture che fa l’Europa». Va sottolineato come, tra le decine di minoranze sul territorio europee, figuri anche quella di lingua ladina, che nella Provincia di Belluno viene ufficialmente riconosciuta in ben 37 comuni: non è quindi un caso se l’Italia risulta il terzo Paese membro, dopo Ungheria e Romania, per numero di firme raccolte a sostegno dell’iniziativa. «Durante il dibattito, ho rimarcato le varie richieste dei promotori del Minority SafePack: la protezione e la promozione della diversità culturale e linguistica, l’ideazione di programmi a sostegno delle piccole comunità linguistiche, l’istituzione di un centro per la diversità linguistica. – commenta Dorfmann – La protezione delle minoranze autoctone e la promozione della diversità culturale e linguistica devono essere inserite tra gli obiettivi da perseguire attraverso i fondi per lo sviluppo regionale; le minoranze che abitano il nostro continente costituiscono un valore aggiunto, va stimolata la ricerca a riguardo». Al termine dell’audizione, il Parlamento Europeo ha redatto una risoluzione, che sarà successivamente discussa e votata in assemblea plenaria. Spetterà infine alla Commissione Europea avanzare una proposta che permetta di tradurre in legge lo spirito del Minority SafePack. La raccolta firme a sostegno del Minority SafePack è stata avviata nell’aprile 2018; in poco più di un mese, sono state raccolte 1,3 milioni di firme, ben oltre il milione richiesto. Le sottoscrizioni dovevano arrivare da almeno sette Paesi membri, e ne sono stati coinvolti undici (Romania, Ungheria, Spagna, Slovacchia, Danimarca, Bulgaria, Slovacchia, Lituania, Croazia, Lettonia e Italia). A gennaio 2020 le firme sono state registrate presso la Commissione Europea; il Parlamento Europeo avrebbe dovuto organizzare entro sei mesi da quella data un’audizione pubblica. Inizialmente prevista per il 23 marzo, è poi slittata alla giornata di ieri, 15 ottobre, a seguito dell’emergenza Coronavirus.