di RENATO BONA
Sul massiccio statua bronzea della Madonna, benedetta nel 1901, e un bronzo di Augusto Murer del 1974 La Comunità montana del Grappa (comuni di Borso del Grappa, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno, Cavaso del Tomba, Pederobba) ha realizzato con la Edizioni Acelum di Asolo nel novembre del 1989 (Tipografia Asolana) ed il contributo della Regione Veneto, la guida “Monte Grappa da scoprire. Ambiente, natura, itinerari” con l’intento – come scriveva l’allora presidente dell’ente, prof. Sebastiano Bresolin – di “suscitare curiosità nel lettore che, se preso dalla passione per i monti e per le loro bellezze, potrà recarsi direttamente tra le alte vette per gustare appieno delle loro meraviglie, senza dimenticare che vi è la possibilità di una più completa informazione su testi specifici” e concludeva: “Il Monte Grappa è vicino e nulla impedisce di percorrerlo; per i suoi valori storici ed ambientali è doveroso conoscerlo e rispettarlo”. La pubblicazione, che è stata curata da: Aurelio Tomasi, Luigi Zancanaro, Giuseppe Zalunardo, Marcello Cavarzan, Michele Bortignon (autore anche delle foto), si articola in sei capitoli: “Gli avvenimenti bellici”, “L’ambiente fisico”, “Aspetti vegetazionali e floro-faunistici”, “Gli itinerari”, “Cenni di agriturismo” . Nel primo si rievoca la prima guerra mondiale che dopo la rotta di Caporetto vide una riorganizzazione delle forze italiane che, superando gravi difficoltà conseguenti a carenza di armi, dotazioni, rifornimenti di ogni genere, vide i nostri soldati “dare prova di autentico eroismo: per tenere testa ad un nemico assai più forte per organici e mezzi bellici, i reparti avanzati si aggrapparono disperatamente a linee difensive del tutto improvvisate, con duri combattimenti dall’Astico al Piave che nel giro di un anno registrarono: la battaglia “di arresto” 10 novembre-21 dicembre 1917; la “battaglia del solstizio 15 giugno-6 luglio 1918; quella di Vittorio Veneto 24 ottobre-14 novembre1918, conclusasi con la vittoria italiana. Testimonianze eloquenti di quegli eventi – si legge – sono la zona monumentale di Cima Grappa, a quota 1776, che nel Sacrario realizzato nel 1935 custodisce i resti di 12 mila 615 soldati italiani (di cui 10 mila 332 sconosciuti) oltre a 10 mila 295 austro-ungarici. Nel cimitero anche la statua bronzea della Madonna, benedetta nel 1901 dal cardinale Sarto divenuto papa San Pio X. E la galleria Vittorio Emanuele III, opera straordinaria di ingegneria militare: 5 chilometri di cunicoli realizzati come moderno strumento di guerra, un’impressionante fortificazione polifunzionale sotterranea”. Il Grappa assistette ad un altro tragico evento bellico: il rastrellamento nazifascista del settembre 1944 contro le forze della Resistenza. Dopo l’8 settembre, molti giovani avevano formato proprio sul Grappa nuclei e brigate partigiane, sulla cima il comando unico. Contro questi partigiani, male armati ed equipaggiati, il 20 settembre 1944 si scatenò la rappresaglia, una tragedia vissuta da tutta la popolazione con fucilazioni, impiccagioni e deportazioni. La lotta però continuò fino alla Liberazione: era il 25 aprile 1945. Per ricordare i sacrifici della Resistenza, poco sotto Cima Grappa è stata collocata un’opera monumentale dove spicca un bronzo del grande scultore bellunese di Falcade, Augusto Murer. L’opera venne inaugurata il 29 settembre 1974. Detto che la guida, molto interessante, sarebbe da proporre integralmente, dobbiamo qui, per evidenti ragioni di spazio contenere il nostro entusiasmo e dunque ci limitiamo ad elencare gli itinerari che sono proposti: gli escursionistici: Cima Grappa (5 ore), Monte Colombera (5,30), Meatte (6,30), I Solaroli (5), Col Fenilon (5,30), Col dei Prai (4,30), Val Sassumà (5,30),sentiero natura don Paolo Chiavacci (2,30), l’Anello del versante sud (tre giorni); per mountain-bike e sci-escursionismo: Attorno alla Cima (3 ore), In Val delle Mure (2), Gli Asoloni (3,30), I Colli Alti (3); le vie ferrate: Ferrata dei Sass Brusai (3 ore e 30), Il percorso attrezzato Carlo Guzzella (4); le palestre di roccia: la prima, la più grandiosa è a Cismon del Grappa nella Valsugana: una serie di ripide pareti quasi a picco sulla strada, tutte molto difficili ed anche di una certa lunghezza; la seconda in Valle di Santa Felicita in comune di Romano dì’Ezzelino, forse la più famosa e certamente la più vecchia con vie di tutti i tipi e difficoltà; vi si trova anche una ferrata particolarmente utile per l’allenamento e addestramenti; infine la palestra di Schievenin nel comune bellunese di Quero; la più recente ma forse la più bella per lo scenario naturale in cui si trova, con vie di tutti i tipi e di tutte le difficoltà. E concludiamo con l’ agriturismo che “è l’attività che mira a conciliare l’agricoltura con il turismo, valorizzando ove è possibile elementi culturali e ambientali, favorendo i rapporti tra mondo rurale e le altre realtà sociali. Il capitolo spiega fra l’altro che “la realtà più importante dal punto di vista culturale ed economico del massiccio è la malga, azienda agricola montana ricca di storia che ancora oggi è chiamata a svolgere un ruolo essenziale di tutela ambientale, di razionale utilizzo del territorio. Per secoli la malga ha risposto all’esigenza rilevante dell’agricoltore locale, montanaro con scarse risorse di terreni e foraggio, di risparmiare fieno di fondovalle, razionarlo adeguatamente e accumularlo per i lunghi mesi invernali permettendo un carico di bestiame maggiore nella stalla familiare. E la malga mantiene inalterata la struttura, l’organizzazione, il calendario, la vita risponde da secoli a un rito quasi sacrale; vita non certo comoda, con un ritmo di lavoro ben scandito e ordinato. Gli edifici sono caratteristici e rispondono alle esigenze lavorative… con il latte che acquista sapore e qualità dalle erbe stentate ma di pregio che il pascolo offre”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida “Monte Grappa da scoprire”): la copertina della pubblicazione; l’ossario di Cima Grappa; l’opera di Augusto Murer (a proposito del quale ci piace ricordare che numerose, qualificate immagini che riguardano il maestro falcadino sono state realizzate dal suo amico Elio Aricò); in volo verso il piano; un caratteristico sentiero; esemplare di Lilium bulbiferum; la Parnassius apollo; l’alta Val delle Mure; galleria di guerra; il ponte della ferrata dei Sass Brusai; sulla mulattiera d’arroccamento delle Meatte; malga con copertura “a fojaroi”; nocciolo in fioritura; Pian de la bala; malga”Archesét”.