ROCCA PIETORE Il consiglio direttivo di MW Italia ha risposto alla lettera inviata pochi giorni fa da Lucia Farenzena, presidente del Consorzio Operatori Turistici Rocca Pietore, Marmolada. Pubblichiamo l’intero testo.
Facciamo seguito alla Sua lettera per comunicarLe il nostro rammarico nel leggere nelle sue parole una realtà travisata, dove le vittime diventano carnefici e viceversa. Il rispetto nasce anche dalla conoscenza. Affermare che “non è venire due giorni, farsi foto, metterle sui social, prendere like che fa capire cosa significhi vivere in montagna, pontificando su come dovremmo vivere” è mancanza di rispetto, quello stesso rispetto di cui Lei parla. Molti di noi sul territorio ci vivono e ci lavorano, organizziamo incontri con i cittadini e con la Pubblica Amministrazione. Giusto per citare un esempio che Le è vicino, la scorsa estate alla fine di giugno siamo stati a Rocca Pietore per confrontarci con la comunità locale sui disagi del “dopo Vaia” e portare il nostro contributo. Era con noi un gruppo di giovani di Silea (TV) che hanno collaborato con piccoli gesti alla rinascita di questi territori. Avevamo invitato anche Lei, ma purtroppo in quei giorni non era disponibile. Abbiamo condiviso con il Comune di Canazei un progetto sulla Marmolada dell’immaginario che proporrà il rilancio della Fedaja coinvolgendo i rifugisti del gruppo. Inoltre siamo stati più volte a confrontarci con la popolazione anche in Comelico e in Cadore, proprio sul turismo e lo sci. Siamo intervenuti anche a nome di quei residenti che hanno PAURA di esprimersi per un clima di intimidazione. Se Lei scorre le bacheche di Facebook vedrà che i commenti verso i nostri contributi sono ben più feroci di quelli che Lei lamenta, rasentando la minaccia all’incolumità personale dei nostri sostenitori. Peccato non aver mai riscontrato, nonostante la pubblicità degli eventi, la presenza degli imprenditori della montagna. Forse per quello non ci ha mai visto. In occasione di questi eventi abbiamo portato contributi concreti su diversi aspetti del vivere la montagna: autonomia, foreste e alpeggi, qualità turistica, paesaggio, aree protette, lavoro, acque, e specialmente servizi alla persona, accoglienza. A tal proposito può consultare i contributi forniti recentemente al Ministero dell’Ambiente sulle buone pratiche nel turismo, o il Laboratorio Appennino e il recente Manifesto di Camaldoli. La nostra azione verso il progetto Dolomiti UNESCO è la denuncia di un fallimento che ci addolora in quanto noi per primi abbiamo costruito il percorso di candidatura, perché credevamo che sarebbe stato una grande opportunità per tutelare e conservare paesaggi e culture uniche al mondo, dove i paesaggi sono l’ambiente e le culture sono le persone, due aspetti che possono e devono coesistere. Anche insieme a Voi abbiamo condiviso il Piano di gestione, abbiamo invitato, ad esempio, la società Marmolada-Tofane funivie ad entrare nel collegio dei soci sostenitori della Fondazione Dolomiti UNESCO, perché credevamo che un dialogo fosse possibile e costruttivo; in alcuni momenti storici lo è anche stato. Abbiamo sempre auspicato confronti diretti, condivisioni, anche su un piano di conflitto costruttivo. Poi, certamente, noi non siamo amministratori o imprenditori e non abbiamo disponibilità economica, possiamo solo indicare dei possibili percorsi virtuosi e ricordare le esperienze negative già vissute per cercare di non ripeterle. Siamo volontari, che spendono tempo e denaro di tasca propria perché credono in quello che fanno, riconosciuti ufficialmente come “portatori di interessi diffusi” per la comunità. Se Vi dà fastidio ascoltarci ci dispiace, ce ne faremo una ragione; noi però non parliamo con il linguaggio del web ma con lo stesso, schietto e sincero, della gente di montagna.