BELLUNO Il teorema è purtroppo semplice se non scontato. Quando cittadini e imprenditori evadono tasse e imposte, nelle casse delle amministrazioni locali vengono a mancare risorse indispensabili per il welfare e, in particolare, per le persone fragili, come disabili e anziani. Anche nel Bellunese il teorema trova conferma nei dati del Mef che, purtroppo, parlano chiaro. Nel 2021 – a causa del mancato pagamento di multe stradali, oneri di urbanizzazione, proventi derivanti dalla lotta all’evasione e tributi vari – i bilanci dei Comuni bellunesi registrano una voragine di oltre 20 milioni di euro, circa l’11% dei crediti attualmente attivi. In pratica quella somma risulta difficilmente recuperabile dagli Enti locali e viene dunque coperta tramite un apposito fondo dal nome eloquente: “crediti di dubbia esigibilità”. Per farsi un’idea, ogni cittadino residente in provincia – neonati compresi – dovrebbe sborsare 101,54 euro per coprire il buco. “Questi dati ci preoccupano e ci fanno riflettere – è l’amaro commento di Maria Rita Gentilin, segretaria generale dello Spi Cgil di Belluno -. Cosa si potrebbe fare nella nostra provincia con quei 20 milioni di euro? Penso ai nostri anziani che vivono in un territorio molto complesso, dove si rischia l’isolamento se non si attuano politiche adeguate sul fronte dell’assistenza e dei trasporti. Penso alle persone non autosufficienti, ai disabili, alle donne che si devono prendersi cura di familiari anziani, non più in grado di badare a loro stessi. Quando non si paga una multa o si evade un’imposta, si fa del male alla collettività e, in particolare, si fa un danno ai soggetti più fragili e soli che nel Bellunese sono molti proprio per le caratteristiche di questo particolare territorio”. A livello comunale, il capoluogo, ovviamente, sconta i dati più emblematici. Al 2021 l’amministrazione di Belluno ha attivi circa 21 milioni e 800 mila euro di crediti e di questi 6 milioni e 300 mila con ogni probabilità non entreranno mai nelle casse del Comune. In pratica, il capoluogo perderà con ogni probabilità, il 30% degli introiti, quasi 180 euro per ogni residente. Tutte le amministrazioni, però, devono fare i conti con questi buchi che nei bilanci vengono coperti, in parte, da un apposito fondo di accantonamento. Emblematico il caso di Cortina. Qui i crediti attivi ammontano a circa 12 milioni e 500 mila euro, di cui un quarto, 3 milioni, difficilmente recuperabili. Mancano all’appello in media 514,95 euro a residente. “Le politiche fiscali – conclude Gentilin – sono lo strumento fondamentale per contrastare le diseguaglianze e realizzare un’equa redistribuzione delle risorse. Il nostro sindacato è da sempre in prima linea contro l’evasione, per il semplice fatto che le risorse tolte al Fisco sono molto spesso risorse tolte alle politiche sociali, quindi alle persone fragili fra le quali annoveriamo anche molti dei nostri anziani. I dati mostrano come i crediti che difficilmente verranno recuperati dagli enti e dallo Stato raggiungano cifre ragguardevoli e danno l’idea che siamo in un Paese in cui i più furbi vengono premiati a scapito delle tante persone oneste che, anche a costo di grandi sacrifici, pagano tutte le imposte, dal primo all’ultimo euro. Ora siamo molto preoccupati perché il nuovo governo ha avviato la politica dei condoni chiamata pace o tregua fiscale. Noi rifiutiamo con forza questi provvedimenti e anzi, diciamo da sempre che il tema dell’evasione fiscale va affrontato inasprendo i controlli e le sanzioni nei confronti degli evasori, evitando i condoni e l’introduzione di una tassa piatta che favorisce solo i redditi alti e colpisce ancora una volta i redditi da lavoro e da pensione. Per una vera giustizia sociale va introdotta invece una tassazione sui grandi patrimoni”.
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