AGORDO In quella ex caserma, oggi in parte diventata centro commerciale, sono state scritte tante storie, dai freddi inverni con i muli su verso Angheraz in Valle di San Lucano, alle calde notti tra perline in legno di atleti del Gruppo Sportivo degli apini “Casta”. Il maresciallo Vialetto è stato “l’architetto” degli interni, aveva creato un piccolo gioiello che a sotto ufficiali e ufficiali piaceva, soprattutto nella mensa stile baita alpina. L’allora maggiore Costa comandava il gruppo degli atleti, sono i due nomi che io ricordo di più, ma sono ovviamente legati al sesto scaglione 1985.
Era una Agordo molto “alpina” e al paese non dispiaceva, quella del grigio verde era un’importante presenza. Non immaginate nemmeno quanti passando sotto quelle grandi mura gialle hanno un ricordo, anche quel fischio alla ragazza che passava sul marciapiede di fronte, quella che gli piaceva ricevere quei fischi, oppure quella sera in castigo per aver sbagliato ad allacciare gli scarponi mentre fuori scoppiava l’estate, e l’estate una volta ad Agordo era come in galleria a Milano nei giorni che precedono il Natale. Anche per Alberto Cabalisti, del secondo scaglione 1993 (prima della chiusura) che conserva gli scatti di quell’anno.