Non risulta vi siano iniziative in proposito, peccato
Centocinquanta anni fa, sabato 10 luglio del 1869, nasceva a Campolongo di Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, Geremia Grandelis (deceduto nel 1929, a Perth Amboy, nello stato americano del New Jersey, all’età di sessant’anni), che sarebbe divenuto scultore di fama internazionale. Non si ha notizia di particolari iniziative per ricordarlo. Il sito comelicocultura ricorda che: “A nove anni scolpì col temperino due statue in legno: S. Giacomo Minore e S. Giacomo Maggiore alte più di un metro che ancora oggi riscuotono l’ammirazione di chi le vede. In occasione dell’erezione del monumento a Tiziano a Pieve nel 1880, il Grandelis venne presentato allo scultore Dal Zotto il quale, esaminati i lavori e i disegni del giovanetto, convinse il padre e i dirigenti della Magnifica Comunità di Cadore a farlo studiare. Nel 1881 Geremia scendeva a Venezia ed entrava nello studio dello scultore Guglielmo Michieli. Geremia lavorava di notte per vignette e caricature da pubblicare in giornali e riviste, di giorno frequentava l’Accademia e lo studio del suo maestro. Nel 1886 esponeva alla prima biennale di Venezia ottenendo il primo premio della sezione umoristica; al suo maestro venne assegnato il secondo. Al prof. Michieli venne affidata l’esecuzione del monumento a Garibaldi a Udine: il garibaldino dello zoccolo venne modellato dal Grandelis e la sua opera giudicata la parte migliore del complesso. Nel 1893 il Grandelis emigrò a New York, lavorando intensamente più per la sua soddisfazione che per il guadagno. Per il teatro Metropolitan modellò 500 teste grottesche di grandezza tre volte il naturale. Nella cattedrale di Washington eseguì le decorazioni interne ed i portoni di bronzo. Nel palazzo del Parlamento di Ottawa, creò decorazioni varie e sulla facciata fiancheggiò l’orologio con le statue del Tempo e della Gloria. Ancora per Ottawa eseguì in marmo e in bronzo un busto del Principe di Galles, modellato in soli due giorni, ottenendogli le felicitazioni del Principe. Scolpì nell’anno 1900 per il palazzo di Giustizia di Washington due grandi gruppi tre volte il naturale con la Giustizia che sostiene il fascio littorio. Nella biblioteca di Filadelfia eseguì decorazioni ed il portale di bronzo. Per la biblioteca di New York fece dodici statue, due volte il naturale. Preparò con dolore il monumento funebre nel cimitero di Porth Amboj al figlio Bruno, prematuramente scomparso. Decorò la villa del presidente Wilson ed eseguì la fontana e le statue del parco. Lavorò per gli Astor, i Gould, i Wanderbilt, Roosevelt ed altre personalità americane. E’ suo il monumento a Lincoln a Washington ed i piloni monumentali per la bandiera della città di New York. Sempre fiero d’essere Italiano, lavorò con alacrità e consapevolezza dei suoi mezzi. Morì nel 1929, esaurito dall’intenso lavoro, trovò la sua pace accanto alla tomba del figlio”. Aggiungiamo che Santo Stefano di Cadore, oltre ad intitolare al suo nome una via, ha dedicato “A Grandelis e al genio bellunese nel mondo” un monumento che è stato realizzato dal bellunese Franco Fiabane, e che nel 1986 lo storico comelicese Germano De Zolt ha pubblicato con l’Istituto storico bellunese di ricerche sociali e culturali il “Dizionario del dialetto ladino di Campolongo e Omaggio a Geremia Grandelis”. E concludiamo citando lo storico Giuseppe Fontana che nel capitolo “Figure storiche della Provincia” del libro “La Provincia di Belluno” (settembre 1960, tipografia editrice Panfilo Castaldi Feltre), a proposito di Grandelis scrive fra l’altro: “… Le sue molte opere si trovano nei teatri, nei palazzi, nelle cattedrali delle maggiori città del Nuovo mondo. Alla Casa bianca si trova un monumento ad Abramo Lincoln scolpito da lui per il grande presidente di cui era amico”, e chiude: “I funerali, grandiosi, furono sostenuti dalla Confederazione Americana ed è questo un onore riservato a pochi ”.
NELLE FOTO (Wikipedia e Comelicocultura): Geremia Grandelis con la moglie; scorcio della via che gli è intitolata; la copertina del Dizionario di De Zolt con omaggio al grande artista comelicese; il presidente americano Abramo Lincoln che di Grandelis era amico.