di Mirko Mezzacasa
LA VALLE Chissà che fine avranno fatto i poveri resti di Giuseppe soldato della Brigata Calabria e, di Silvino in armi alla 46^ Fanteria, entrambi chiamati a prestare il loro dovere per la Patria durante la Prima Guerra Mondiale. Nei giorni orribili della furia Austro-Tedesca contro gli italiani, erano i giorni della ritirata, trovarono la morte alle porte dell’Agordino, a La Muda in Comune di La Valle dove in questo periodo sono in corso i lavori per la canalizzazione delle acque della Val Scure a lato della regionale 203 agordina già strada nazionale. I loro resti furono sepolti in quel prato ma da allora nessuno si è mai interessato, nè un fiore nè un capitello. Il dottor Corrado Da Roit di La Valle Agordina, appassionato di storia locale e che alle stampe ha dato importanti libri-documenti su diversi argomenti, più di quindici anni fa aveva tentato di ricordare alle nuove generazioni quei tristi episodi. Lo aveva poi scritto sul libro “Sul Campo dell’Onore, Caduti di La Valle della Grande Guerra” edito da Grafiche Longaronesi nel 2005, non solo lo aveva comunicato al Comando Onor Caduti di Roma e anche all’allora sindaco del paese Silvio De Zorzi, mai nessuno ha voluto interessarsi di quei due soldati. “Ho provato a farlo capire a tutti e in tutte le maniere, ma non ci sono riuscito, lo avevo anche scritto sul bollettino parrocchiale” ammette con una nota di tristezza il medico lavallese. La ricerca storica del dottor Da Roit inizia nelle stanze dell’anagrafe della parrocchia di La Valle dove il parroco Amedeo Valt teneva un registro che riportava i Caduti della Guerra sotto il titolo “Sul Campo dell’Onore”, una fonte certa, un pezzo di storia scritto dal parroco originario della Valle del Biois morto a La Valle di Spagnola nel 1918. Corrado Da Roit oggi ricorda quei giorni con le truppe in ritirata e la Conca Agordina non ne fu esente, da Taibon a Sedico passando per La Muda. Era il novembre del 1918, tra gli inseguitori delle ultime retroguardie austro-tedesche anche il soldato Silvino Lalli che morì di febbre (sempre per l’epidemia Spagnola) il 5 novembre del 1918 a 32 anni. Era nato in Abruzzo a Schiavi nel 1886. In quei giorni venne fatto invece prigioniero il soldato Giuseppe Oliva della Brigata Calabria che riuscì a liberarsi e fuggire fino alla Muda dove incontrò la morte inseguendo il nemico. Sia Oliva che Lalli vennero sepolti in un campo sotto alla strada e il parroco Amedeo Valt sul registro dei morti annotò con chiarezza in una nota di fondo pagina: “In frazione Muda a sud-est dei fabbricati dei signori Feroni, sotto la strada nazionale giace sepolto Oliva Giuseppe, soldato della Brigata Calabria, già prigioniero degli austriaci morto in seguito a forte digestione perché sfinito il 7 novembre 1918 e Lalli Silvino, soldato del 46° Fanteria, 4^ Compagnia, morto il 7 novembre del 1918 a la Muda dove arrivava inseguendo gli austriaci. Causa della morte la febbre Spagnola. Morirono senza assistenza religiosa”.
Fatti i dovuti conti in frazione Muda, a sud est di casa Feroni, sotto la strada nazionale è dove sono in corso i lavori con relativo movimento terra ma anche dove è sepolta la condotta del gas metano di Gsp. Negli anni era stato anche ipotizzato che i resti dei poveri soldati fossero stati traslati nell’allora cimitero di Agre, ma quel cimitero con chiesetta accanto è stato definitivamente chiuso molti anni prima nel 1874 e poi mai più riaperto, nemmeno per la Grande Guerra del ’18, nemmeno per l’epidemia della Spagnola.