di RENATO BONA
Secondo e ultimo elenco di decorati con medaglia d’argento al valor militare dell’Alpago e Ponte nelle Alpi ricordati nel libro di De Nale Secondo e ultimo elenco di quanti, in Alpago e Ponte nelle Alpi si sono meritati la medaglia d’argento al valor militare dato che “Onorarono la loro terra nell’amor di patria”. E’ inserito nel terzo capitolo, che comprende anche i Cavalieri di Vittorio Veneto, del libro del maestro Mario De Nale, intitolato “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi” edito nell’agosto 1978 per il centenario di Placido Fabris con la bellunese tipografia Piave, ad iniziativa del Centro sociale di educazione permanente di Tambre e dell’Associazione emigranti bellunesi, col contributo della Cassa di Risparmio. Comune di Pieve d’Alpago: Francesco Pellegrinotti, nato il 18 agosto 1915 a Pieve. Motivazione: “Caporale di sanità facente parte di un’aliquota della 303. Sezione di sanità alpina attaccata da forze corazzate avversarie, partecipava di sua iniziativa all’assalto contro un carro armato avversario seguito da fanteria, contribuendo dopo violenta mischia a corpo a corpo ad eliminare completamente gli avversari ed assaltando quindi, con altri pochi animosi, il mezzo corazzato avversario con lancio di bombe a mano, da distanza molto ravvicinata, riusciva ad incendiarlo. Durante la furiosa mischia si distingueva per calma, decisione, sprezzo del pericolo, coraggio personale ed era di incitamento con l’esempio e la parola a quanti gli erano vicini”. Posto Jali, Russia, 17 gennaio 1943. Ferruccio Tonon, alpino nato a Erto Casso l’8 gennaio 1912 e morto a Jesolo il 9 settembre 1972: “Comandante di squadra fucilieri incaricato di annullare pericolosa infiltrazione nemica e di ristabilire il collegamento fra due reparti, fortemente impegnati, con impeto ed estrema decisione trascinava i suoi uomini all’attacco del nemico, lo scardinava dalle sue posizioni e lo ributtava sulle posizioni di partenza. Veniva a sua volta contrattaccato, ma resisteva tenacemente in posto e, con i pochi uomini rimasti, si lanciava per la seconda volta al contrattacco ributtando definitivamente il nemico. Esempio di valoroso combattente”. Quota 176 di Selinji Yar – Fronte russo, 13 gennaio 1843. Comune di Ponte nelle Alpi: Fiori Cesa, soldato del 6. Reggimento Alpini, battaglione Verona, nato a Belluno il 6 settembre 1897: “Soldato ardito e di alto spirito combattivo disimpegnò con audacia il compito di esploratore di compagnia, contribuendo alla cattura di prigionieri e materiali, Nell’attacco di una posizione nemica munita di mitragliatrici si lanciava su essa con bombe a mano concorrendo efficacemente a vincere la resistenza”. Piave – Villa Nova. M. Orsere (Treviso), 27-28.29 ottobre 1918. Gino Levis, alpino della compagnia alfieri arditi, nato a Ponte nelle Alpi il 10 dicembre 1920: “Porta arma tiratore in una squadra mitragliatrici, durante un intenso tiro dell’artiglieria nemica, veniva colpito a morte. Ai compagni che si avvicinavano per soccorrerlo, gridava di non preoccuparsi di lui e di interessarsi solo a far funzionare l’arma che egli aveva in consegna, Moriva con nome della Patria sulle labbra”. Vallone del Glacier (Francia), 25 giugno 1940. Luigi Prest, caporale maggiore degli alpini, nato a Losego di Ponte nelle Alpi il 23 marzo 1914: “Capo squadra mitraglieri, già distintosi in precedenti fatti d’arme, ferito da schegge di bomba in un momento critico del combattimento, incurante del dolore, riprendeva il suo posto concorrendo al mantenimento della posizione, In successivo combattimento, incurante della reazione avversaria, continuava da solo efficacemente il mitragliamento del nemico, ostacolando nell’azione e resisteva fino a che non sopraggiungevano i rinforzi”, Ivanoswka – Russia 24 dicembre 1942. Vincenzo De Pra, aiutante di battaglione alpino, nato a Ponte nelle Alpi il 26 maggio 1891: “Sotto l’intenso fuoco della difesa, alla testa di 7 uomini, si slanciava con mirabile ardire nelle forti trincee ed impegnavasi, rimanendo egli stesso ferito”. Col del Cuch (Monte Grappa), 26 ottobre 1916. Luciano Groposo, sergente maggiore degli alpini, nato a Ponte nelle Alpi il 12 aprile 1923: “Durante un attacco nemico, venuto a mancare il proprio caposquadra lo sostituiva e portava coraggiosamente gli uomini al contrattacco incitandoli con l’esempio. Ferito ad una gamba, noncurante del dolore continuava nell’azione mantenendo fino all’esaurimento il comando della squadra”. Vendrecia, 13 febbraio 1941. Francesco Faneo, soldato di fanteria nato a Ponte nelle Alpi il 5 dicembre 1883: “In un accanito corpo a corpo con l’avversario superiore di numero diede mirabile prova di slancio arditamente e sprezzo del pericolo, lottando strenuamente”. Catturato dal nemico – Monfenera 23 giugno 1918. Carlo Pierobon, sergente degli alpini, nato a Ponte nelle Alpi il 26 agosto 1891: “Addetto ad una sezione di mitragliatrici, più volte si slanciava con altri reparti al contrattacco di forze nemiche numericamente superiori. Audacissimo ed intrepido, recavasi insieme con un sergente a catturare una mitragliatrice avversaria. Ferito, rimaneva saldo al proprio posto di combattimento ricusando di entrare in luogo di cura”. Monte Val Bulla, 26 giugno-2 luglio 1918. Angelo Bernard, partigiano, nato a Ponte nelle Alpi l’8 maggio 1918: “Comandante di una compagnia di partigiani conduceva valorosamente il suo reparto all’attacco di due presidi nemici e, dopo furiosa lotta a colpi di bombe a mano li costringeva alla resa. Bella figura di audace partigiano continuatore delle virtù militari della sua gente”. Puos d’Alpago, 11 aprile 1945. Luigi Pierobon, nato a Ponte nelle Alpi il 2 luglio 1915 e morto all’aeroporto di Catania il 5 luglio 1940 in seguito a ferite per bombardamento terrestre: “Pilota di caccia abile e ardito… partecipava a numerose azioni belliche, distinguendosi per audacia ed aggressività. Impegnato in due accaniti scontri con la caccia nemica, si batteva coraggiosamente a rientrava alla base ferito e con l’apparecchio ripetutamente colpito”. Comune di Tambre: Antonio Bortoluzzi, sergente maggiore dl 7. Reggimento alpini, nato a Tambre il 24 agosto 1890: “Comandante di una sezione pistole mitragliatrici, in ogni occasione distinguevasi per slancio e coraggio. Su di una posizione recentemente conquistata, sotto il violento concentramento di tiro dell’artiglieria avversaria, esponendosi dove più grave era il pericolo, raccoglieva e riordinava i suoi soldati, col mirabile esempio della sua serena fermezza congiunto al fervore della sua parola, li rincuorava ed incitava alla resistenza finché venne colpito a morte”. Monte Valderoa (Monte Grappa), 27 ottobre 1918. Giovanni Bona, fu Giovanni e di Bortoluzzi Rita, nato a Tambre il 3 luglio 1918, paracadutista del 1. Squadrone di ricognizione “Folgore”: “Paracadutista lanciato in territorio fortemente presidiato dal nemico, già in allarme, disceso isolato dal resto della sua squadra, si difendeva a lungo dall’azione di una pattuglia di rastrellamento infliggendo gravi perdite. Allontanatosi dalla zona e riunitosi a due altri paracadutisti compiva atti di sabotaggio su strade e linee telegrafiche, Catturato mentre attaccava una colonna nemica in ritirata e rinchiuso in una casa con tre sentinelle, sfruttando il momento propizio ne abbatteva una e con le armi del nemico costringeva alla resa gli altri due tedeschi che consegnava poi al reparto alleato che giungeva poco dopo sul posto”. Sud Ferrara, 20-21 aprile 1945. Antonio Bona, nato a Tambre il 4 giugno 1888, maresciallo degli alpini, emigrato a Cismon il 6 febbraio 1926. “Decorato perché comandante di plotone in due attacchi contro forti trinceramenti nemici, diede prova di mirabile valore giungendo primo sulle posizioni avversarie. Ferito gravemente al petto continuava a combattere”. Baches-Bach, 14-17 agosto 1915. Luigi De March, fu Antonio e di De Demo Teresa, nato a Borsoi di Tambre il 17 giugno 1917, caporale del 7. Reggimento Alpini: “Caporale tiratore, sconvolta la postazione per lo scoppio di una granata, spostava il fucile mitragliatore allo scoperto, fatto segno a violento fuoco, dirigeva il tiro contro elementi nemici incalzanti, irridendo alle loro basse insolenze. Esaurite le munizioni e colpito in pieno da una bomba a mano, cadeva abbracciato alla propria arma, che aveva difeso fino all’ultimo”. M. Bregianit (fronte greco) 24 dicembre 1940. Nel libro, De Nale ricordava che il comandante del 7. Alpini, colonnello A. Frati inviò una lettera di cordoglio alla famiglia del caduto scrivendo fra l’altro. “Il vostro caro Luigi è deceduto da prode soldato sul campo dell’onore, da vero e bravo alpino al servizio del Re e della Patria. Alla sua memoria tutto il reggimento si inchina riverente e grato. Vi sia di conforto il pensiero che la memoria del vostro caro scomparso, vive e vivrà nei cuori degli alpini del 7. e che l’Italia trova, nel sacrificio dei suoi figli, la propria grandezza…”.
NELLE FOTO (Google, Wikipedia, Montegrappa.org, letteredon-wordpress): soldati italiani a Col del Cuch; visione del Monfenera; Posto Jali in Russia; il francese Vallone des glaciers; Vendrecia, altra zona di combattimenti.