Secondo vecchi documenti l’edificio sacro edificato nel 1797 ad iniziativa di don Giuseppe Burloni, costò mille lire Finalmente hanno preso il via a Borgo Pra i lavori per il restauro della chiesa di San Giuseppe che fa parte della Parrocchia di San Giovanni Bosco e dunque della Diocesi di Belluno-Feltre. Progettista e direttore dei lavori è l’architetto Alberto Alpago Novello con la bellunese “Coprogetti ingegneriarchitettura”, responsabile della sicurezza il perito industriale Paolo Da Rold; l’impresa di costruzione è la “Restaurarte” di Diego De Martin di Bolzano Bellunese. L’importo dei lavori è quantificato in 214 mila euro e l’intervento edilizio è realizzato con il contributo dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. Quanto sopra ci consente una rivisitazione della storia oltre che della parrocchia salesiana (attualmente guidata da don Claudio Zamperin, succeduto due anni fa a don Guido Novella il quale si attivò per propiziare l’attuale intervento), della stessa chiesa che, secondo un servizio di Antonio Fontana per il libro di Francesco “Checo” De Luca “Una ruota che gira da un quarto di secolo” sulle attività storico culturali della sala “De Luca” dal 26 maggio 1980 al 26 maggio 2005, è anche merito di “un pio sacerdote (prima di essere sacerdote esercitò il mestiere di calzolaio), don Giuseppe Burloni che alla fine del 1796 o, come ci è confermato da documenti, agli inizi del 1797, cominciò ad erigere una chiesetta presso il bivio che da un lato mena a Baldenich, dall’altro al Quartier Cadore e a Nogarè. La intitolò alla ‘Beata Vergine del Buon Consiglio’, fu terminata il 10 agosto 1805 e venne a costare lire 1000. Prima dell’epoca, al suo posto esisteva un ‘altariòl’ pure dedicato alla Madonna”. Ancora Fontana: “Burloni fu ordinato sacerdote dal vescovo Giovanni B. Sandi che resse la diocesi di Belluno dal 1757 al 1785; dopo essere stato parroco a Frassené Agordino per 5 anni, tornò a Belluno e “vide l’opportunità di una chiesetta nel Borgo di San Lucano chiamato del Pra, dove pure esso dimorava. Morì di tifo assieme al suo discepolo don Bonaventura Panciera, sacerdote d’anni 27, nell’esercizio dei suoi doveri sacerdotali mentre soccorreva gli infermi, il 23 luglio 1817”. Detto che del pio sacerdote esiste un quadro di autore ignoto conservato nella sacrestia, l’estensore della nota richiama un documento del 25 febbraio 1797 in cui si legge fra l’altro: “In questi giorni si piantò sentinella al fondo della riva di Baldeniga la fabbrica della chiesa di Burloni… Il vescovo andò a benedire e celebrare la prima Messa nella chiesa della B.V. del Buon Consiglio al principio della Riva per andare a Baldeniga” e scrive che era vescovo in quel tempo mons. Sebastiano Alcaini che resse la Diocesi di Belluno dal 1785 al 1803, e conclude: “Don Giuseppe la volle, come detto, in onore della B.V. del Buon Consiglio di cui propagò, con altre opere la devozione, e l’arricchì con arredi e quadri di altre chiese soppresse con l’arrivo dei francesi (tra l’altro due angeli lignei della scuola del Brustolon vengono dall’altare maggiore della chiesa dei Gesuiti, attuale distretto militare”. Un salto nel tempo e dal sito http://www.donboscobelluno.it/storia
si apprende che “Subito dopo l’ultima guerra, il vescovo mons. G. Bortignon chiese ai salesiani, già presenti in città con l’istituto Sperti, di svolgere un’attività pastorale nel vecchio Borgo Pra” e – si legge ancora – l’Ispettore don Tittarelli assegnò l’incarico a don Edoardo Furlano che nel settembre 1945 avviò le prime iniziative per la formazione dei giovani e per la pastorale degli adulti”. Una curiosità legata al nome del neo beato Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, il “papa bellunese del sorriso”: nella chiesa del Borgo, dedicata a San Giuseppe, un sacerdote diocesano si occupava della celebrazione dell’eucarestia domenicale e l’ultimo fu proprio Luciani il quale prediligeva e conosceva bene il Borgo, non mancava all’occasione di illustrare la situazione a don Edoardo”. Già, il Borgo. Nel territorio risiedevano all’epoca sulle 1200 persone e la situazione sociale, in quei difficili e tristi momenti del dopoguerra, era di particolare disagio generale. Tuttavia il Borgo “aveva una sua identità che la popolazione cercava di mantenere e consolidare”. E’ in questo contesto di grandi difficoltà che don Edoardo “portò per primo il messaggio di don Bosco”, coadiuvato da don Mariotto che all’epoca dirigeva l’istituto salesiano “Agosti”. Nel 1946, “viste le iniziative attuate e promosse per la crescita religiosa, morale e civile della popolazione, il vescovo mons. Girolamo Bortignon istituì la Rettoria indipendente di San Giuseppe di Borgo Pra, mantenendola però nella giurisdizione della parrocchia di Santo Stefano, e fu confermato nell’incarico don Furlano” a detta del quale in quel periodo emersero le profonde qualità umane del Borgo, per tanto tempo lasciato abbandonato. I sei anni di preparazione della Parrocchia furono i più duri e difficili ma nel contempo “fervidi di animazione, dei valori religiosi ed umani”. Il notevole aumento della popolazione nella zona di Baldenich rese evidente che la Rettoria non era più in grado di fronteggiare la nuova situazione e lo stesso vescovo Gioacchino Muccin avvertiva la necessità di staccare definitivamente tutto Borgo Pra ed il nuovo Quartier Cadore da Santo Stefano. Proposta che trovò il convinto sostegno di Albino Luciani, nel frattempo divenuto vicario generale della diocesi. Fu così che, superate varie resistenze, il 24 ottobre 1951 venne canonicamente istituita la Parrocchia di Borgo Pra denominata San Giovanni Bosco, che ebbe come primo parroco proprio don Edoardo Furlano che aveva vissuto e animato tutta l’attività religiosa ed assistenziale del Borgo fin dall’inizio. Lo stesso anno il territorio di Nogarè e la sua storica chiesa vennero giuridicamente scorporati dalla parrocchia di Cusighe per diventare parte della neonata parrocchia dove purtroppo la chiesa non era più sufficiente per le normali attività. E così il 21 maggio 1962 il vescovo Muccin benedisse e pose la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale sull’area accanto all’istituto salesiano “Agosti”. Lo stesso presule consacrò la Chiesa di San Giovanni Bosco il 4 luglio 1966.
NELLE FOTO ( Renato Bona, sito del Catalogo generale beni culturali): la chiesa di San Giuseppe a Borgo Pra; lavori in corso; opere di Brustolon e Moech nel vecchio edificio sacro; Antonio Fontana che ne ha ricordato la storia sul libro di “Checo” De Luca; il primo parroco, l’indimenticato don Edoardo Furlano; l’attuale parroco di Don Bosco, Claudio Zamperin; il predecessore, Guido Novella ora a Roma; posa della prima pietra della nuova parrocchiale a Baldenich; la lapide che la gente di Borgo Pra ha voluto a ricordo dei “semplici preziosi insegnamenti di Albino Luciani”.