SEGNALI INCORAGGIANTI: IL CONTAGIO FRENA, LE TERAPIE INTENSIVE NON COLLASSANO MA SI CONTINUA A MORIRE. IERI 4 DECESSI IN PROVINCIA, 34 IN REGIONE.
di Mirko Mezzacasa
Venti decessi per ora, è il caro prezzo pagato dalla nostra provincia per la pandemia Covid_19. Due decessi in 24 ore all’ospedale San Martino di Belluno, Carlo Grones 76 anni di Livinallongo è la prima vittima del virus nell’Agordino, ieri è spirata anche Serenella De Bortoli 72 anni di Pedavena, purtroppo altre due vittime in casa di riposo (ufficialmente in provincia sono 5 ma non c’è un dato ufficiale), a Santa Croce sul lago in Comune di Alpago sono morti Irene Panciera 82 anni zoldana e Sergio Peterle 85 anni dell’Alpago. Nella casa di riposo in riva al lago sono 7 gli ospiti positivi, 10 gli operatori. Ormai tutti i Comuni agordini sono stati interessati dal contagio, si contano i primi casi anche a Cencenighe Agordino che fino a ieri era stato risparmiato, nella casella compare invece lo zero per il Comune di Selva di Cadore, tra l’altro l’unico contagiato che veniva segnalato nei giorni scorsi ora fuori dalla quarantena – come ricorda il sindaco Silvia Cestaro – era riferito a un cittadino non residente in paese ma che ha contratto il virus durante un periodo di soggiorno ai piedi del Pelmo. Il sindaco di Cortina Gianpiero Ghedina nel messaggio di domenica: “In questi ultimi 3 giorni si sono aggiunti 13 nuovi casi portando a 53 il numero di positivi al Covid-19 nel territorio di Cortina d’Ampezzo. Si registra una nota positiva per la giornata di domenica in cui non si sono verificati nuovi casi, mentre alcuni che erano in fase di accertamento sono stati confermati. Il Commissario Responsabile della Croce Bianca, Luca Gandini, con cui sono in stretto contatto, mi conferma che la serata di sabato e la giornata di domenica sono state più tranquille. Ciò non deve farci abbassare la guardia in alcun modo: sono giornate determinanti, la nostra sola arma è la prevenzione, dobbiamo restare a casa”. Il bollettino di Azienda Zero ieri ha acceso qualche speranza con un incremento di soli 14 casi ma non è certo un invito a mollare la presa e soprattutto cedere sulle restrizioni. A Cortina ieri sono stati registrati 53 contagi che sono ormai poche unità in meno di Belluno attorno ai 60. Sono 1238 i bellunesi in isolamento fiduciario “reclusi” in casa, 6057 i tamponi al 30 marzo, 78 i pazienti ricoverati negli ospedali, 8 in terapia intensiva. In Veneto la curva dei contagi ha preso la strada in discesa con casi meno gravi e terapie intensive con meno pazienti. Questa mattina si riuniranno i comitati di distretto per definire le linee e distribuire il contributo alimentare, vanno individuate in fretta le regole comuni per l’intera provincia le famiglie in difficoltà hanno necessità di quel denaro, aspettare non si può, gli addetti ai lavori sono chiamati a definire regole chiare e criteri immediatamente condivisibili senza tanti giri di parole e burocrazia. Le previsioni sono state confermate, secondo gli esperti il picco della pandemia coronavirus è in calendario per il 14 di aprile in Veneto, nel Nordest la diminuzione del contagio dovrebbe iniziare con il 6 di aprile, gradualmente e poi via via lungo il territorio italiano scendendo verso sud, il sereno si dovrebbe vedere nei primi 15 giorni di maggio. Queste previsioni comportano una proroga dei divieti almeno per due settimane. In Veneto ieri abbiamo assistito ad un calo dei ricoveri in terapia intensiva (sei casi in meno) in Italia è stato segnato il record di guarigioni pari a 1590. Il problema casa di riposo è uno dei più evidenti anche nel Veneto dove gli anziani sono testati con i tamponi per cercare di capire la diffusione del virus. Non va messo in secondo piano il grande tema degli operatori che si sono infettati perché non avevano i dispositivi di protezione. Per tutti sono arrivate le mascherine “Noi le diamo a tutti se le abbiamo – ha detto Zaia – anche alle case di riposo, ma non è un obbligo di legge, andiamo verso una normalizzazione”. Ieri per la prima volta si è parlato del nuovo piano di sanità pubblica, la Regione è stata autorizzata a somministrare i farmaci a casa e stanno arrivando 752mila test rapidi che non sostituiscono il tampone ma al quinto giorno dall’infezione danno risposte. A Padova per gli esiti dei tamponi i ritardi si sommano, attese anche di 5-6 giorni, almeno 6mila gli esami in attesa e chi aspetta la risposta rimane in isolamento fiduciario, il problema principale rimane la mancanza dei reagenti. Questa pandemia un insegnamento lo ha dato: la prima cosa da fare era isolare tutti gli over 70, ma inizialmente le indicazioni non erano queste. Tra decreti del Governo e quelli della Regione è scoppiata la confusione, le Forze di Polizia avrebbero sanzionato cittadini sull’uscio di casa dimenticando la direttiva regionale dei 200 metri da casa per la quale esiste pure un’applicazione telefonica e che tanto ha fatto discutere. “La polizia contesta l’uscita di casa per futili motivi nei 200 metri di casa, non è una contestazione corretta e scriverò ai Prefetti perché la sanzione è impugnabile” ha detto Zaia. Per coloro che invece usciranno dagli ospedali o comunque dalla quarantena perché positivi viene proposta la patente del contagio si teme infatti che l’infezione possa ripetersi nel tempo. “Dovremo pensare a un’uscita graduale, per la ripresa delle normali condizioni di vita – è stato detto ieri in conferenza stampa – una delle soluzioni il test sierologico. Stiamo ragionando sulla “patente” che attesti la risposta degli anticorpi, tenendo conto dei casi di re-infezione. Sentiremo i pareri degli scienziati, che chi ha già avuto una risposta anticorpale magari potrà comunque essere esposto a un’ulteriore infezione”. A proposito dei contributi Zaia ha detto: polemiche zero, ma ha anche aggiunto “La Germania ha messo a disposizione 550 miliardi di euro, noi risolviamo il problema con 25 miliardi e 400 milioni di euro per la spesa che serve”. La partita del turismo prima industria in Veneto è persa così per le partite iva in catena ci saranno tanti problemi. Necessario il piano Marshall e la messa in sicurezza del debito pubblico con grande iniezione di risorse. “L’Europa è scandalosa – ha continuato il presidente del Veneto – se c’è batta un colpo: è come la guardia costiera che guarda una nave affondare. Siamo in totale balia delle onde, Venezia è stremata e anche il turismo, faremo di tutto perché tutti abbiano un ristoro perché siamo l’unica Regione che non applica tasse. Ci aspettiamo risorse da Roma. Non possiamo certo fare tasse adesso altrimenti Roma ci dirà che non abbiamo bisogno”.>
FOTO COPERTINA AGGIORNATA A DUE GIORNI FA.