di RENATO BONA
Nelle cinque edizioni, l’ultima nel 1992, del libro del cadorino Giovanni Fabbiani “Storia breve del Cadore (tipografia Piave di Belluno per la Magnifica comunità di Cadore editrice) largo, meritato spazio è riservato nel capitolo “Personalità” ai sacerdoti, fra i quali si annoverano autentici grandi personaggi. L’elenco si apre con padre Carlo D’Andrea (Innsbruck 1849-1806); di famiglia ampezzana, allievo a Roma del pittore Seitz, lavorò per il suo convento di Bolzano, per la chiesa di sant’Antonio di Roma, decorò le absidi della collegiata di San Candido e fu buon ritrattista. C’è quindi don Bartolomeo Toffoli (Calalzo 1755-1834): studiò a Pieve, Feltre e Padova; costruì un orecchio 60 volte più grande del naturale, destando l’ammirazione dei professori; fra l’altro trovò il modo di conservare a lungo il cervello; inventò un microscopio tascabile, una macchina per costruire lenti microscopiche, costruì la sfera dell’orologio e i segni dello Zodiaco dell’orologio del palazzo del Capitanio a Padova; ancora: una macchina per dimostrare il sistema copernicano (conservata a Calalzo) e una per estrarre le acque dalle miniere di Agordo. Ed ecco mons. Toldo Costantini (Serravalle 1576-Venezia 1652): laureato in legge a Padova, vicario generale della diocesi di Treviso poi di Roma. Chiamato a Venezia a servizio della Repubblica, vi morì. Sue tre edizioni di “Il giudizio estremo”, poema posto tra le imitazioni della Divina Commedia. Proseguiamo con don Giovanni Antonio Barnabò (Valle di Cadore 1684-11735): parroco di Ospitale, si ritirò nella sua casa e si dedicò alla compilazione della “Historia della provincia di Cadore” (inedita) e della minuta di “Cronaca delle cose avvenute nella provincia di Cadore dal 1705 al 1732” (inedita e in gran parte perduta come la “Storia speciale del paese di Valle”). Tocca a padre Giovanni De Luca (Borca 1694-Roma 1766): frate dei Minori osservanti, fu esaminatore di vescovi e consultore dei riti; era perito nelle lingue greca, latina ed ebraica ed autore di versi latini pubblicati in “Arcadum carmina”. Fabbiani ricorda che “Ebbe dispute coi maggiori teologi del suo tempo e con I. A. Muratori sull’Immacolata Concezione. Proposto a cardinale ed eletto ‘solo’ vescovo, rinunciò anche a questa dignità”. Veniamo a don Giovani Antonio De Luca ( Venezia 1737-1762): figlio di un cadorino di Borca, una volta sacerdote pubblicò 10 orazioni tradotte dal greco quindi tradusse e pubblicò “Gli Orti delle Esperidi” del Pontano. Secondo G. Gozzi sarebbe divenuto uno dei migliori oratori del secolo se non fosse morto giovane, lasciando molti studi inediti. Don G.B. Zandonella (Dosoledo 1767-Padova 1836): laureato in legge a Padova insegnò filosofia a Ceneda e Belluno nel liceo sperimentale, storia ecclesiastica all’ateneo patavino di cui fu anche rettore magnifico; fu maestro di Rosmini che lo stimava molto. Don Osvaldo Antonio Varettoni (Borca 1771-Candide 1824): parroco stimatissimo a Candide dal 1816 e fino alla morte. Autore di canzoni e poesie morali e sacre molto diffuse in Cadore e stampate più volte. Monsignor Giuseppe Ciani (Domegge 1793-Vittorio Veneto 1867) dopo gli studi a Udine fu maestro a Domegge e Pieve quindi ispettore scolastico per il Cadore. Passato a Padova e a Venezia fu precettore quindi fu in cura d’anime a Vittorio Veneto dove divenne canonico teologo della cattedrale di Ceneda; del 1856-62 la pubblicazione di “La storia del popolo cadorino” “vero monumento d’amor patrio, frutto di 40 di lavoro e di studio”. Secondo l’autore di “Storia del Cadore” può dirsi l’Erodoto cadorino. Pubblicò anche “Vite dei giovani martiri”. Il suo essere antitemporalista gli comportò persecuzioni. Spazio anche per don Giuseppe Cadorin (Lorenzago 1792-San Fior 1851): diresse le elementari di Venezia e si occupò dell’arte veneta pubblicando studi sulla vita e le opere di Tiziano di cui curò il volume “Dello amore ai veneziani di Tiziano Vecellio, delle sue cose in Cadore e a Venezia e delle vite dei suoi figli”. L’invasione della Grande Guerra disperse memorie e documenti. Don Giuseppe Monti (San Nicolò 1808-Candide 1871) studi a Udine, fu cooperatore a San Vito quindi mansionario cooperatore a Costa di San Nicolò, Candide, Dosoledo, Casamazzagno. Raccolse una infinità di notizie e copie di documenti e collaborò con mons. Ciani. Compilò fra l’altro il manoscritto “Cronache cadorine dal 632 a. C. al 1869” di 519 pagine. E’ la volta di don Natale Talamini (Pescul 1808-1876): studiò nel seminario di Udine dove rimase quale docente; passato a Venezia divenne insegnante di ruolo di San Procolo. Prese parte attiva nei moti del 1848-49 in quanto membro dell’assemblea veneta e fu incarcerato a San Severo, Legnago e Palmanova. Nel 1866 eletto primo deputato del Cadore. Compose una lunga serie di poesie poi pubblicate dal Ronzon. Monsignor Giovanni De Donà (Lorenzago 1819-Belluno 1890) studi a Udine e Padova, insegnante e poi rettore del Seminario bellunese, presidente dell’Accademia degli Anistamici e della Congregazione di carità. Lasciò apprezzati studi manoscritti di storia cadorina e bellunese. Don Pietro Da Ronco (Vigo 1851-1940): studi a Udine e Belluno quindi parroco di Lorenzago, rettore a Vallesella e a Sant’Orsola di Vigo. Pubblicò studi di genealogie di famiglie cadorine, note di toponomastica e un’ampia storia dell’arcidiaconato cadorino. Don Pietro Antonio Alverà (Ampezzo di Cadore 1854-Rio di Pusteria 1927): studi a Rovereto e Bressanone; scrisse molto per la storia della “sua Ampezzo” dove nella canonica sono conservati i manoscritti. Mons. Vadolrico: nativo del Cadore, preposito di Carnia, canonico di Cividale e Aquileia; riformò gli statuti del Capitolo di Aquileia. Morì il 16 marzo 1287. Padre Fortunato di Cadore (Giovanni Gera, Candide 1600- Sulmona 1669) cappuccino a 17 anni, predicatore nelle principali città d’Italia, consultore generale dell’Ordine, nel 1650 ministro generale dell’Ordine (rieletto nel 1667). Mons. Bartolomeo Gera (Candide 1603-Feltre 1681): studi a Udine, Graz, Padova; sacerdote nel 1628, nel 1630 è canonico della cattedrale di Verona e arciprete di Isola Rizza, vicario generale a Ceneda poi a Verona e Venezia. Vescovo di Feltre il 5 settembre 1663. Padre Giovanni Leopoldo De Zanna (Ampezzo di Cadore 1721-Novacella 1787) frate agostiniano a Bressanone nel 1742 quindi decano, professore di teologia e filosofia. Padre Pietro Paolo da Cadore (Pasquale Fortunato Tremonti, Lorenzago 1721-Roma 1797): cappuccino, definitore, ministro provinciale, prefetto di propaganda in Tunisia, commissario generale dei conventi della Rezia infine definitore generale. Ed eccoci a padre Marino da Cadore (Giuseppe Zanetti, Lozzo 1745-Venezia 1827): cappuccino, insegnante di filosofia e teologia, ministro provinciale, predicatore per il Doge in San Marco dal 1785 al 1797; Pio VII lo voleva generale dell’Ordine e poi vescovo di Cefalonia ma padre Marino ottenne la dispensa. Mons. Mariano Da Ru (Pozzale 1772-Udine 1835): allievo poi professore e rettore del seminario di Udine, pievano di Valle e arcidiacono del Cadore prima di essere vicario generale di Udine. Mons. Ferdinando Ossi (G. Battista, San Vito 1843-Gand 1905): carmelitano scalzo mandato in Palestina, procuratore del convento del Carmelo, prefetto apostolico di Siria, nel 1883 eletto vescovo delle missioni dell’India e amministratore apostolico di Quilon. Don Pietrto Zangrando (Perarolo 1887-Candide 1935) parroco di Perarolo, arciprete di Sospirolo, pievano di Candide; la sua memoria è tramandata ai posteri per le azioni compiute come cappellano militare nella Grande Guerra che gli meritarono una medaglia di bronzo al valor militare e due croci di guerra. Concludiamo col cardinale Adeodato Giovanni Piazza (Vigo 1884-Roma 1957): carmelitano scalzo nel 1897, insegnò lettere nel convento dei Carmelitani veneti e filosofia a Treviso e Venezia, morale a Brescia; priore a Tombetta a soli 34 anni, cappellano militare per 4; priore a Brescia e Adria passò a Roma come segretario del preposito generale e fu nominato consultore della Congregazione dei religiosi. Nel 1925 eletto procuratore generale dell’Ordine nella Curia romana; arcivescovo di Benevento nel 1930, patriarca di Venezia dal 1935, cardinale dal 1937, segretario della Sacra congregazione concistoriale, titolare della diocesi suburbicaria di Sabina e Poggio Mirteto.
NELLE FOTO (Infodolomiti e riproduzioni dal libro di Giovanni Fabbiani): la copertina del libro “Breve storia del Cadore”; l’arcidiaconale di Pieve; mons. Giuseppe Ciani; il prof. don Natale Talamini; don Pietro Da Ronco; il cardinale Adeodato Giovanni Piazza.