CONVEGNO A LONGARONE SULLO SMART WORKING CON REVIVISCAR, GAL ALTO BELLUNESE, FONDAZIONE ADAPT, IL PROSSIMO IL 12 GIUGNO AD AGORDO
BELLUNO In cinque anni l’alta Provincia di Belluno ha perso 3000 abitanti, nonostante un tasso di disoccupazione tra i più bassi del Veneto e d’Europa e un tessuto manifatturiero-produttivo che “tiene”. Con questo paradosso, evidenziato dal presidente del Gal 1 Alto Bellunese Flaminio Da Deppo, si è aperto a Longarone il convegno dedicato al “lavoro agile”, organizzato da Reviviscar nell’ambito del progetto “Co-working, Smart Working & Laboratorio Urbano”, finanziato nell’ambito di Interreg V-A Italia- Austria 2014-2020 CLLD Dolomiti Live. Recuperare attrattività quindi sembra la parola d’ordine per rendere più appetibile il lavoro tra le valli dolomitiche: da qui il convegno, promosso da Reviviscar con i contributi del Gal Alto Bellunese e dedicato alle nuove forme di lavoro, in particolare allo smart working.
«Il mondo dell’impresa può portare il suo contributo innovando non solo sul fronte dei macchinari e della produttività, ma anche dal punto di vista del welfare e delle nuove forme contrattuali», il messaggio della Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton. «Dobbiamo trovare nuove formule per arrestare la fuga di cervelli e di manodopera. È un problema di tutte le Aree montane che abbiamo illustrato recentemente, come Confindustria per la montagna, anche al Ministro Stefani».
Sui possibili benefici dello Smart working nelle zone più periferiche e montane si sono concentrati il direttore di Confindustria Belluno Dolomiti Andrea Ferrazzi e Antonella Mauro, ricercatrice di Adapt. Lo smart working (o lavoro agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro che conferisce ai dipendenti una maggiore flessibilità organizzativa, possibilità di scelta degli spazi e degli orari per meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro, senza trascurare gli obiettivi aziendali ma semplicemente utilizzando una diversa impostazione.
FOTO PASSIONE E MONTAGNA