di DINO BRIDDA
BELLUNO Ciak, si gira! Finalmente la macchina da presa di una seguitissima fiction dall’Alto Adige ha “scavalcato” i passi dolomitici ed è approdata in questi giorni nelle vallate bellunesi. Per una volta tanto non dobbiamo lamentarci di chi “dimentica” che le Dolomiti sono territorio bellunese per ben il 46% del loro totale! Questa volta ci siamo! Siamo anche in grado di mettere in scena delle quinte da brivido con panorami mozzafiato che rendono giustizia alle nostre splendide Terre Alte. Per il momento, però, il nostro giudizio riguarda solo la volontà della produzione di girare in terra bellunese, mentre il giudizio è ovviamente sospeso sui frutti di tale volontà, ovvero su come verranno realizzate le riprese a casa nostra. Ci auguriamo che sia palese al telespettatore che i protagonisti della fiction si muovono in Cadore e Comelico e non in Pusteria, come eravamo abituati a vedere nelle precedenti serie di “Ad un passo dal cielo”. Dal nostro punto di vista non si può non essere contenti se i nostri paesaggi andranno a riempire i teleschermi di tutta Italia. Speriamo che ciò possa contribuire a sdoganarci un po’ dalle secche di una visibilità spesso offuscata per ignoranza o pressapochismo a livello mediatico. Sin qui la fiction Lux Vide “Ad un passo dal cielo”, però, qualche inevitabile critica se l’era portata dietro. Ad esempio i critici più severi le imputarono una sorta di overdose di immagini del paesaggio dolomitico, in massima parte occidentale. Ciò, si diceva, sembrava prevalere sullo sviluppo della narrazione al punto che i veri protagonisti potevano apparire il lago di Braies e le montagne circostanti e non i poliziotti e i forestali, vero nucleo centrale della fiction con le loro vicende personali bene intrecciate. Sarà così anche nella nuova serie? Tutto dipenderà dalla regìa e dal direttore della fotografia, ovviamente, ma della loro valentìa non abbiamo dubbi, mentre non ci permettiamo di certo di dare loro dei consigli. Egoisticamente, però, ammettiamo che, se il paesaggio dolomitico di casa nostra prevarrà ancora una volta, tutto sommato non ci dispiacerà più di tanto… Dopo un lungo “digiuno”, ci può scappare un’abbuffata!
Al di là delle considerazioni sin qui esposte, ciò che vale, in questa operazione mediatica, è il fatto che si è instaurato un rapporto virtuoso tra la produzione della Lux Vide, la Rai e le istituzioni locali. Inoltre dirigenti, tecnici, attori sono rimasti a bocca aperta nell’ammirare le nostre splendide montagne, segno evidente che abbiamo in tasca delle carte efficaci da giocare ed era venuto finalmente il momento di estrarle dalla manica. Il merito va ascritto a vari amministratori locali, dalla Provincia a singoli Comuni, nonché ad altri protagonisti della promozione turistica delle nostre vallate: la strada è quella giusta, percorriamola! Concludendo, mentre Auronzo ha la conferma che i calciatori della Lazio torneranno anche quest’anno per il consueto ritiro estivo, tra fiction, rubriche in stile “Linea verde” e allenamenti sportivi (non solo calcio, ma anche basket e via dicendo) questo è il momento per spingere sull’acceleratore. Traduzione: altre vallate, Agordino in testa, possiedono un “menu paesaggistico e ambientale” come quello proposto ai responsabili di “Ad un passo dal cielo”. Pertanto è augurabile che si produca una sorta di effetto domino e sarà bene che si batta il ferro fin che è caldo. È un’occasione da non perdere, tralasciando la nostra proverbiale ritrosia di montanari non avvezzi alle luci della ribalta. Anche in queste nostre vallate siamo davvero “ad un passo dal cielo”. E lungo il percorso c’è posto per tutti, turisti compresi. Basta solo sapere vendere bene il prodotto e che ciascuno rispetti l’ambiente. Per il resto, per l’appunto, più che il cielo, ci ha già pensato il “Parón Grando” che ci sorride dal “caregón” del Pelmo…